Il blog che le amiche dicevano di leggere al mattino col caffè (chissà se lo faranno ancora)

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lunedì 29 ottobre 2012

Pensare a Gene Kelly e altre cose da fare in caso di pioggia!



Ho bisogno di fronteggiare l'arrivo della stagione fredda, quindi elencherò una serie di cose che posso fare oggi per allietare il grigio pomeriggio arrivato all'improvviso il quale mi farà iniziare pure a lavorare col buio dell'ora solare.
Sono anche colta da problemi femminili che non sto a dire, ma colgo l'occasione per ricordarvi di documentarvi sulla Mooncup che, se vi decidete a darmi retta, vi farà vivere quei giorni smadonnando molto ma molto meno.

Dunque oggi potrei...

-Preparare una cena invernale di quelle da famiglia della pubblicità, di quelle che fai presto ma sono tutti contenti e tu poi hai la coscienza non a posto, di più.

-Fare anche il budino al cioccolato.

-Andare a prendere mia figlia a scuola e approfittare nell'oretta precedente di fare un salto in qualche negozietto carino e anche un po' di spesa coi buoni pasto che mi danno quella piacevole sensazione di non spendere niente. (Che ovviamente non è vero).

-Truccarmi adesso e di rosa, perchè dopo non mi andrà.

-Aspettare che spiova e tirare giù dallo stanzino gli Emu e gli altri stivaletti impellicciati con le borchiette. Convincermi del fatto che anche se il suddetto stanzino è in terrazza, quindi impolverato, non morirò di tetano, lebbra o simili. Inoltre non pensare a mio marito quando riporrò malamente le scatole per non stranirmi più del dovuto immaginando la sua reazione.

-SMETTERLA SUBITO DI MORDERMI LE LABBRA.

-Sforzarmi di sentirmi sempre e solo Wonder Woman in azione e sempre meno Superman con la criptonite al collo.

-Immaginare Gene Kelly sotto la pioggia guardando dalla finestra sia di casa che della sala danza se dovessero persistere le precipitazioni. Tipo mantra: Gene Kelly, Gene Kelly, Gene Kelly...

-Indossare a danza i nuovi scaldapiedi imbottiti, le calze sotto i leggings, il pantaloncino nero scaldatutto sopra i leggings e poi un bel maglioncino fashion sul body o top.

-Dare alle allieve, che frequentano pure il corso di classico, la sconvolgente notizia che le porterà a toccare il cielo con un dito.
Si, lo farò oggi, tanto ho deciso: sono pronte! Così la buia, fredda giornata diverrà luminosa irradiata dal loro entusiasmo.

Credo che possa bastare.

Buon lunedì da...

Miranda (devil) Milian



Rovine


Ieri è accaduto un fatto che mi ha sconvolta.
Decanto spesso la bellezza del Parco degli Acquedotti di Roma, vicino l'Appia Antica. Ogni volta che ci vado e accade spesso, pur non avendo visto il mondo intero penso che per forza quello deve essere uno dei posti più belli in senso assoluto. Passeggiare, correre, fermarsi a leggere o semplicemente guardarsi intorno, qualsiasi cosa si voglia fare lì diventa bellissima, certo qualsiasi cosa è un modo di dire e tra queste escluderei di sicuro un omicidio.
Quello che è avvenuto ieri in pieno giorno lì, in quel posto meraviglioso.

Ero andata al parco verso le tre per una passeggiata con mia figlia e appena oltrepassato il primo arco ho avvertito già un'atmosfera strana. C'era poca gente, man mano che ci avventuravamo verso l'interno sentivo che forse era il caso di tornare indietro, a un certo punto ho provato addirittura spavento nel guardare oltre un muretto, mi sembrava proprio un luogo tetro che ispirava brutti presagi, pur nella sua solita bellezza, pure se solo il giorno prima ci avevo visto una coppia di sposi farsi le foto in abito da cerimonia, alle quattro meno venti ho pensato che era meglio andare via.

Tornata a casa e acceso il computer, ho trovato l'articolo che informava circa il ritrovamento di un cadavere nel parco degli acquedotti alle quattro e mezza, proprio lì dove avevo guardato l'orologio una mezzoretta prima e dove avevo avvertito forte l'istinto di andarmene.
Mi si è gelato il sangue.
La vittima era un nordafricano, ucciso con colpi d'arma da fuoco e pare che tra assassino e complici ci siano di mezzo tre uomini di cui un padre e un figlio minorenne.

Al di là del mio presagio, che mi pare di capire dai miei approfondimenti è spiegabilissimo nel senso che siamo noi a dare un limite alla nostra facoltà di percepire il mondo, ma in realtà siamo capaci di andare ben oltre anche se non ce ne accorgiamo, è veramente terribile non poter fare una passeggiata in pieno giorno in un luogo del genere perchè si rischia di trovarsi in mezzo ad una sparatoria e per noi donne c'è sempre quell'altro rischio dietro l'angolo, quello che più mi faceva venir voglia di scappare ieri da lì.

A me già stavano disturbando le scritte sulle rovine dell'Acquedotto e mi chiedevo come si possa fare per salvaguardare i nostri beni archeologici che tutto il mondo ammira e ci invidia dagli atti vandalici che li deturpano, come si può fare per prevenire i frequenti crolli, poi, sei quasi testimone di un fatto cruento che avviene proprio lì accanto.
Rovine su rovine. Preziose le prime quanto ignobili le seconde e di fronte ad un omicidio ovviamente decade tutta l'indignazione per le sgradevoli scritte con la vernice spray.

La sicurezza a Roma non esiste, siamo sempre più sottoposti a pericoli di ogni genere, mentre nelle sedi opportune i delinquenti al governo discutono su come proteggersi dai processi e continuare a beneficiare di assurdi privilegi. Inoltre qui vantiamo un sindaco con precedenti per atti violenti che si è fatto pure otto mesi di carcere ma che ha conquistato il Campidoglio grazie ad una vittoria facile contro un candidato concorrente troppo improbabile.
Bel quadretto.

Carla




giovedì 25 ottobre 2012

Si fa presto a dire Danza

"Apollon Musagete"

Danza è una parola importante. Non usatela per definire ciò che nemmeno lontanamente può essere paragonato ad essa.

