Il blog che le amiche dicevano di leggere al mattino col caffè (chissà se lo faranno ancora)

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domenica 22 gennaio 2012

Aspasia for ever


Alla fine ce l'ho fatta, ho ottenuto due biglietti di platea per il Candide di Bernstein al Teatro dell'Opera!

Dunque le mie sensazioni:

-Voltaire è Voltaire.
-Wayne Marshall è un grande, poi sul podio ci sta da urlo e la maglietta nera al posto della camicia è fighissima! (E anche lui è fighissimo).
-Il coro che sulla scena nel finale saluta la collega infortunata, occasionalmente spettatrice...veramente carino, chissà che emozione per lei.
-La miglior ballerina in scena, anche l'unica che attirava lo sguardo, è nata nel mio stesso anno...tanto per dire.
-Bernstein mi piace sempre tantissimo.
-Le quattro donne figuranti speciali che ballavano mi hanno ricordato tanto qualcuna :)
(tre di loro sono ballerine, la prima a sinistra no, e infatti si vedeva)!
-Anche il primo ballerino a sinistra, nella scena del tango, non andava molto a tempo, anzi andava decisamente in controtempo chissà, forse era quella parte della scena che sconclusionava un po' il tutto o forse una serata storta. Comunque tanto rispetto per chi era sul palcoscenico, va a sapere le situazioni che si creano, gli imprevisti che possono capitare, ne so qualcosa.
-Le violiniste che mi chiamano e mi chiedono se sia io e poi parliamo con gran piacere sono bellissime e mi emozionano tanto.
-La buca però, anche se si chiama giustamente così e c'è un motivo perchè sia così, è troppo profonda e ogni volta per parlare con i musicisti, sporgendomi verso il basso, sono costretta ad assumere posizioni irriverenti che non si addicono ad una signora.
-Una violinista in particolare, ho notato, ha buttato l'occhio sulla mia borsetta, anche un'altra volta mi fece i complimenti per un'altra mia borsetta, prima o poi le farò una sorpresa!
-Ho ancora avuto la sensazione di perdermi nei meandri del teatro nella "zona artisti" e ogni volta mi riprometto di non indossare scarpe col tacco alto per poter andare un po' più spedita. L'eterno conflitto tra glamour e praticità.
-La voce del direttore di scena che dà segnali e annuncia il chi è di scena...mmm..non per niente, sarà un bravo ragazzo... ma ...non mi piace sentirla, per ovvi motivi s'intende :(
-Tutti quelli che mi corrono dietro chiedendomi se io sia la figlia di mi fanno sentire più vicino papà, quindi li adoro.
Piccola parentesi che non c'entra col Candide, mi dicono che quando c'è il Maestro Oren sul podio e si sente confusione in palcoscenico, si mette ad invocare il nome di mio padre, ovviamente in prova,  per chiedere che sia fatto silenzio, beh, vorrei essere il primo violino per stargli a tiro e baciarlo..ma... baciarlo proprio magari no, insomma però in quel momento provo una gran simpatia per lui!
-Il bar interno è troppo trendy ora e troppo piccolo, comunque mi ricorda il gossip dei vent' anni. Quella scala che non c'è più manca moltissimo e dovrebbero rimettercela.
-Vedere tutte le facce conosciute, immaginare che quelle persone hanno passato tanti anni lì dentro, penso che sia bellissimo portare avanti l'arte in quel magnifico teatro, vivendo gioie e dolori sempre insieme, anche se so che sicuramente questa convivenza non è sempre rose e fiori ma immaginarlo è bello. Magari si scannano però lasciatemi sognare!
-La porta a battente sulla sinistra della buca dell'orchestra mi attira come una calamita, da lì faceva sempre capolino papà quando andavo a vedere qualche opera in cui non partecipavo e ci starei le ore, mi metterei proprio seduta lì sulle scalette, con la testa appoggiata alla balaustra e gli occhi chiusi, lasciandomi trasportare dalla musica e dai ricordi.

Quando mi ritrovo lì rido e sorrido, come sempre del resto, e sono eccessivamente euforica, un po' per natura un po' perchè fuori controllo: non riesco a gestire le emozioni che quel luogo mi suscita. Speriamo di non fare troppe figuracce ma non credo, la cosa bella infatti è che questa euforia la condivido con chi è in sintonia con me, quindi...

Insomma ovunque mi sento una ragazzina, al Teatro dell'Opera invece è come se all'improvviso mi piombasse addosso tutta la mia vita e sentissi solo in quel momento gli anni che ho.
Beh ora non pensate che siano poi così tanti, ma un po' di tempo comunque è passato.

La cosa mi destabilizza perchè non sono nostalgica ma neanche mi lascia indifferente questa situazione e un po' forse, si,  mi piacerebbe avere la possibilità di rivivere almeno un giorno dei miei vent' anni, un giorno solo. Ridevo, scherzavo, mi esaltavo, mi divertivo, non avevo pensieri, mi dimenticavo addirittura di andare a ritirare i soldi della paga. Odiavo indossare costumi che non mi valorizzavano e mi piaceva troppo quando invece ne indossavo altri bellissimi con i quali mi sentivo una dea.
Non crediate che sia esagerata: con un vestito da Aspasia nel Faust o da principessa egizia nell'Aida si fa presto a sentirsi delle dee!
Dio quanto ho amato partecipare a quel Faust, col vestito tutto bello dorato e le calze a rete,  vorrei andare sul muro delle scalette che portavano giù ai camerini e scriverci sopra come fanno i ragazzini delle medie, per lasciare qualcosa che imprima per sempre cosa sia stato per me quello spettacolo. Ma non sarebbe per sempre perchè alla prima ristrutturazione verrebbe cancellato tutto, quindi eviterò di farmi arrestare per atti vandalici.

Ripensandoci bene però, oggi a distanza di anni cosa faccio? Rido, mi diverto, i pensieri ce l'ho ma ce l'avevo pure allora solo che i problemi di prima ora mi sembrano stupidaggini, per quanto riguarda i soldi dello stipendio poi, mi fanno i bonifici quindi non mi devo ricordare di andarli a prendere e comunque...me ne ricorderei!

Oggi tra l'altro mi capita di ballare vestita da matta in hot pants paillettati, tutta in lurex con gli occhiali a cuore, per dire, roba che altro che a vent'anni ...però...la dimensione così fatata in cui precipito quando metto piede in quel teatro è davvero speciale.
Lo so non è la prima volta che lo dico, sopportatemi per favore ^_^
So che lo farete eh eh eh!

I miei vent'anni sono stati bellissimi ma una cosa è importante: che oggi io possa ricordarli e gioire di quello che ho costruito con le mie mani anche sulla base di quei momenti.
Andare all'Opera con mia figlia più grande significa che non sono più una ventenne ma che ho una ricchezza meravigliosa da portare lì, dove sono in parte cresciuta.
Oggi ogni tanto la guardavo osservare la scena e mi emozionavo tantissimo, in quel momento come in un film con effetti speciali, un turbinio di immagini della mia vita mi passavano nella mente.
Io do valore a tutto, amo il mio passato lì dentro mentre un altro passato lo amo un po' meno ma è servito anche quello e poi soprattutto amo il mio presente e una delle gioie più grandi del mio presente era seduta lì in platea accanto a me.

