Il blog che le amiche dicevano di leggere al mattino col caffè (chissà se lo faranno ancora)

mercoledì 4 luglio 2012

Holiday

La vacanza è appena iniziata e siamo alle solite:
nonostante non veda l'ora di passare del tempo nella mia dimensione ideale, vestita solo di bikini, pareo e ciabattine, a leggere libri su libri, ad avere il mare sempre davanti agli occhi così da poterlo guardare per ore, mi prende la sensazione di non volermi staccare dalle mie abitudini e dalle mie cose e così:
soffro perchè penso che mi mancherà casa mia, perchè si divide la sacra famiglia (che poi non è sacra ma di fatto, ma non per questo meno sacra), addirittura penso che mi mancherà la tartarughina di mia figlia che non me la sono filata mai più di tanto, poi sono molto gelosa della lavatrice e della cucina e...morale della favola l'idea di perdere lo scettro di regina della casa e lasciarlo in mano a chi resta mi rende un pochino suscettibile.
Del resto so già che nelle quattro settimane marinare accadrà quanto segue:
Prima settimana: sono esaltata, euforica, non mi sento a mio agio ma fingo di esserlo, talvolta mi capita di non vedere l'ora di tornare a casa mia, faccio continuamente progetti ad alta voce per disgrazia di quella mia figlia che passerà con me tutto il tempo, se c'è qualcosa che non dovesse andare ripeterò fino alla morte come ho intenzione di agire per stravolgere la situazione in positivo mentre quando tutto filerà liscio mi lascerò andare in centinaia di esclamazioni per esprimere quanto si stia d'incanto. A riguardo, sono capace di usare una serie infinita di sinonimi pur di dire dieci miliardi di volte la stessa cosa senza dare nell'occhio, ma puntualmente l'occhio di chi mi sta accanto se ne accorge e l'orecchio pure. Voglio essere sincera, spesso non mi preoccupo dei sinonimi e ripeto tranquillamente la stessa frase con le stesse identiche parole. Poi lascio cadere l'argomento per non essere troppo assillante e quando chi è con me crede di poter cantare vittoria, eccola lì che ricomincio!
Seconda settimana: mi sono ambientata, ho abbandonato gli attaccamenti cittadini, mi destreggio ovunque come fossi a casa mia: mi sento finalmente in vacanza ed è a questo punto che tanto perchè non m'illuda di spassarmela troppo mi verrà il ciclo!
Terza settimana: mi sembra di aver vissuto sempre lì, non me ne frega più niente della lavatrice tantomeno della cucina, sto una pacchia e vorrei che non finisse mai. Faccio progetti su come poter vivere  in città con le stesse modalità e lo stesso spirito della villeggiatura.
Puntualmente ci credo, che ciò possa accadere, ma puntualmente al rientro gli atteggiamenti smentiscono il tutto lasciandomi sola davanti alla triste e cruda realtà: è finita!
(E a Roma non puoi uscire in ciabatte perchè ció che al mare è cool in città è da caciottare).
Quarta settimana: passo tutti i giorni a cercare di non pensare di pensare che è l'ultima e quando arriva l'ultimo giorno mi sento la morte nel cuore e continuo a ripetermi che ...tanto lo sapevo ... il tempo sarebbe volato e così come è iniziata ora è finita.
Pensiero questo, di una tristezza infinita.
Me ne faccio una ragione e sogno una bacchetta magica che disfi le valigie, ne lavi il contenuto e lo riponga negli appositi armadi o cassetti così da alleviare ogni sofferenza, ma poi riutilizzare la mia amata lavatrice e i miei fili per stendere mentre ammiro la vista panoramica della città più bella del mondo mi fa pensare: daje su che va bene!
Si fa per dire e tanto per dare un lieto fine!
Carla

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