Mi spiego meglio:
la zumba NON è danza,
un ballo di gruppo NON è danza,
la ginnastica artistica NON è danza,
qualsiasi innovazione del fitness che tende ad imitare movenze ballate NON è danza.

Così come l'Hip Hop invece è una forma di danza e non è fitness.

La danza artistica non esiste mentre il termine contraddittorio "danza sportiva" mi fa venire l'allergia.

La Danza non è uno sport, non è un'attività che si fa per dimagrire, per sfidare qualcuno in gara, per stare in forma, svagarsi o bruciare calorie divertendosi.

La Danza è Arte. Una suprema Arte.

Sicuramente può far dimagrire, modella il fisico, fa stare bene (che è dire poco, visto che ti fa star bene anche con i piedi incerottati e i muscoli a pezzi). Il lavoro è finalizzato alla perfezione e all'eleganza del gesto, deve fornire la tecnica adeguata e il potenziamento, necessario per eseguire passi ed evoluzioni che richiedono molta energia, il tutto da eseguire perfettamente in sincronia con la musica.
Un ballerino deve necessariamente diventare una cosa sola con la musica, deve dipingerla con la sua danza.

Coreografia (koreia=danza, graphia=descrizione) un'altra parola grossa relativa alla danza.
...e 5, 6, 7 e 8, tum tum cha...mettici dentro dei passi e hai fatto!
Fatto cosa?
Una coreografia no di certo, mi dispiace ma non è così facile.
Continuate pure a chiamarla coreografia, come chiamereste disegno uno scarabocchio ma sappiate che non lo è. (Nemmeno se lo scarabocchio è carino).

Per costruire una coreografia (scusate la ripetizione ma lo voglio dire ancora: coreografia, coreografia, coreografia ecco!...tornate ora all'inizio della frase se la parentesi vi ha fatto perdere il filo del discorso) ci vuole tempo, tanto tempo.
Certo dipende se si sta coreografando un balletto in tre atti o una canzone di cinque minuti, comunque sia, necessita tempo e dedizione. Vanno formate figure, sviluppate idee, creati giochi di simmetrie o asimmetrie, contrasti e altro ancora.
E come si arriva a quel momento in cui ci si mette d'impegno e sfornare una coreografia?
Col talento e la predisposizione sicuramente, ma anche e soprattutto con anni di danza (e te credo), studio della musica (e non solo il 4/4), disciplina ferrea e poi pure un po' di cultura non sarebbe male, sia in generale sia specifica, per sapere in cosa ci si sta cimentando (sembra strano ma molti, in effetti, non sanno quello che stanno facendo).
Spesso non lo so nemmeno io, s'intende, allora vado a studiare.
Umiltà quindi, che mica si nasce imparati e pure che da mo' che sei nato, c'è sempre da imparare.
Con un po' di cultura in merito insomma, si eviterebbe di incorrere in un errore grossolano: quello di definirsi un coreografo solo perchè, per esempio, ci si dimena un paio d'ore in una palestra in preda all'esaltazione.

Intendiamoci, non ce l'ho con chi svolge tali attività, ci mancherebbe, ma le parole per me hanno un valore e allora mi piace chiamare le cose con il loro nome.
C'è da dire però, che spesso un nome 'ste cose non ce l'hanno, allora basta un po' di creatività: inventiamolo!
Si, ho deciso: aiutiamo le persone che fanno cose senza nome a coniare termini adeguati, così da renderli soddisfatti ed evitare che rubino appellativi altrui.
Da oggi quindi ci saranno:
-Gli zumbografi, che creano le zumbografie per zumberini o zumbatori.

- I kuduri summer style, quelli che si destreggiano in spiaggia nei balli di gruppo.

-I 100% kuduri, sono la specie evoluta rispetto ai summer style perchè proseguono l'attività anche d'inverno nelle palestre, cercando di acquisire senso del ritmo e coordinazione, così l'anno prossimo potranno ambire alla prima fila sul bagnasciuga, subito dietro gli animatori, che probabilmente li coinvolgeranno pure nel cabaret del sabato sera! ...a proposito di animatori, ecco, sono animatori. Punto. Un nome ce l'hanno quindi non sono coreografi, scenografi, insegnanti, attori o registi, chiaro?
Quanto al cabaret è da preferirsi quello della domenica, ovviamente ricolmo di pastarelle!

-Infine ci saranno le colite, che a furia di muovere la colita asì asì como gusta a las mujeres, la colite, se la faranno venire veramente e la faranno venire pure a chi le guarda, sempre che questi malaugurati spettatori abbiano buon senso...del ritmo, se non altro.

In conclusione: divertitevi quanto volete, ma prima di tirare in ballo la Danza contate almeno fino a otto e ...desistete.
Grazie!

Miranda (devil) Milian


lunedì 22 ottobre 2012

L'albero di Sofia e altre belle storie


Che meraviglia oggi essere accolta così a scuola:
Allieva Alyssa (correndomi incontro): Carlaaa oggi avrai una sorpresa!
Mamma di Alyssa (esultante): Ecco sta arrivando la sorpresa!
(Avevo già capito di cosa si trattasse ma stavo al gioco).
Mi volto e infatti non sbagliavo, vedo scendere dalla macchina Viola con i genitori.
Un'altra bimba che mi segue da 6 anni, quest'anno non sarebbe tornata e invece...nostalgia della danza, abbraccio interminabile e due lezioni di danza col sorriso smagliante, anche alla sbarra.

L'altro giorno Sofia invece mi ha portato quel disegno postato qui sopra, l'ha fatto a scuola, doveva disegnare un albero che la rappresentasse ed ecco il risultato: un albero con le radici come due gambe di ballerina e la fronda come un tutù.

Un'altra allieva grandicella ha scritto parole meravigliose sul suo blog per descrivere ciò che la danza le ha insegnato, se volete potete leggere qui.

Chiara e Sara mi chiedono continuamente curiosità e approfondimenti sulla danza e...ce ne sarebbero tante altre da dire.

Ci sono poi tutti quei visi pieni di aspettativa e quell'impegno che vedo quotidianamente in ogni mio allievo.