Ah, dimenticavo: lo spettacolo mi è piaciuto tantissimo!

Carla

PS: Ho notato, rileggendolo, che ho iniziato questo post con stile spavaldo e canzonatorio ma l'ho terminato coi lacrimoni da romanticona, proprio come ho fatto oggi durante la visione del Candide!

La diciannovenne Aspasia!
sabato 21 gennaio 2012

Che palloni!


Se la Costituzione fosse ancora un minimo rispettata dovrebbero arricchirla con un articolo e magari metterlo per primo: l'Italia è una Repubblica tifosa basata sul gioco del pallone.

La serietà e l'enfasi con cui si affronta l'argomento, che sia parlandone tra amici o in televisione è sconcertante come assurdi sono i disagi creati alla circolazione, e non solo, in nome della partita del giorno...spesso feriale.

Passione? Sport?
No: business e fanatismo patologico!

Carla

Naufragi mentali

Faccio sempre maggior fatica a tollerare certe cose, certi meccanismi che anzi, non sopporto proprio più per niente.

Qualcuno mi può spiegare gentilmente, perchè il tizio che ha praticato il bondage estremo con quella ragazza che poi è morta soffocata, sta in tv a parlare? Non sopporto più questo show di tragedie umane dove vittime e dolore sono sfruttati senza scrupoli e inetti o assassini diventano star.

Non parliamo poi del "trailer" dello speciale Concordia sentito stamattina, con lo speaker che parla come se stesse presentando l'ultimo film di Spielberg.

Questa non è informazione ma istigazione alla morbosità a scopo di lucro.

Carla
giovedì 19 gennaio 2012

Pane, amore e gelosia: donne italiane alla fiera dell'Est!

Svetlana Zakharova

Sono sempre la prima a schierarmi contro certe donne, le nuove schiave, quelle che alla faccia delle lotte di chi ci ha precedute, ancora si vendono per ottenere ruoli e potere, le più squallide anche per molto meno ma non tollero la generalizzazione.

Sentire una donna, sostenuta caldamente da altre, che offende col peggior turpiloquio e insulta "tutte" le donne di un intero paese è veramente triste, segno di una società per niente evoluta come invece pensiamo di essere.

"Tutte" le donne dell'Est Europa sarebbero donne di malaffare, tutte, non se ne salva una e guai a controbattere perchè ti danno della perbenista.

Colpevoli di essere povere, retrograde, di non avere tradizioni, di non avere "schemi", ma quali schemi? Un paese non è una formazione su di un campo da calcio, ma ahimè, l'Italia mi sa che lo è. (Tristezza infinita).
E' con questi dati in mano che allora si decreta il seguente verdetto: sono tutte puttane da offendere e insultare!

Parliamo noi poi, che abbiamo avuto fino a poco fa il ministro Carfagna, il ministro Gelmini, il consigliere Minetti, quest'ultima pagata (coi soldi nostri) per smistare delle idiote, decerebrate aspiranti al titolo di puttanella di corte.
E sono solo pochissimi esempi.

Credo che molte donne insicure che si mettono con uomini pronti a voltarsi ad ogni gonnella dell'Est che gli svolazza davanti, dovrebbero dare il giusto peso alle cose e riflettere magari su chi hanno accanto invece di dare della z.....la a tutte le rappresentanti del genere femminile di quella parte del continente.

Ma loro si giustificano dicendo che parlano per esperienza, beh anche io parlo per esperienza e quindi rispondo dicendo che ho conosciuto tante donne di quei paesi: artiste danzatrici, musiciste, dottoresse con specializzazioni varie, umili lavoratrici o semplicemente mamme e mogli.

Ho anche una cugina acquisita, una ragazza dell'Est come la chiamerebbe quell'idiota di gran donna esemplare che le ha appellate tutte poco di buono,  quel poco di buono che inizia con la "z".
E' una bellissima ragazza (si di quelle da far girare la testa, forse è questo il problema?) ha sposato mio cugino, sono innamorati e ora hanno un bambino meraviglioso.

L'anno scorso invece ho conosciuto una ragazza, aveva l'amarezza e la rabbia dipinte sul volto, costretta ad abortire per non farsi cacciare dal posto di lavoro, faceva le pulizie, il bambino sarebbe stato un legittimo figlio nato da una relazione col fidanzato. Una donna negata del diritto di essere madre proprio a causa della povertà in cui versa il suo paese e dell'inciviltà che ha trovato qui, in quest'altro di paese, che si vanta d'esser progredito.

E le italiane? Non ce ne stanno di italiane dedite alla vendita dei beni naturali? A parte quelle citate prima, purtroppo ce ne sono tante altre che proprio perchè vivono in un paese meno arretrato e quindi meglio organizzato di altri, dovrebbero far leva su valori ben diversi e impegnarsi in direzioni più dignitose. Se questo dovesse riuscire difficile, almeno potrebbero lottare al fine di essere riconosciute per quello che valgono per non alimentare questo sistema che ci considera schiave.
Perchè di schiavitù si tratta.

Una conoscente tempo fa mi disse che odia le donne di colore perchè il fidanzato la tradì con una ragazza africana. Poi ha affermato che già era razzista, figuriamoci ora!
Beh complimenti, veramente complimenti per l'elevato livello di ragionamento.
Si può fare una battuta suggerita dalla rabbia per un fatto appena accaduto, ma il razzismo direi che un' altra cosa, e di quello si trattava.

Insicure, invidiose, bigotte, gelose, incapaci di  reagire questo è il problema. 

Non voglio giustificare nessuno ma dietro gli atteggiamenti di certe donne di alcuni territori, sicuramente ci sono dei motivi storici e culturali e se ancora non hanno sviluppato la conoscenza e le possibilità per combattere l'ignoranza e la miseria, non crederemo mica di poter sconfiggere il fenomeno puntando il dito e urlando: siete tutte delle mignotte!

Se qualcuna da adito ad essere mal giudicata, allora parliamo del caso, perchè appunto generalizzare e infierire con inaudita cattiveria?

Qui, in questo paese civile e progredito ci sono donne che quotidianamente lottano contro lo specchio e stravolgono il loro corpo per somigliare alle starlette televisive, donne che la domenica vanno a messa, che portano i figli a catechismo e poi guardano lo straniero pensando: è uno sporco ladro! Se è un uomo, e se è una donna: è una puttana!
Magari i tizi in questione non hanno fatto niente, ma il solo fatto di essere romeni o marocchini li rende colpevoli.
E ringraziamo pure quello schifo di pseudopartito chiamato lega e il governo recentissimo che abbiamo dovuto subire, per come hanno alimentato atteggiamenti del genere.

Gli stranieri con le loro donne, le puttane, a morire sui barconi al largo delle nostre coste contro ogni principio di umanità e legalità ...ma le nostre di puttane teniamocele belle strette e mandiamole pure a scaldare le poltrone su cui dovrebbero sedere persone preparate, investite di ideali e competenza.

Davvero deprimente e scandaloso.