La scuola di Danza è anche questo, far nascere in ognuno la scintilla della passione, accrescere la sensibilità, quella sensibilità che permette poi di capire sempre più quanto vasto sia questo mondo e quanto impegno ci vuole per ottenere anche il minimo risultato.
E' un viaggio bellissimo fatto di tappe entusiasmanti, ogni volta c'è una meta ma è il viaggio ad essere sempre emozionante e così lezione dopo lezione, prova dopo prova, è giusto pensare all'emozione del palcoscenico che arriverà, ma si brilla comunque e sempre, tutti i giorni anche con i piedi doloranti e i muscoli sotto sforzo.
Chi vuole facili risultati e usa la danza come passatempo divertente, dico la verità, è meglio che si dedichi ad altre attività meno impegnative, il divertimento di sicuro nella danza c'è, ma non è inteso come svago e la disciplina è necessaria semplicemente perchè è l'unica arma per ottenere quella forza d'animo che ci rende capaci di superare qualsiasi avversità, e ogni ballerino incontra le sue, questo è certo.

Perciò sono grata a tutti coloro che insieme a me condividono ciò e se è vero che ringraziano me è anche vero che io ringrazio loro perchè mi danno modo, giorno dopo giorno, anno dopo anno, di approfondire e continuare a sperimentare questo mio splendido lavoro che non è l'unica attività possibile per un ex ballerino ma un'opportunità grandiosa per continuare ad essere un ballerino...con una marcia in più!

Maestrina Ballerina

domenica 21 ottobre 2012

TG: la fiction più seguita


Non sopporto più i telegiornali, veramente è da un po' che non li sopporto.
Più o meno tutti.
Non sopporto il modo di fare informazione che poi informazione non è.
Non sopporto questa frase, una tra tante: "...l'omicida a detta dei vicini è un ragazzo tranquillo che ama il basket, ma ieri è impazzito e ha scaricato la sua furia uccidendo la povera ragazza colpendola a morte e lasciandola in una pozza di sangue".

Spesso aggiungono che non si conoscono i motivi del gesto, non si conosce l'entità del disturbo di cui soffre il violento, sempre che un disturbo in particolare ce l'abbia e a volte magari ce l'ha pure.
Era tranquillo, normale, amabile, buono ma poi...boh ...è impazzito...
Perchè non diciamo però che la società è malata, che i ragazzi (futuri adulti non ce lo scordiamo) sono vittime di un sistema che li manipola da quando sono nati, che li rende automi, che li rende insicuri e violenti all'occorrenza, è molto logica questa conseguenza, non è così strano che s'impazzisca, non è strano per niente.

Non tutte le famiglie sono in grado di compensare con il loro operato a questa piaga sociale della manipolazione, non giudico ma è così, vittime sono i morti uccisi e anche chi uccide perchè non ha imparato l'arte di vivere pertanto non dà valore alla vita, nemmeno alla sua.

Non esistono "ex gelosi", semmai esistono ragazzi con una scala di valori completamente sballata, ragazzi diseducati e addestrati per non credere in sè stessi al punto da annientare vite, qualora l'altrui comportamento alimenti le loro insicurezze e i loro punti deboli.

Le interviste ai vicini, ai parenti che piangono ai funerali, l'enfasi nel descrivere la pozza di sangue.
E' stata colpita a morte, non basta? No, la pozza di sangue fa audience, i pianti disperati pure.
Il sangue alimenta la naturale morbosità e lasciatemelo dire piace a molti, il gusto del macabro, la notizia pompata (come se ci fosse bisogno di pompare una morte), qualche malato che poi si eccita e imita.
Che schifo.
E hanno il coraggio di chiamarla informazione quando non è che un modo come un altro per contribuire pesantemente alla diseducazione, necessaria per la continua formazione di automi programmati.
E non parliamo degli special su noti reati, presentati con trailer degni di una pellicola hollywoodiana.
Lì si tocca davvero il fondo.

Le parole stanno perdendo sempre più il loro significato quindi la lingua, identità di un paese, è sconosciuta a molti, si usano vocaboli in maniera impropria e si offre un prodotto, per esempio l'informazione in una maniera che lo trasforma invece nel suo esatto contrario.
La confusione è totale, la conseguenza è una grave alterazione delle relazioni tra individui, responsabili a questo punto dell'imbarbarimento della società.
Mi pare che, purtroppo, ciò sia evidente.

Carla
sabato 20 ottobre 2012

Sabato sera


Il mio sabato sera.
Ghiaccio sul ginocchio per l'infiammazione che non deve assolutamente degenerare, libro, blog e attesa.
Attesa che passino tre ore per andare a prendere mia figlia a una festa.
Tre ore!
Per una che ha già sonno, è veramente un bel po' di tempo.
Si perchè per il momento pare che la solita insonnia mi abbia abbandonata, quindi potrei addormentarmi tranquillamente.

Eppure, questo sabato sera è davvero migliore di quelli da uscita forzata, quelli che perchè è sabato bisogna uscire, bisogna divertirsi, bisogna fare baldoria, ma dove sta scritto?
E ammesso che sia scritto da qualche parte, chi l'ha scritto?
E ammesso che qualcuno l'abbia scritto, bisogna dargli retta per forza?

Ecco, tra le cose che non farei mai ci sta proprio questa: uscire il sabato sera!
Uscire inteso come andare al ristorante, al cinema, in un locale e via dicendo.

Il divertimento non è uscire e andare da qualche parte ma la conseguenza di una condizione interiore, quindi una volta che ce l'hai ti puoi divertire pure dentro casa, a lavoro, in metropolitana o addirittura alla cassa del supermercato.
Ora potrei dire una serie infinita di cattiverie sul sabato sera e soprattutto sulle mandrie del divertimento forzato, ma ve le risparmio.

Tirando le somme, il ginocchio dolorante è una rottura di scatole ma per il resto il libro che sto leggendo è molto più intrigante di ciò che si può fare in centomila locali... ah no, tranquilli non è quello delle 50 sfumature, si tratta di un libro sulla programmazione mentale e il libero pensiero.

Cosa c'è di più avvincente dell'avventurarsi nei meandri della mente?
A me l'argomento interessa moltissimo, talmente tanto che anni fa per analizzare in particolare il mio su base scientifica e risolvere anche qualcosina mi iscrissi a psicologia e detti sette esami, con la media del 30.
Poi capii quel che m'interessava e dovendo continuare a ballare, lasciai.
Diciamo che lo studio ufficiale mi permise di iniziare a percorrere delle strade per poi continuare da sola.
Certo, chi vuole capirci qualcosa o risolvere va in analisi, io invece, tanto per distinguermi mi sono iscritta alla facoltà per autoanalizzarmi... e anche per fare qualcosa di elettrizzante da sostituire agli incontri con un fidanzato che stava diventando noioso, molto noioso.

Per quanto riguarda le uscite serali, sappiate che non mi sono fatta mancare niente a tempo debito, a uscire uscivo ma c'è da dire che col lavoro che ho fatto, la sera, dovevo uscire per forza e come mi piaceva dopo lo spettacolo o le prove andarmi a fare quattro risate con amici e colleghi, quanto si rideva, se capitavano feste improvvisate ci si andava con pezzi di costume di scena o abbigliamento da danza perchè non si era partiti attrezzati da casa.
Ricordo ancora quando al rientro a casa infilavo la chiave nella serratura piano piano, quasi senza respirare con la speranza che i miei dormissero non accorgendosi così di che ora fosse.
Ricordo le risate quando mi ritrovavo dentro il letto alle 5 del mattino a mangiare le lasagne che mi lasciava mamma, l'adrenalina che ci metteva un bel po' di tempo a scaricarsi, quella sensazione sempre di essere un po' troppo esuberante e che volevo cambiare ma che ho ancora e mi sta bene così.

Certo la tentazione di uscire stasera e andare a vivere è alta, qui vicino a me c'è l'interminabile Oktoberfest nostrano a base di balli di gruppo fino alle due di notte.
Doveva finire il 7 ottobre invece è prolungato fino a domani, il minimo, visto il successo.
Il fatto è più che comprensibile: quanti rientrati al lavoro o comunque alla vita normale da un mesetto ormai, sono alle prese con la terribile nostalgia delle vacanze? Presto trovata la soluzione, infatti alla festa della birra ti danno l'occasione di rivivere la villeggiatura, ripercorrerendo i momenti dedicati ai balli di gruppo!
Dio che divertimento, e non solo di sabato ma anche di giovedì o venerdì.
A questo punto mi chiedo: in quest'Italia logora chi di giovedì sera se ne va a sculettare danza Kuduro fino alle due di notte? Uno che ha la fortuna di dover andare a lavorare la mattina dopo o un disoccupato?
Allora ti dicono che mica perchè in Italia non c'è lavoro non ci si va più a divertire!
E così torniamo al concetto di divertimento completamente distorto.
Comunque dato che non si riusciva a dormire, sere fa ho chiamato i vigili, mi hanno detto che posso fare un esposto, così dopo 40 giorni potrebbero fare un controllo per constatare che i crucchi di Roma Capannelle si siano attenuti al livello di decibel consentito!

Questa in effetti è molto divertente, peccato che non sia una barzelletta ma la realtà.

Beh si è fatta l'ora, devo andare e stavolta vi lascio a un sabato sera speciale, un sabato sera televisivo di classe, quello con Teatro 10 e il balletto di apertura con mio papà Franco!




Miranda (devil) Milian

mercoledì 17 ottobre 2012

Bentornato giorno di paga


Devo assolutamente scrivere qualcosa circa un evento memorabile accaduto ieri.

Suspence...

Rullo di tamburi...







Ebbene, dopo un mese di lavoro nel luogo dove ora ha sede la mia scuola di danza, ho preso lo stipendio!

Quel sacrosanto diritto che mi è stato negato la stagione scorsa da quei signori scellerati con cui ho avuto a che fare, quelli che si sono intascati i soldi dei miei allievi negandomi il dovuto pattuito per quasi un anno intero.
Voi direte, ma sei scema? Come hai fatto?
Eh...lasciamo perdere, ma fidatevi, non è stato facile gestire il tutto e il tutto era davvero tanta roba.

Comunque ho imparato a prendere da ogni situazione ciò che è positivo. Lì ho avuto modo di continuare a coltivare tante gemme preziose ma poi è stato giusto abbandonare chi non ha saputo capire, non ha voluto gratificare, in poche parole chi è disonesto e ama attorniarsi di adulatori senza scrupoli.
E ce ne sarebbe da dire, si tratta di una storia tutta italiana che fa luce su aspetti tristissimi che continuano a contribuire al forte degrado del nostro paese.
Io ho scelto di allontanarmi e di non essere complice, al di là dei diritti a me negati, non desidero in alcun modo e per nessun motivo alimentare nefandezze.
E, come si può ben immaginare, qui non c'entrano crisi, tagli, scarsa produzione o altri fattori del genere, ma solo scempiaggine.
Come già scrissi, quando la giustizia avrà fatto il suo corso, racconterò tutto per benino.

E' vero, ho avuto molte delusioni lì dentro ma ho ricevuto anche parole meravigliose da parte di chi ha sempre apprezzato il mio lavoro, che è stato sotto gli occhi di tutti per anni, ed ora quindi, al via con la meritata svolta che dopo un mese sta prendendo sempre più forma in tutti i sensi. Attorno a me solo chi è degno di uno scambio di valore, che è facile a dirsi ma poi la melma in cui spesso rimani impantanata è difficile togliersela di dosso.

Ieri mentre mi porgevano la busta contenente il mio compenso ho provato una miriade di sensazioni, tutte racchiuse in un istante, ho sentito quanto quel gesto era fatto anche con piacere da chi lo compiva, ho avvertito gratitudine e l'ho provata.
Ma che ovvietà...eppure per me è stato un avvenimento.

Perdonate se reitero sull'argomento ma capirete che è stata una botta non da poco, ciò che scrivo è fortemente influenzato dalla mia quotidianità, spesso arricchita da ironia e fantasia ma in questo caso c'è poco da fare la creativa, anzi ne ho da fare, ma per lavoro, visto che avendolo sempre fatto comunque (pure a gratis) ora, dopo tanto tempo la mia principale attività di maestra di danza posso finalmente ridefinirla lavoro!