L'anno scorso a Pisa rimasi scioccata nel vedere un cretino italiano che offendeva una donna africana, le urlava male parole, possiamo immaginare quali, io l'ho difesa e lei  seppur palesemente grata nei miei confronti poi, continuava a ripetermi di stare tranquilla che quel tale tanto stava solo scherzando.
Era spaventata, debole, fermamente convinta che il suo destino non potesse essere che quello di subire.

Le donne devono alzarsi in piedi e urlare i propri diritti.
Diritti che abbiamo conquistato a fatica e che sono ancora molto pochi.
Purtroppo invece si è a tutt'oggi troppo fragili, insicure e sottomesse.

Valorose figure femminili che un tempo si sono battute, per cosa e per chi? Per queste piccole donne che oggi si sentono forti per essersi conquistate un marito, per aver partorito dei figli, per essersi coltivate il loro piccolo orticello, tutto loro, guai chi glielo tocca e poi magari una ragazza dell'Est fa gli occhi dolci al consorte e diventano delle tigri.
Quindi via libera al ben noto "far di tutta l'erba un fascio", non sapendo fare altro evidentemente.
Ma tirate fuori la grinta per qualcosa per cui valga la pena davvero combattere per piacere.

Lottiamo insieme contro chi ci sfrutta e demolisce la nostra immagine invece di fare chiacchiere da pianerottolo dandosi man forte l'una con l'altra, cosa vogliamo insegnare ai nostri ragazzi in questo modo? E soprattutto cosa pensiamo di risolvere?

Carla

PS: Mi scuso per le parole esplicite ma i sinonimi non avrebbero reso l'idea!
mercoledì 18 gennaio 2012

Buona notte principesse!


Tutte le ballerine sono principesse e i loro sogni sono proprio così!

Carla


martedì 17 gennaio 2012

Amoricidi di Chiara Cassanelli in arte Chiara Tuna


Un applauso ad una mia ex ballerina storica approdata alla pubblicazione del suo primo libro!

Una raccolta di racconti molto vicini al genere noir ma che l'autrice preferisce definire fantareale.

Riuscirò a dormire, soprattutto senza agghiaccianti incubi, dopo aver letto di bizzarri serial killer, di amori morbosi e quant'altro di cruento partorito dalla testolina di questa ragazza fantasiosa e originale?
Eh eh eh ...spero di si, altrimenti cara Chiaretta dovrai scrivere il racconto della Maestrina Assassina!

Che bello essere citata alla fine, nemmeno avevo capito che quella Carla fossi io, tipico atteggiamento da Tuna: e iooo?
Leggo sempre i ringraziamenti a termine di ogni libro immaginando come e quanto quelle persone nominate possano essere state vicine all'autore...beh ora so come si sentono!
Del resto uno si da tanta pena ad incoraggiare fino allo sfinimento per quello scopo preciso: vedere il proprio nome scritto su di un libro!

Ah Ah Ah! :)

Tempo fa, ti ricordi? Finii pure nei ringraziamenti nella tesi di laurea in Ingegneria Biomedica di quella geniaccia di Ary.
Pensa un po' io con gli svolazzamenti farfallosi e con l' animo di ballerina che pulsa in tutto il mio essere* dove posso arrivare!
E' bello toccare tante vite interessanti e arricchirsi reciprocamente, molto bello.

Grazie.

Ti ho definita ex ballerina, perchè di fatto non balli attualmente ma ... di ex non hai nulla, tranquilla, e comunque sappi che essere mia ex è un ruolo ambito...eh già! Pensa che diversi tizi asseriscono di essere stati con me, pur non essendo il fatto avvenuto.
Uno addirittura è pure convinto di avermi lasciata, tant'è che una volta mi disse:
"Ti chiedo scusa, devo averti fatta soffrire parecchio!"
Coosa??? Ti giuro che non ebbi il coraggio di controbattere in maniera significativa tanto lo stupore....solo che poi una conoscente che avevamo in comune mi scrisse: "Ma sei Carla la ballerina, l'ex di Caio?" (Ho usato un nome di fantasia)!
E no, a questo punto ho dovuto mettere le cose in chiaro, qui o soffro di amnesie acute o la gente sta fuori di brutto. Il top è stato quando quello che, saputa l'età di mia figlia, si disse per un attimo dubbioso del fatto che potesse essere sua!
Ma brutto scemo, come ti permetti? Questo è troppo!
Poi precisiamo:  non credo allo spirito santo pertanto non penso possa avere alcun potere e se proprio vogliamo fargliela passare per buona, quella volta famosa, beh è stata l'unica in cui abbia agito e sia ben chiaro non in mio (s)favore!
Sebbene adori Madonna e il mio secondo nome è Maria!

Ma torniamo al prezioso libro ancora caldo di stampa...
ti auguro che Amoricidi sia solo il primo di una lunga serie di pubblicazioni!
I fans non ti mancano e ti abbiamo tutti sinceramente e affettuosamente incoraggiata quindi...
in bocca al lupo Chiara!

La "Ticcer"
Carla

* "...l'animo del ballerino pulsa in tutto il suo essere".
(K Gibran - La Danzatrice)
domenica 15 gennaio 2012

Skin

Uno di quei giorni di festa dove entrare nella sala buia, accendere la luce e desiderare solo di poter ballare quanto e come vuoi ti fa sorridere e ti rende felice.

In questo giorno il mio ritmo era precisamente questo, quindi...
... Skin sia!


Care ragazze, non vi dispiace vero per il nostro prossimo show?
Ovviamente c'è tutta una storia dietro eh eh eh!
Mica un balletto su sedia così nudo e crudo, 
ossia nudo simbolicamente si,
ma poi...
niente è come sembra!


Un bacio in particolare alle mie girls

Carla

Candidamente ingenua


Al Teatro dell'Opera in scena un qualcosa che poteva folgorarmi, ma io che faccio? Aspetto, tanto stanno tutti lì ad attendere che io mi ricordi che forse è il caso di assicurarmi i posti per tempo.

Che rosicata, uffa, forse ero convinta che quando l'altra sera volevo acquistare i biglietti on line per il Candide comparisse la scritta:

"Gentilissima signora Di Toro non c'è fretta, lei che è stata in assoluto la migliore ancella e principessa egizia che il nostro umile teatro ricordi, faccia pure con comodo, sappiamo quanto lei potrebbe apprezzare un simile spettacolo per mille e mille motivi, da Bernstein a Voltaire, dalle tecniche video alla messa in scena tutta. Per questo noi abbiamo lasciato invenduti alcuni biglietti proprio per favorirLa...stia pure comoda che La passiamo a prendere in limousine con annesso aperitivo. I biglietti li troverà nel vano portaoggetti del sedile rosa vellutato alla sua destra, saranno sigillati in busta con ceralacca e le sue iniziali saranno incise in oro 24 carati.
Ci dica solo, se vuole essere così cortese, quando le è più pratico raggiungerci.
Porti con Lei chiunque desideri accompagnarLa.

Distinti saluti
il Teatro dell'Opera di Roma prostrato ai suoi piedi e onorato per il suo interesse".