Miranda (devil) Milian
lavoratrice, danzatrice, creatrice di gioielli danzanti per passione ma ...è quel che so fare quindi scusate se ci devo mangiare e a me mangiare piace tanto, mi ci dedico sin da piccolina con grande entusiasmo...proprio come per la danza!
Spaghetti vintage


lunedì 15 ottobre 2012

Scarpette da sogno


Ti iscrivi a danza classica e già sogni quel giorno, sai che te lo dovrai sudare, che dovrai aspettare anni e dedicarti al massimo per arrivarci, ma quando quel momento è alle porte sei al settimo cielo.
La maestra ti ha spiegato come sceglierle e come cucire i nastrini ma soprattutto ti ha preparato a dovere perchè una volta indossate quelle scarpette, tu possa salirci e muovere i primi passi correttamente.
Sono davvero le scarpe più belle che ci siano.Adoro quelle fashion col tacco, colorate, nere, con fibbiette, cinturini, borchiette ma...il fascino emanato dalle scarpette da punta non ha pari.

Quando sono nuove sono lucidissime e luminose, quando sono consumate portano i segni di un lavoro duro ma bellissimo.
Diventano parte di te, non le senti più nonostante spesso e volentieri le vesciche che provocano sono dolorosissime. Capita di osservarle una volta tolte e vedendo quei segni lasciati dalle ferite non puoi credere che fino a poco fa ti ci destreggiavi abilmente.
Le ballerine classiche sembrano farfalle eppure devono sopportare faticosissimi sforzi senza darlo a vedere e spesso dietro i loro sorrisi ci sono le vesciche che pulsano, ma che come per incanto sotto i riflettori si anestetizzano.

Quando vedo le mie allieve della danza jazz venire alla lezione di classico con il sorriso sulle labbra e una gran voglia di sfidarsi sugli aspetti più complessi, credo che gran parte del mio scopo di maestra l'abbia raggiunto proprio lì, in quei volti talmente affascinati da un'arte così meravigliosa da non pensare minimamente alla fatica e al dolore.

Da bambina le scarpette da punta sono oggetto di fantasie emozionanti, da allieva un sogno divenuto realtà, man mano diventano sempre più uno strumento di lavoro e ancora più in là parte del tuo essere una danzatrice professionista.
Si consumano facilmente, devono essere sempre ammorbidite al punto giusto, ci vuole grande cura quindi  per quelle da usare in scena ma anche per preservare al massimo con strategie e accorgimenti, quelle per la lezione o le prove.

Mi piacerebbe ora aggiungere una mirandata, ma forse non è il caso, vorrei lasciare questo post così come è, immerso nella poesia di queste magiche scarpette, magari potrei raccontarvi della ballerina che per prima danzò un intero balletto sulle punte, cioè Maria Taglioni nel 1832 in La Sylphide, ma poi se non ci metto quel tocco di Miranda non mi sento io...ebbene...eccovi l'aneddoto.
Tempo addietro ho avuto modo di assistere ad una scena pietosa, la protagonista era una tizia tutta silicone e abiti attillati la quale implorava l'estetista di risistemarle l'unghia dell'alluce che era rimasta malamente spezzata in un incidente domestico.
La ferita era profonda e l'estetista saggiamente si è rifiutata di metterci mano, la tipa a questo punto ha sclerato di brutto, era disperata perchè avrebbe dovuto aspettare qualche giorno e nell'attesa portare un cerotto. Il problema non era il dolore per l'infiammazione, che avrebbe addirittura voluto peggiorare con l'applicazione del gel, ma l'effetto anti estetico del cerotto sull'alluce che fuorisciva dallo zatterone (comunque già raccapricciante di suo).
Un cerotto sull'alluce?
Una tragedia!
E' importante sottolineare, a difesa della tizia sclerata, che anche lei col fisico ci lavora, quindi capirete che mentre per una ballerina avere i piedi incerottati sia la norma, per una che svolge, in vesti modernissime, il lavoro più antico del mondo non va bene per niente.
Ho provato ad incoraggiarla facendola riflettere, del resto un cerotto sul piede per tre giorni non è la fine del mondo, ma mi si è rivoltata contro al pari di una belva, ho temuto che le scoppiassero le labbra e quindi di essere spazzata via non solo dalla sua furia ma anche dai pezzi di plastica che mi sarebbero piovuti addosso a raffica (ne aveva tanti ovunque) mi sono spaventata moltissimo, quindi ho capito che probabilmente se una donna di oltre 40 anni (che -ahimè-è pure madre) non può tollerare un cerotto sul piede, ci deve essere un motivo. Così mi son fatta gli affari miei pensando sorridente ai miei inestetismi da piede che tollero fin troppo volentieri.
Non lavoro più  quotidianamente sulle punte da un po' quindi questi problemini sono sicuramente più lievi ma l'altro giorno, dopo averci fatto qualche passo  mi sono provocata una bella vescichetta, beh è successo che poi me la guardavo quasi con soddisfazione...avrei preferito non averla certo, ma è la naturale conseguenza di una cosa talmente bella da cambiare totalmente il punto di vista del senso estetico, come i calli all'interno delle mani dovuti agli anni di sbarra, lì dove portavi il solito anellino cui eri tanto affezionata da non toglierlo mai.
Ora non pensate che siamo delle befanette bitorzolute, ma di sicuro qualche segno del nostro duro lavoro, più o meno, lo portiamo tutte, da ragazzina indossare i sandali o andare al mare con i piedi scoperti era piuttosto imbarazzante ma adesso un cerotto sul piede non mi crea nessun disagio.
Sarò mica matta?

Miranda (devil) Milian

Ecco come nasce una scarpetta da punta



sabato 13 ottobre 2012

Il baule dei ricordi


Talvolta mi ritrovo a pensare a cose che non ho più e che vorrei tanto riavere tra le mani.
Le prime cinque che mi vengono in mente sono queste:

1-Il mio diario segreto col lucchetto.













Perchè mi piacerebbe ricordare meglio cosa fossero per me i segreti, come da dodicenne vivessi la mia intimità e che progetti avessi.
Amerei leggere i miei sfoghi di quando a danza non era andata come volevo, di quando ero delusa dai miei risultati e allora mi ripromettevo di impegnarmi ancora di più. Vorrei quindi poter vedere attraverso quelle parole la dodicenne determinata che ero. Troppe volte ho pensato di essere stata una bambina debole, ma non era affatto così e quella tenacia, che credevo essere una più recente conquista, in realtà la porto con me da molto tempo. Forse dall'infanzia visto che a un anno guarii da una malattia letale. Merito del pediatra ovvio, ma io probabilmente ero una pupa tosta e cazzuta, proprio come quando ora ballo hip hop!