Il mio amato Voltaire unito alla musica di Bernstein, cioè io li amo tutt'e due alla follia, me li mettono in scena all'Opera, il teatro che una volta era casa mia e io, me ne accorgo tardi...lasciamo stare che mi sono troppo innervosita e nemmeno i capelli alla Welma Kelly ora possono fare niente :(

Carla 

PS: Più che ingenua avrei dovuto scrivere stupida, ma nel titolo, suona male.
venerdì 13 gennaio 2012

do mi sol do do sol mi do ♪ ♪ ♪


Svegliarsi di soprassalto il venerdì credendo fermamente che sia giovedì, con tutti i relativi impegni gravosi del giovedì, in più frustrata perchè no, non so suonare il piano, l'ho solo sognato stanotte!

Sarà che è un po' di tempo che chissà perchè mi immagino seduta davanti ad un bel pianoforte a coda mentre le mie mani si destreggiano tra i tasti con non poca abilità. La cosa assurda è che trattandosi di pura fantasia potrei suonare chissà quale pezzo impegnativo, invece in cosa mi diletto?
"Scale e Arpeggi" de Gli Aristogatti!!!

Del resto molto prima di indossare le scarpette ho messo mano su di un pianoforte appunto a coda, come testimonia la foto!

Carla

giovedì 12 gennaio 2012

Chicago hair style!


Mi fanno malissimo le gambe, nel senso che mi tremano proprio i quadricipiti tra l'altro allenatissimi quindi, boh non capisco proprio il perchè, il ginocchio è di nuovo piuttosto infiammato, mi gira la testa, ho la pressione bassa, sono nervosa, però...ho i capelli identici a quelli di Velma Kelly!!! YEAH :)

A volte le donne sono molto complicate ma sanno essere anche terribilmente semplici, per me almeno è così.

Carla


 
Enjoy...
mercoledì 11 gennaio 2012

Red Carpet


Il Red Carpet, anche se solo per una serata speciale dal sapore dell'anteprima e non ancora una prèmiere, è sempre un posto attraente!
Noi coreografi andiamo dove è richiesto il nostro estro e metterlo alla prova davanti la macchina da presa è stato fichissimo, si proprio fichissimo!

Mi sa che Araba Fenice ha ragione, c'è di mezzo sempre quel capoccione di Oscar Wilde il quale dice:

"Fai attenzione a ciò che desideri perchè potrebbe avverarsi".

Non è la prima volta che mi capita, che si avverino le cose che desidero, perciò non ho nessuna intenzione di fare attenzione! Eh eh eh!!!

Il mio desiderio non è il cinema in particolare, te credo mica so' attrice, beh veramente per un periodo ho esercitato la professione, in teatro però, e hanno pure scritto un monologo per me (comico)! Oddio cosa sta riaffiorando nella mia mente: io che recito la parodia di Cicciolina candidata alle elezioni politiche con un costume che se ci ripenso...ma che davvero l'ho indossato in pubblico? Ah Ah Ah! Era comunque un pezzo intelligente di satira! E certo mica lavoravo al night club, stavo in reggicalze ma ...roba impegnata eh! Dunque dicevo che il mio desiderio è quello di portare la mia creatività ovunque possa fare ciò che mi piace e ciò in cui credo, soprattutto.
Quando capita mi sento proprio in sintonia con l'universo!!!

Quindi evviva gli impavidi sognatori, quelli che ardono di desiderio, che amano osare, quelli per cui le porte chiuse sono semplicemente porte da aprire e davanti ai quali i muri alti e scoscesi diventano solo muri da scalare!

Buona notte e...Sogni d'oro!

Carla

Giochino: Trova l'intrusa...
Trovata? Maestrina Ballerina? Ma no, è Natalie Portman in viola, noi tutti bianchi e neri e lei in viola ma è assurdo ;)

Ah Ah Ah!!!
sabato 7 gennaio 2012

Folletti e scarpe rotte, una magica notte!


C'era una volta una befana di nome Fefferica. Come è noto era brutta, ma tanto brutta da far spavento. La cosa più brutta era quel grosso naso col neo peloso, era davvero brutta ma brutta, brutta, brutta che più brutta non si può.

Era anche molto triste e questo perchè sebbene i bambini la amavano per il fatto delle calze riempite ogni anno con tanti golosi dolcetti, nessuno l'avrebbe mai voluta come amica. Sapeva bene inoltre, che la notte del 6 gennaio i piccoli si addormentavano presto per timore di vederla e di rimanerne quindi spaventati.
Non era una bella cosa e ci rimaneva tanto male.

Iniziava a stancarsi: fare tutta quella faticaccia in una sola notte per ricevere solo letterine con richieste e bigliettini di ringraziamenti accompagnati da qualche misero biscotto, ma ne valeva veramente la pena? Spesso i bambini le lasciavano un bicchiere di vino, ma per chi l'avevano presa? Oltre che brutta, pure vecchia ubriacona? Poveretta! Talvolta si beccava addirittura qualche insulto perchè un marmocchio strafottente e capriccioso magari non aveva gradito il carbone.

No, era decisamente ora di cambiare, voleva di più, desiderava essere presa a modello dalle bambine.
Non voleva più che il suo nome fosse usato come offesa, non voleva sentir dire più: sei brutta come una befana! Invidiava tanto le fortunate principesse e anche le fate, loro si che erano ammirate sebbene non portassero dolci a nessuno. Sentiva spesso dire: sei una fata! Per dire ad una ragazza che era bella o sei bellissima come una principessa! 

Perchè le mamme dicono alle loro figlie: sei la mia principessa e mai una volta che dicessero sei la mia befana? Quelle stesse mamme amorevoli che la sera del 5 gennaio aiutano le loro bambine a preparare latte e biscottini perchè la stanca, povera, vecchia e brutta befana possa rifocillarsi dopo aver riempito la calzetta. Andassero a chiedere caramelle e cioccolatini alle fate o alle principesse, visto che sono tanto belle. Pensava con mestizia e rancore.

Una sera la befana Fefferica si fece forza e decise di tentare l'approccio con qualche fanciulla per farsi delle amiche. Piombò nella casetta dove tre sorelline dormivano beate, non fu attenta di proposito, fu anzi piuttosto goffa nei movimenti e le svegliò. Le bambine, Lolly, Gaya e Alice, sebbene impaurite, non reagirono però come la befana aveva immaginato con rassegnazione, non fuggirono piangendo chiamando la mamma. Pian piano invece si fecero coraggio e la affrontarono. Fefferica non abituata al contatto umano e quindi impacciata provava più volte ad avvicinarsi ma a questo punto le bimbe puntualmente indietreggiavano. L'incontro non fu poi così facile come era inizialmente sembrato.
Quando la befana chiese infine perchè non la volessero accanto, la risposta fu chiara:  
Tu, col nasone, no no no!

Insomma la solita storia, era brutta e nasona, e non era una nasona qualunque, era la befana, e un nasone come il suo non ce l'aveva nessuno al mondo.

Fefferica stavolta non si arrese, decisa ad andare fino in fondo chiese aiuto, ma le bambine non seppero proprio come intervenire.

Nella stanza, accanto ai tre lettini, c'era un bellissimo albero di Natale che catturò l'attenzione della befana, era davvero bello ma qualcosa la turbò in particolare, un movimento repentino, nel chiarore della camera, tra il bianco delle camiciole da notte delle tre sorelline e l'oro delle lucine decorative qualcosa di rosso acceso si manifestò fra i rami...possibile? Quella che sembrava solo un'impressione era invece realtà? Tre folletti sbucarono dall'albero e complottando tra loro corsero incontro all'incredula Fefferica che domandò esterrefatta sgranando gli occhi:

"Chi siete voi?"