2-Il diario di scuola del quinto.













Quanto vorrei rileggere le frasi strampalate che scrivevo qua e là per sottolineare frammenti della mia vita da neo maggiorenne, mi piacerebbe ricordarla alla luce della complicità con le amiche. Ricordo infatti che ci scrivevamo messaggi nei rispettivi diari e che ci divertivamo come matte a fare le trasgressive. Forse era piuttosto normale sentirsi così, ma io e le mie due complici eravamo eversive di brutto rispetto alle compagne. A dimostrazione di ciò, ricordo le nostre fughe durante la ricreazione che avvenivano eludendo la sorveglianza della suora in portineria. Andavamo a prendere il cappuccino al bar o a vedere le vetrine del negozio di scarpe all'angolo ammazzandoci dalle risate.
In direzione non capivano mai chi fossero le autrici delle bravate, per fortuna, sennò una bella sospensione non ce la toglieva nessuno, comunque si accorsero di queste evasioni temporanee e misero un cancello blindato che non potevamo aprire da sole.
Così eravamo costrette a fuggire passando per il corridoio della scuola materna con conseguente allungamento di tempi.
Oggi forse fa sorridere, ma prima uscire durante l'orario scolastico senza permesso era inconcepibile anche se si era maggiorenni.
Dio solo sa (per modo di dire) che cosa c'era scritto in quel diario che non ho più.
Ricordo esattamente il momento in cui dovevo decidere se buttarlo via o meno, scelsi così di fare spazio e di non dare importanza agli oggetti.
Che peccato. Gli attaccamenti non saranno importanti per il benessere della persona ma mi piacerebbe troppo riaverlo con me.
Ragazze non buttate mai i vostri diari, so' pezzi di vita!
Però se dovesse capitare, pazienza, c'è di peggio da sopportare.
Insomma in qualsiasi caso keep calm, come si dice tanto ora.

3-Le mie prime scarpette da punta.











Le vorrei riavere solo per ricordo e perchè le prime sono il simbolo di un traguardo ma anche dell'inizio di una nuova avvincente lunga avventura.

4-Il mangiadischi arancione che regalò Mina a papà.











Lo rivorrei perchè oltre ad essere un bell'oggetto (decisamente vintage) ci ascoltavo le favole da bambina e tutti i miei primi dischi, da Maga Maghella alla sinfonia n.40 di Mozart arrangiata da schifo che piaceva tanto a mia nonna.
Scusa nonnina Carlotta, ma non si poteva proprio sentire!
La favola che più mi divertiva era "Il soldatino di piombo" dove a un certo punto si sentiva la risata del diavolo, la adoravo e rimettevo sempre il 45 giri da capo per riascoltarla continuamente. Era uno strazio perchè la risata stava all'ultimo e bisognava aspettare tutta la storia, non potendo mandare avanti.
La risata diabolica esercitava un fascino irresistibile su di me.
Mi provocava invece una certa depressione la favola delle due candele, una ricca e una povera, la prima sperava di andare ad illuminare il salone delle feste (invece le andava buca) mentre la seconda, che era solo un misero moccolotto, si prendeva le sue soddisfazioni emettendo una luce fioca durante la cena di una famiglia povera ma felice. Ricordo benissimo la musichetta che accompagnava il mesto racconto e anche il suono dello strumento che straziava il cuore e pure l'anima.
Beh, c'è da dire che la risata del diavolo era inquietante ma almeno mi dava una scossa emotiva rispetto a 'ste candele lagnose!
Deve essere per questo che mi piaceva tanto.

5-La veretta di brillanti che mi regalò mia madre.











Un mio ex me l'ha fatta sparire e non era un mago. Il perchè la rivorrei non occorre starlo a spiegare.

Rivorrei questi oggetti eppure non sono una persona nostalgica, mi piace anzi ricordare il passato alla luce di ciò che sono oggi e continuo a buttare via roba che non uso per liberare casa e far fluire energia positiva.
Non sono una seguace del fengshui vero e proprio, anche perchè a casa mia ci vorrebbe un miracolo per realizzarlo, ma una cosa è certa, vivere nell'ordine, non maniacale ma pratico, migliora la qualità della vita.

A volte penso che vorrei avere una soffitta come quella dei film romantici americani, dove poter andare  a trascorrere interi pomeriggi (o nottate nel mio caso) ad aprire scatole e bauli pieni di ricordi.
E' una necessità che riesco a soddisfare quando vado a casa da mamma, cioè la mia casa natale, dove mi sfogo aprendo armadi e cassetti per smistare fotografie, lettere, biglietti, piccoli oggetti e ricordi vari.
Tuttavia la soffitta sarebbe certamente più affascinante e avrebbe il vantaggio di poter custodire tutte le cose che voglio tenere con me in maniera adeguata.

Ecco, se avessi una bella soffitta-laboratorio con il baule dei ricordi dove passare anche il mio tempo con gli aggeggi di oggi sarebbe il top.
Dunque, la vorrei attrezzatissima con casse amplificate, computer, riflettori, sbarra (di danza), specchi, cavalletti e videocamere, andrebbe insonorizzata così da poter montare coreografie anche di notte con la musica ad alto volume e per sdrammatizzare, visto l'alone di romanticismo che regnerebbe nella zona oggetti legati a ricordi e sensazioni, facciamo che il baule dovrebbe essere di Louis Vuitton, così... solo per sfizio e senso del fashion.
Che poi a dire il vero preferisco il classico baule verde, papà ne aveva costruito uno bellissimo e  lo portava con sè nelle lunghe tournèe, ma ora ce l'ha mia sorella così, una volta realizzata la soffitta, mi accontenterò del modello Vuitton fatto venire apposta da Parigi.

 Miranda (devil) Milian
martedì 9 ottobre 2012

Vedo la gente scema


Stasera post molto spicciolo e anche di filosofia terra terra.
Diciamo che in confronto a me, Fabio Volo è Platone.