"Ehi e menomale che porti gli occhiali!" - esclamò Gì, il primo folletto.

"...e anche piuttosto spessi, sembrano fondi di bottiglia!" - aggiunse Giò, l'altro folletto, chinandosi per dare una gomitata a Giù, il più basso fra i tre.

Fefferica sempre più incredula guardò con occhi ancora spalancati Gì, poi spostò lo sguardo su Giò, lo abbassò per guardare Giù e infine accortasi dell'arrivo tardivo e goffo del quarto disse:

"Ma siete addirittura in quattro!"

"Già!" - rispose appunto Già, il quarto folletto che aveva impiegato un po' di tempo a districarsi tra i rami essendo rimasto incastrato tra una pallina e un paio di lucine.

Lolly, Gaya e Alice si erano voltate dando le spalle alla scena, indignate per essere state svegliate si sentivano anche un po' magnanime per aver dato comunque alla befana la possibilità di mostrarsi a loro.

"Gìù!" - Urlarono in coro Gì e Giò a Giù, che per via della sua bassissima statura saliva sempre sulle loro spalle.

"E' ora di finirla, ci hai forse presi per una scala?" - imprecarono.

"Già!" - aggiunse Già, stanco di assistere a questa scena.

Fefferica si tolse per un attimo gli occhiali, si stropicciò gli occhi con le mani sporche di fuliggine e quando ebbe la certezza che quei quattro gnomi c'erano davvero, le venne di colpo un'idea geniale: i folletti sono maghi, in grado di compiere dei sortilegi e quindi l'avrebbero aiutata.
Ma si, perchè no?

Anche la befana per certi aspetti poteva definirsi una maga, ma non le era concesso altro che riuscire a volare su una scopa, cosa che non riteneva poi un gran vantaggio visto che poteva usare questa virtù solo  una volta l'anno, di notte e nemmeno per sbrigare faccende personali. Così si mise a pregare e ad implorare disperatamente che le venisse concessa questa possibilità: diventare bella. Bella come una principessa, come una fata, insomma non importa come chi, purchè semplicemente bella.

Gì, Giò, Giù e Già sin da quando erano nascosti tra i rami dell'albero di Natale avevano osservato e compreso la situazione. Decisero all'unanimità di agire in suo favore, però si fecero pregare ancora un po': avendo fama di essere dispettosi e per niente buoni, ci tenevano moltissimo alla loro reputazione e quindi a mantenere un certo atteggiamento. Ebbero poi cura di garantirsi quattro belle calze piene zeppe di dolci di ogni tipo: caramelle, cioccolatini, lecca lecca, confetti, liquirizie e tante altre sfiziose provviste.
Quando Fefferica era ormai stremata dalla disperazione, i piccoli quattro si dettero un'occhiata complice: era giunto il momento di mettere in atto il prodigio! Allora intinsero le manine in un pentolone che custodivano nel loro nascondiglio, iniziarono a roteare le braccine e a girare intorno alla befana, la avvolsero totalmente in una polverina magica, le si strinsero accanto e una volta finito il girotondo, meraviglia: il terribile nasone era sparito, la pelle era liscia come pesca, di grossi nei pelosi nemmeno l'ombra, i suoi abiti erano puliti e profumati, i capelli lucidi e splendenti. Fefferica era bella! Non si sa se come una fata o una principessa, ma comunque era bella!

Raggiante di gioia si unì ai folletti in un abbraccio affettuoso e piangendo commossa dedicò loro una filastrocca che recitò di getto. Al termine Gì, Giò, Giù e Già volarono via, è proprio il caso di dirlo, felici e contenti, tutti in fila a bordo della scopetta che Fefferica non voleva più vedere per quella notte. Tenevano stretti in mano quattro ricamatissime calze che traboccavano di ogni delizia. Un sacco enorme stracarico di dolci e carbone zuccherato era legato ben saldo alla coda dello stravagante mezzo di trasporto. La loro prima missione stava iniziando!

Il tutto era durato pochi secondi, proprio come quando si sognano lunghi e tormentati episodi che prendono vita nella mente per qualche istante ma che sembrano durare un'eternità. Fefferica era talmente stupefatta e intenta a rimirarsi che non si decideva a richiamare l'attenzione delle tre bambine, le quali però si voltarono spontaneamente rimanendo impietrite nel notare la trasformazione della befana. Il vestito stracciato era ancora a terra a dimostrazione dell'incantesimo avvenuto.

Fefferica esultante strinse a sè le nuove amichette. A quel punto accadde ancora qualcosa di cui stupirsi: entrarono in fila, una dopo l'altra tante befanine carine carine sulle loro scopettine: erano le amiche di Lolly, Gaya e Alice, tutte fiere di essere come la befana.
Ce l'aveva fatta: era diventata un modello da seguire!
Al ritmo di un'incantevole musica, danzarono insieme felici e contente per tutta la notte.

Il mattino seguente, molto tardi, Lolly, Gaya e Alice si svegliarono con il rumore proveniente dalla cucina e con l'odore di una zuppa che bolliva in pentola. Si stupirono di non trovarsi nei propri letti ma sul pavimento al centro della stanza. C'erano rametti di saggina sparsi per tutta la camera, una grossa scarpa rotta era finita sotto l'albero mentre la gonna rattoppata era impigliata tra i rami, una ad una trovarono tutte le prove che quella notte qualcosa di strano doveva essere accaduto.
Avrebbero dovuto sbrigarsi, aspettavano la nonna e la zia per pranzo e nonna Ludovica si sa non amava trovarle spettinate, ancora in pigiama, per giunta senza essersi lavate ed era quasi mezzogiorno!
Di corsa presero i loro vestiti puliti e si avviarono verso la stanza da bagno ma si arrestarono nell'udire la voce della nonna: era già lì? E sembrava essere arrivata da sola.
La tentazione fu forte, così cedettero e rimasero ad origliare la conversazione.

"Ai tempi miei questo non sarebbe stato possibile" - disse la nonna delle bimbe alla figlia Beatrice, la mamma di Lolly, Gaya e Alice.

"Mamma devi capire che ora hanno più stimoli, la società è diversa e..."


"...e cosa? C'è mancato poco che..." - ribattè la nonna.


A questa frase le bambine si guardarono deluse, forse la befana non esisteva? Era questo che volevano dire? Allora cosa significava quella bizzarra e divertentissima notte?

"Ma no stai tranquilla mamma..."- la tranquillizzò Beatrice.


"Sto tranquilla si, ora che sono intervenuta! Dovevi sentire che razza di roba: ridevano a crepapelle, ballavano, musica che andava..."- spiegò la nonna.

"Ah ecco, la nonna si è accorta della festa segreta e delle amiche che sono venute a trovarci, mi sa che abbiamo esagerato col baccano" - bisbigliò Lolly.

"Io non ricordo niente, ero stanchissima, devo essermi addormentata nel pieno della festa" - disse Gaya un po' frustrata.

"E quindi la nonna temeva che per poco i vicini non chiamassero la polizia, come quella volta che al buio con la torcia giocavamo a Strega di Mezzanotte e credevano ci fossero i ladri!" - concluse intuitiva e logica come sempre la piccola Alice.

Quindi la befana esisteva, pensarono sollevate, e il timore della nonnina altro non era che preoccupazione per il disturbo arrecato al vicinato durante la notte.

"Si, deve essere andata così, ora andiamo a farci il bagno almeno limitiamo i danni!" - pronunciò saggiamente Gaya.


Le tre si avviarono e non seppero mai come proseguì la conversazione:

"...ma ti pare normale? Fare baldoria tutta la notte, farsi fare la plastica al naso da quattro folletti matti e per giunta fargli finire il giro dei camini, ma ci pensi se qualcuno li avesse avvistati? Secoli di tradizione e sacrifici buttati all'aria"- esclamò amareggiata la nonna.


"Mamma dai, ormai è andata. Del resto si sapeva che Federica è sempre stata più fanatica di me, lo immaginavamo tutte che non sarebbe stato facile per lei, nemmeno per una notte portare quel naso orrendo e assumere le sembianze di una vecchia bitorzoluta, hai scelto lei proprio per questo, per renderla più umile ed altruista ma come vedi ha vinto trovando ancora una volta la soluzione. Che furba! E' sempre la solita: piange, impreca, fa la vittima così infine ottiene quello che vuole: ci sono cascati pure i folletti!"

"Tu piuttosto, anche se manca un bel po' di tempo, dovrai fare la tua scelta ...hai già qualche idea?" - chiese preoccupata la nonna delle bimbe sapendo bene di toccare una nota dolente.


"No! Non ci voglio pensare, è stata già abbastanza dura per me sapere di avere una mamma befana, ora lo è mia sorella, posso rimandare l'idea che un domani ne sarò io la madre?"

"Va bene figliola, hai ragione, goditi ancora qualche anno di tranquill..."


...driiiiin...driiiin...driiiin...

Erano le undici passate quando il telefono prese a squillare con prepotenza facendo sobbalzare Beatrice che dormiva profondamente. Si, dormiva.
La notte magica, in cui tutto può accadere, sospesa tra sogno e realtà era trascorsa e prenderne coscienza fu traumatico come tutti gli anni, stavolta c'era stato forse qualche intoppo più del solito ma le strategie per correre ai ripari non si smentirono entrando in azione al momento opportuno.
Ma chi aveva sognato e cosa? Forse tutti e forse nessuno, forse tutto e forse niente.
Si affrettò a rispondere al vecchio telefono a fili che teneva sul comodino e constatò in quell'attimo che le bambine erano già in piedi da parecchio, dalle otto addirittura. Eccitate, una volta sveglie non avevano resistito e così si erano cimentate di buonora nell'operazione di apertura delle calzette della befana, accompagnando come sempre con stupore ed entusiasmo la scoperta di ogni leccornia che vi trovavano all'interno.

Lolly, Gaya e Alice avevano dormito beatamente tutta la notte nella loro cameretta pulita e ordinata, ognuna nel loro lettino con il sorriso dipinto sui tre visini stanchi ma sereni. Come tutte le mattine del 6 gennaio si erano svegliate presto da sole per correre in cucina con aria festante, stavolta però attesero qualche minuto prima di andare a scovare le calzette. Avevano stranamente tutte qualcosa da raccontarsi, qualcosa di straordinario che le aveva impressionate, qualcosa che non avrebbero mai dimenticato- pensavano- qualcosa che in qualche modo però, svanì inspiegabilmente dalla loro testa nel giro di  pochi minuti.

Beatrice rispose al telefono piuttosto urtata: 
"Pronto? Ma chi è? Chi? Uff ...sempre il solito sbaglio, ma perchè la gente non fa più attenzione? Considerando pure che oggi è festa!" - sbuffò.

Meglio alzarsi pensò. Aveva già approntato il pranzo dalla sera prima ma non voleva farsi trovare troppo stordita dalla mamma e dalla sorella che poi l'avrebbero criticata ad ogni sbadiglio e fatta sentire buona a nulla per tutto il giorno. Il papà delle bambine aveva preparato la colazione e stava leggendo il giornale acquistato durante la consueta corsetta mattutina. Notando la faccia stranita della moglie le chiese se si sentisse bene, visto che aveva passato la notte a farfugliare nel sonno frasi strane su una presunta sorella befana che non tollerava di portare un naso orrendo. A quel punto le bambine scoppiarono in una fragorosa risata e si scambiarono sguardi divertiti, poi Alice disse:
"Mamma, zia Federica è un po' matta, ma non esageriamo!"

Si udì il suono del campanello: nonna Ludovica e zia Federica erano finalmente arrivate! Le bambine corsero ad aprire la porta spintonandosi nel solito gioco del chi arriva per ultima è una sciocca.
Dopo poco si ritrovarono tutti seduti a tavola in piacevole conversazione, zia Federica spiegò il perchè dei suoi cerotti sul naso: pare che nell'aprire maldestra il ripostiglio le sia caduta la scopa sul naso. Mangiarono di gusto ottime pietanze, discussero del più e del meno, gli adulti si scambiarono consigli e ricette, le bambine di tanto in tanto interrompevano per raccontare aneddoti scolastici o per mostrare cosa avessero trovato nella calza della befana.

A fine pranzo Lolly, Gaya e Alice ottennero il permesso di andare a vedere la televisione dai figli dei vicini, i genitori e la nonna andarono a sistemare la cucina mentre snob e pigra come sempre, la zia Federica sgattaiolò nella camera delle nipotine, si guardò intorno facendo bene attenzione che nessuno la notasse, poi si diresse verso l'albero di Natale e inserì decisa una mano tra i rami. Annaspava con frenesia alla ricerca di qualcosa. Dopo un po' di vani tentativi finalmente toccò qualcosa di morbido, qualcosa di caldo, qualcosa di appuntito, sentì un fruscio.

"AH AH AH AH  Giù piantala di farmi il solletico con i piedi sulle orecchie!" - disse Giò.

"Già!" - disse ovviamente Già.

"Piantatela!" -disse Gì- "... e lasciatemi dormire che da una nottata così non ci si riprende facilmente!"

"Già!" - disse - indovinate chi? - Già. Eh già!

Fefferica scosse la testa sorridente e fu felice di sentire che i suoi rossi amichetti stavano benone.
Si guardò allo specchio, sollevò appena i cerotti per ammirare ancora una volta la pelle liscia e vellutata come un petalo di rosa, poi li riappiccicò con cura sul naso perfetto, si compiacque del fatto che così bella non era stata mai e strizzò un occhiolino alla sua immagine riflessa. Vanitosa di una befana!




*Fine*



Bonus track:

"Filastrocca della Befana Fefferica"

A Gì, Già, Giò e Giù
se io brutta non son più
è grazie a voi folletti adorati
più cari di tutti i doni zuccherati.
Possiate viver felici e contenti
 e  placati sian i vostri tormenti.
Che mai un giorno conosciate tristezza
come io conobbi bruttezza.
Quant'è bella giovinezza 
che si fugge tuttavia
chi vuol esser bello sia 
del doman non v'è certezza!
Sarò bella e assai attraente
e magari impertinente,
mai più nasona, brutta e sciatta
grazie a voi son soddisfatta.
La scarpetta è luccicante
e l'aspetto affascinante.
Griffata la sottana
viva viva la befana!