Ah Ah Ah!
Scherzo, Fabio Volo è sempre il re dell'ovvio, ma quanto so' bravi a farlo passare per un pensatore di rara saggezza, proprio tanto bravi.

Insomma la devo smettere, strasmettere, arcismettere di credere nell'intelligenza umana, c'è chi non ce l'ha e me ne devo fare una ragione.
Riuscirò a mettermelo in testa una buona volta?
Io me lo auguro con tutto il cuore.
Insomma chi ha più cervello lo usi...pure per capire che chi non ce l'ha, non ce l'ha.
Non sarò certo io ad accrescere materia grigia laddove l'aridità nelle altrui teste, non permette la sua crescita.

Questo concetto è molto chiaro, e mo' vediamo.

Miranda (devil) Milian
domenica 7 ottobre 2012

Voglio morire per Amore (Romeo e Giulietta)

Foto mia scattata oggi di cui vado fiera. Le ho dato un titolo: "Waiting to play Prokofiev".

Romeo e Giulietta di Prokofiev è il mio balletto preferito da sempre.

Quella passione è travolgente e meravigliosa...cioè...uno passa la vita a riflettere sull'amore, a lamentarsi, a cercare di capire, a gioirne, ma sempre con mille dubbi perchè alla fine si sa, definirlo non è facile e forse nemmeno possibile, poi dopo aver visto quelle due farfalle innamorate padrone della scena, che volteggiavano su quella musica sublime, sconvolgente ed emozionante interpretando quei sentimenti..beh allora ho percepito che l'Amore è ...proprio quello lì di Romeo e Giulietta.
Stasera quando si sono baciati sul crescendo musicale stavo cadendo giù di sotto nello sporgermi dal parapetto del palco e quando sono morti ho pianto come una scema.

Basta un attimo. Se solo per un attimo si è capaci di provare quella passione che per un istante ho captato grazie alla fusione meravigliosa di musica, espressioni di volti e passi, allora si è capito cosa sia l'Amore.
Questo pensiero l'ho già espresso parlando dell'emozione regalatami dal complesso scultoreo Amore e Psiche al Louvre, per me è proprio così, ci sono attimi pieni di sensazioni in cui tutto è chiaro, attimi che poi si perdono nella melma della vita in tutti i suoi aspetti e rischiano di inquinarsi, spesso ciò accade, allora credo che bisogna tenersi stretti quegli attimi perfetti e fare in modo che permeino la nostra esistenza.

L'Arte è una cosa meravigliosa, mi permette di comprendere più a fondo sentimenti e sensazioni propri della mia vita.  

A parte le lacrime, durante lo spettacolo mi è venuta la nausea, poi i capogiri (anche perchè soffro di vertigini e stavo posizionata in alto) le fitte allo stomaco e infine il mal di schiena.
Inoltre a cena ho mangiato solo una mela.
Il tutto perchè sono emotiva. Da molto tempo faccio progetti per cambiare questa mia condizione ma non riesco nell'intento, ogni volta che fallisco qualcosa mi dice che devo rimanere così come sono.
Vivere intensamente di emozioni è faticoso ma vivere senza è sicuramente peggio.

Ascoltare questa splendida musica oggi e vedere quella magia sul palco che dava vita all'Amore più famoso del mondo mi ha lasciato una bellissima sensazione, concretizzando il mio desiderio assoluto di volermi circondare solo di cose belle.

Prometto solennemente a me stessa che tutto ciò che non voglio fare, non lo farò più; che tutto ciò che non mi piace lo butterò fuori dalla mia vita mentre tutto ciò che mi fa stare bene avrà la priorità assoluta.

Non posso credere di aver scritto "farfalle innamorate".
Credo che pur non dicendo milioni di cretinate sdulcinate al giorno, io sia la persona più romantica e sensibile del mondo. Lo so, il mondo come termine di paragone è un po' generico nonchè vasto, ma rende l'idea!


Questa sono io a 13 anni in una delle 3000 foto al balcone di Giulietta. Mia mamma, che oggi mi ha offerto i biglietti per il teatro, era una martire succube della mia passione smodata per Giulietta, trascorrevamo un mese l'anno a Verona e ogni volta che si passava di lì, io dovevo entrare, salire al balcone e se possibile posare per una foto!

Buona notte
da un'insolita quanto reale Miranda Innamorata

PS: Vorrei tranquillizzarvi, quindi sappiate che ho mangiato più tardi anche dei biscotti al cioccolato e che il titolo del post è metaforico...non è che voglio morire davvero...ma morire per amore, insomma, è il top!

sabato 6 ottobre 2012

Le notti brave di Miranda - Racconto breve


E'  una calda serata romana di ottobre, è mezzanotte quando mi accorgo che le ho finite.
Nemmeno una pasticca mi è rimasta, che nervi e ora?
Odio quando mi capita, perchè non sto più attenta? Sarà un vizio ma perchè appesantirsi la vita quando i rimedi esistono?
Non posso farne proprio a meno, senza il loro aiuto il lavoro diventa pesante, si fatica di più, ora non ne ho proprio voglia, sono già fin troppo stanca.
Ad un tratto mi balena un'idea malsana per la testa e inizio ad intravedere una soluzione, l'unica possibile. Decido di provarci, mando un messaggio in chat e per mia fortuna la risposta che segue è affermativa.
Bene. Sono davvero fortunata!
Mi vesto al volo, prendo le chiavi della macchina e mi avventuro.
Mi dirigo verso Cinecittà, che ora è occupata, c'è una splendente mezza luna ad illuminare il mio cammino, i ruderi romani sembrano ancora più suggestivi.
Arrivo a destinazione.
Come d'accordo l'amica complice e salvatrice mi fa trovare un paio di pasticche fuori della porta, affinchè io possa tamponare l'emergenza notturna.
Mi guardo intorno certa di destare sospetti.
Missione compiuta.
Riprendo la strada, rimiro la luna e i ruderi nel tornare immediatamente a casa.
Ora ho quello che mi serve.
Finalmente posso fare la lavastoviglie!

(Il racconto si basa su un fatto realmente accaduto ed è dedicato a Gabriella).

Lo so, non è da tutti una vita avventurosa come la mia e vi assicuro che è stato più divertente e trasgressivo che non leggere le 50 sfumature (che ci tengo a precisare NON ho letto).