Carla Di Toro

 Illustrazioni di Roberta Del Mastro

Curiosità:
Inventai "Folletti e scarpe rotte, una magica notte" anni fa come soggetto per una coreografia da far eseguire alle allieve piccoline ma già assai bravine. L'idea nacque dalla consapevolezza che nessuna bambina avrebbe gradito impersonare una befana orribile e nasona, le avrei volute accontentare tutte pur rimanendo fedele al tema dell'epifania. Se la befana brutta però, fosse diventata bella, anche tutte le altre a seguire potevano essere belle: le avrei rese quindi felici di interpretare questo balletto.
Per quanto riguarda la musica, presi in prestito la splendida danza delle ore tratta dall'opera "La Gioconda" di Amilcare Ponchielli. Risultò adattissima e la coreografia conquistò il pubblico!

Fefferica prende il nome da Federica, la bambina che interpretò la befana vanitosa. Portai in scena questa coreografia per due volte e anche la seconda volta, guarda il caso, la nuova allieva che andava ad interpretare il ruolo della befana, si chiamava Federica.

Lolly, Gaya e Alice sono i veri nomi o soprannomi delle tre allieve che invece interpretarono la parte delle tre sorelline.

Il balletto terminava con la danza corale dopo la trasformazione di Fefferica. La storia è stata romanzata successivamente.

Gì, Giò, Giù e Già non sono i veri nomi delle bambine che interpretarono la parte dei folletti!

Roberta, l'autrice delle illustrazioni, è mia figlia. Il soprannome datole dalla sua amica Federica è Lolly ed era quindi, sul palco, una delle tre bimbette sgambettanti.

Fefferica e Lolly sono ora quasi maggiorenni, insieme a molte altre loro compagne befane, continuano a danzare sempre più serie, appassionate e...chiacchierone.

Tutta la storia è frutto della mia fantasia, quindi ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale oltre che puramente impossibile mentre se si dovesse riscontrare un riferimento a storie preesistenti, è da considerarsi una sorprendente, insolita coincidenza.

Carla



venerdì 6 gennaio 2012

Mezzanotte in tre flashback (Capodanno-terza ed ultima parte)

Ripensando agli anni trascorsi.
Tre fasi della mia vita, tre luoghi, tre flashback.

1.Da giovanissima: ad una festa.
La rosicata quando arrivò una tizia tipo Rita Hayworth dei poveri, aria da diva annoiata, vestito orrendo color panna a fiori enormi, prevalentemente bordeaux e marroni. (Tristissimo: Tyra Banks l'avrebbe seccata subito). Tuttavia essendo molto scollato e molto aderente offriva generose vedute. Dato che la tipa, sebbene accoppiata, aveva scritto in faccia "la do" (non nel senso delle note musicali), attirò immediatamente l'attenzione dei maschi presenti, di quanti non saprei ma del mio fidanzato e dell'amico comunque si. I due si scambiarono delle battute, ora che ci penso più rivolte al terribile vestito che non a lei, ma il fatto che il mio fidanzato parlasse del suo abbigliamento venne vissuto dalla sottoscritta come una conclusione immediata di tradimento avvenuto! Avrei potuto unirmi alle battute e ridere con loro ma ...sono fasi, queste delle rosicate e delle gelosie, che devono essere vissute.
A mezzanotte la rossa conturbante si è preoccupata di baciare tutti, amici e non, mi pare pure con atteggiamento piuttosto lascivo. Fidanzati delle altre compresi.
Alessandro Matta "Gelosia" - sembro proprio io quella sera col nero caschetto e il purpureo rossetto!



2. Da single: sul palcoscenico.
Balletto di mezzanotte, il ricordo di me e della mia bionda collega Anna che ridiamo nel constatare che non ci si filava nessuno! Tutti ovviamente troppo intenti a brindare e baciarsi in allegria mentre noi imperterrite sul palco continuiamo a ballare "I'm going bananas" senza saltare un passo.
Che professioniste!
Il costume era davvero simile e i capelli in quell'anno li portavo così!


3. Da sposata: a casa.
Tornati il 31 mattina da un viaggio, stanchi morti ci addormentiamo tutti e quattro, chi in camera sua, chi in poltrona e chi sul divano (io). Ci svegliano i botti a mezzanotte, allora mi alzo piuttosto barcollante e prendo lo spumante, a quel punto mi guardano tutti basiti dicendo: ma che dobbiamo brindà per forza?
Quello si che è stato un capodanno alternativo!


Bene, la trilogia sul capodanno è giunta al termine. Posso congedarmi con la coscienza più che a posto!
Ancora tanti auguri a tutti...

Carla
mercoledì 4 gennaio 2012

Women in red (Capodanno-parte seconda)

Cose che si trovano facilmente solo in prossimità del capodanno
Questo è il mio secondo post sul capodanno in cui descriverò cosa mi piace e cosa non mi piace a riguardo.

Dunque iniziamo con le 10 cose che mi piacciono del capodanno:
  1. Mi piace semplicemente che sia festa, non avere orari se non quello di brindare a mezzanotte.
  2. Osservare cosa ho intorno, le persone che ho accanto e riflettere sulla strada che ho fatto: il periodo natalizio mi riconduce inevitabilmente all'infanzia suscitando pensieri, ricordi e valutazioni.
  3. Mangiare le lenticchie col cotechino, che pur essendo grasso e viscido mi piace da sempre, da quando mia madre ne preparava una padellata enorme cui attingevo per giorni finchè non finiva.
  4. Andare a dormire immediatamente dopo il brindisi: è l'unica notte dell'anno in cui mi viene sonno.
  5. Già sto in difficoltà, quindi temo non potrò arrivare a 10!

Passiamo allora alle 10 cose che non mi piacciono del capodanno:
  1. Il fatto che le vetrine trabocchino di roba super sexy. Anche nei negozi più semplici di lingerie, ci si può imbattere in uno smisurato campionario da far invidia a Pigalle. E qui ogni volta penso: ma perchè? Perchè solo a capodanno? Ma se una volesse comprare dei copricapezzoli in strass o un reggiseno tempestato di Swarovsky il 3 aprile o il 4 ottobre, perchè dovrebbe perdere la pazienza nell'estenuante ricerca di rari rivenditori specializzati? Perchè ogni volta bisogna pensare di fare provviste a capodanno? Perchè, se per vari motivi mi dovesse servire a maggio un reggiseno rosso, lo dovrei sapere già verso dicembre, così da poterlo acquistare in tutta calma ovunque mi trovi? Insomma mica è roba da collezione stagionale! Non è proprio come chiedere un cappotto a luglio o un bikini a novembre. A quanto pare invece, il mondo del marketing ha deciso così. Un domani molto lontano (che secondo i Maya non ci sarà) nei musei, alla sezione dedicata agli oggetti di uso comune del nostro tempo, si troveranno delle teche in cui saranno esposti copricapezzoli e aggeggi di pizzo di colore rosso sbiadito. La targa didascalica riporterà quanto segue: Accessori che le donne del XXI sec. d.c. usavano solo quando potevano trovarli facilmente in commercio, cioè nel periodo che precedeva l'ultima notte dell'anno solare. Notte in cui erano solite indossarli  per stimolare la fantasia sessuale di compagni di vita o partners occasionali. Spesso si portavano su seni maggiorati da protesi artificiali e quindi servivano, a buon bisogno, per camuffare le cicatrici dovute all'intervento di chirurgia plastica cui queste donne si sottoponevano, pare, nel tentativo di divenire attraenti come le starlet televisive, considerate icone di moda e bellezza assoluta. Questo intervento in alcuni paesi fu causa di malattie anche molto gravi. Il colore sbiadito è dovuto alla cattiva conservazione dei materiali trattati con tintura cinese di pessima qualità e per giunta tossica. A questo punto il visitatore del museo, di certo non sarà pervaso dalla stessa ammirazione che noi oggi manifestiamo di fronte ad oggetti appartenuti a donne vissute nell'antichità, immaginando una geniale ed affascinante inventiva arcaica.
  2. Poi, non mi piace il business che c'è dietro cenoni e feste. Vengono richieste cifre esorbitanti solo per poter entrare in un locale. Nessuno pretende niente gratis, ma centocinquanta euro solo per metterci piede, mi pare un po' esagerato.
  3. Non mi piace immaginare che per molte persone sia solo un ennesimo difficile momento, buono solo per sentirsi particolarmente soli o poveri, perchè la società generalmente è concentrata su altro e sembra quasi voler dimenticare che, tra il 31 dicembre e il 1° gennaio, c'è chi non ha nulla da festeggiare.
  4. Non mi piacciono i botti: mi fanno paura, spaccano i timpani e sono pericolosi per gli animali (quest'anno pare se ne siano accorti e non si parla d'altro). Inoltre peggiorano la già compromessa salute mentale di gente idiota che non solo ferisce sè stessa, ma anche parecchi malcapitati, spesso bambini e talvolta con conseguenze letali. Noi manteniamo il pronto soccorso con i nostri soldi e quindi paghiamo per gli idioti in questione. No, non mi sta bene. Poi vedere tutto quel fumo e sentire quelle forti vibrazioni nelle nostre belle piazze arricchite da importanti monumenti mi intristisce.
  5. Non mi piace avere il timore di dimenticare qualcuno cui fare gli auguri, riceverne da persone che ti battono sempre sul tempo così come non mi piacciono gli auguri ricevuti in serie, di quelli che il mittente invia a tutta la rubrica, impersonali e non firmati, provenienti da numeri che non sai più a chi appartengono. Così alla domanda: Scusa chi sei? Non ho più il tuo numero memorizzato ti arriva la tardiva risposta: Sono Chiara! Bene, ne conosci almeno undici di Chiara e nonostante ciò, la situazione non si è chiarita per niente.
  6. Non mi piace immaginare i negozi chiusi, le strade deserte, i teatri vuoti, la mia sala di danza buia e priva di vita. (Lo so questo punto va in contraddizione col punto 1 delle 10 cose che mi piacciono, che poi sono solo 5).
  7. Non mi piace il discorso a reti unificate del presidente della Repubblica.
  8. Non mi piace provare quasi senso di colpa perchè, per quanto ami la musica, non ho voglia di sintonizzarmi a tutti i costi sul concerto di capodanno.
  9. Non mi piace pensare che appena cinque giorni ed è già ora di smontare l'albero, quindi riporre palle e palline, luci e lucine nelle apposite scatolone da riporre nello scomodo soppalco rialzato. Come quando torni da una vacanza e vorresti la bacchetta magica che disfa la valigia, la ripone ne lava e ne stira il contenuto.
  10. Non mi piace che bisogna per forza parlare del capodanno. Ossignore, io lo sto davvero facendo e non ho nemmeno finito! Se devo scrivere una serie di post sull'argomento, due sono decisamente pochi, direi almeno tre, si, una trilogia ha sicuramente un che di serietà scribacchina della quale non mi priverò.
Carla 


lunedì 2 gennaio 2012

Tanto per iniziare: Tanti Auguri! (Capodanno-parte prima)

 

Innanzitutto:
AUGURI A TUTTI!
Ho deciso che dedicherò una serie di post al capodanno.
Non so ancora quanti saranno pertanto posso solo dire che questo di sicuro è il primo. 
Mi esprimerò allora in un breve bilancio personale circa l'anno passato e in un unico proposito guardando all'anno nuovo.
Così non vi annoio e non cado troppo nel banale...

...dunque nel 2011 ho realizzato diverse cosucce belle belle.

Quali? Forse le elencherò in un articolo a parte!
(Ecco, posso già dire che i post dedicati al capodanno sono di sicuro due)!

Sono quindi contenta ed appagata e mi sto schiarendo sempre più le idee su ciò che 
desidero ancora costruire.

La prova che quanto realizzato sia davvero una bella cosa, per quanto mi riguarda, sta nel fatto che essa non è statica ma ha degli esiti, dei seguiti che continuano ad evolversi.

Non del tutto nuova, ma comunque grandiosa, è stata la sensazione provata quando via via mi sono resa conto che se ti impegni al massimo, ti stanchi parecchio e fai dei sacrifici poi... arriva il premio. 
Un premio che non hai chiesto a nessuno e per cui non hai partecipato a nessuna gara, semplicemente un premio che la vita ti fa per averla vissuta con impegno e dedizione fino in fondo, nel bene e nel male!

Si, diciamo che di questo ne sono convinta. 

Per il 2012, a parte i successi nel lavoro e altri aspetti fondamentali come la salute e il benessere familiare che ovviamente ci si augura tutti di ottenere, di mantenere o migliorare, mi auguro tanto una cosa:
rapporti umani amichevoli belli e sinceri. 

Quest'anno ho riflettuto molto sull'argomento e troppe volte sono rimasta delusa ed allibita a causa di comportamenti scorretti ed invadenti da parte di persone che invece credono in questo modo 
di essere benevole. 
Mi ha fatto molto piacere constatare che però sebbene delusa, io non soffra e soprattutto non smani per imporre il mio punto di vista, mentre gli altri in questione smaniano...uh se smaniano!

Beh, bel risultato considerando che fino a poco tempo fa ero pure io una che smaniava, 
ora riesco a controllarmi decisamente meglio.

Le persone che mi sono veramente amiche hanno occhi per vedere chi hanno davanti, mi ascoltano e mi parlano con sincerità a beneficio di uno scambio leale.

Insomma nell'anno che viene mi auguro di ottenere maggior rispetto ma so già che non mi devo aspettare niente e soprattutto non devo pretendere troppo dagli altri che, nella maggior parte dei casi, continueranno a voler essere come sono. Solo io posso fare qualcosa per me e perciò cercherò di allenare sempre più la schiettezza e la spontaneità, anche e soprattutto con me stessa, essendo queste le uniche condizioni che mi hanno permesso di rafforzare il carattere e di creare una barricata che mi protegge da sgradevoli atteggiamenti altrui!

-Fine prima parte-

Ancora Buon Anno ...
Carla

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