Miranda (devil) Milian

Testa o croce?


Oggi mia figlia è dovuta rimanere in classe durante l'ora di religione perchè ancora non ci sono i moduli da firmare per l'esonero.
Diamogli tempo, no? La scuola è iniziata da quasi un mese, già pretendiamo che le segreterie siano fornite di materiale necessario?

La prof. ha spiegato che:
-il papa con tutte le sue ricchezze è necessario perchè deve fare le veci dell'Imperatore, tutto perchè fu l'unico a risollevare le sorti dopo la fuga di Vittorio Emanuele e Mussolini, capito? Quindi a tutt'oggi serve per questo ed è giusto che porti al collo croci d'oro e ai piedi scarpe di Prada,
-che gay e criminali sono uguali davanti alla giustizia divina in quanto peccatori,
-che l'invidia del pene da parte delle donne (ha citato Freud) è la causa di una "malattia" come l'omosessualità,
-che la gioventù oggi è superficiale perchè...

...CREDE A TUTTO!

Tra l'altro giustificava ogni pensiero affermando che "lo dice la scienza", mica lei e quando ha parlato di gioventù superficiale ha detto: "...voi siete superficiali" giudicando e accusando al tempo stesso chi aveva davanti.

Come si fa a lasciare i figli nell'età più critica, in mano a gente simile?
O meglio, ci rendiamo conto quanto dobbiamo sforzarci di dare ai nostri figli i mezzi necessari per DIFENDERSI da gente simile?
Ci rendiamo conto che questi maniaci, perversi diseducatori li paghiamo noi?
Non voglio ora giudicare la religione, per quanto mi riguarda sono atea e la reputo un lavaggio del cervello a scopo di lucro, ma questi "educatori" li giudico eccome e vorrei tanto venissero giudicati in tribunale e sbattuti in galera.

Mi auguro che sempre più giovani si diano da fare per formarsi come individui preparati e consapevoli, informandosi e studiando certo, ma quel che più conta, attraverso queste azioni, imparando a ragionare per crearsi un loro pensiero libero da pregiudizi e condizionamenti.
Imparando anche e soprattutto a riconoscere trappole e tranelli presenti ovunque, anche nei testi scolastici.

Carla

venerdì 5 ottobre 2012

Billy Elliot e Schiaccianoccioline


Che settimana di fuoco.
Sono stanchissima, mi fa male quasi tutto ma che soddisfazioni.
Tra le altre oggi, il mio nuovo allievo maschio (7 anni) mi ha detto pieno d'entusiasmo:

"Prima ti ho vista ballare, SEI BRAVISSIMAAAA! Si vede proprio che puoi fare questo lavoro!"

Non so se mi gratifica di più il "bravissima" o il fatto che l'abbia chiamato "lavoro".

Lui l'ha già capito, molta gente adulta ancora no, così dopo i complimenti rimangono con gli occhi di fuori sbalorditi dal fatto che io abbia fatto proprio la ballerina, allora domandano più volte increduli:
"...aahhh ma quindi, hai fatto la ballerina vera?"
E no, la ballerina per finta!

Sicuramente a gratificarmi e colpirmi maggiormente è stata la sua sensibilità di aver voluto osservare e apprezzare.
Le mie qualità sono al suo servizio, mio dovere stimolare le sue attraverso le mie.
Wow, che raffinatezza di pensiero, ragazzi!

Stasera ero davvero stanca morta e nonostante i miei fighissimi leggings simil pizzo mi sentivo paragonabile a uno straccio malandato ma poi un'altra bimba del secondo anno mi ha chiesto quanti corsi avessi. Dopo aver sentito che ne ho ben nove ha sgranato gli occhi e mi ha detto:

"Non ci posso credere e non sei mai stanca? Perchè tu sembri una persona che non è proprio MAI stanca".

Beh, frasi del genere mi fanno passare tutti i malesseri!

Io amo già questi bambini sensibili, spontanei, curiosi, pieni di entusiasmo e incoraggianti da morire con le loro boccucce della verità.
Belli di maestrina, ne farò dei piccoli capolavori, del resto i miei gioielli danzanti me li sono cresciuti tutti, uno per uno e la soddisfazione che ho nel veder ballare le più grandi anche in ambiti professionali è sempre strettamente legata ai primi timidi passi di quando erano schiaccianoccioline!
Così le chiamavo...anzi, ce le chiamo ancora!

Maestrina Ballerina
giovedì 4 ottobre 2012

50 spuntature, la sagra della porchetta. Solo nelle migliori librerie!

Nicole Minetti legge "50 sfumature di grigio". Anche in spiaggia questa donna molto impegnata si dedica a letture che trattano argomenti inerenti il suo lavoro. Encomiabile!


C'è chi ha scritto divertentissime recensioni su questa trilogia citando passi tratti dai tre libri che la compongono, ne ho fatto tesoro e ora ho abbastanza materiale per dire finalmente la mia.
Così dopo averci pensato e ripensato, eccomi qui a scrivere qualcosa per convincervi a non leggere le 50 sfumature, di qualsiasi colore siano.

Avete presente la non-trama tipica da film porno? Tipo, lei in baby doll alquanto dozzinale (preso al catalogo dell'Euronova), entra in cucina, gira la manopola del rubinetto con le sue affilate unghie fucsia perchè vuole preparare il caffè al maritino, ma...noooo...povera piccola, l'acqua ha un getto troppo forte e le inzuppa quei pochi centimetri di stoffa velata che ha indosso, che se erano già trasparenti, ora...è come se non ci fossero più. La bambolina tutta trucco e boccoli con gli airbag al posto dei seni è sconsolata, piagnucola e si tocca, il che non c'entra niente ma non dimentichiamo che si tratta di un film porno, quindi ci si tocca in qualsiasi caso.
Dunque il rubinetto si è rotto ma niente panico, infatti proprio mentre lei è chinata in avanti (ma ripresa da dietro) nel goffo tentativo di capirci qualcosa tra tubature e attrezzi vari, arriva l'idraulico, accompagnato da una musichetta tipo cartone animato ambientato nel far-west. All'improvviso, come per incanto, la casa si popola di conigliette e altri esseri di evidente sesso maschile probabilmente assistenti dell'idraulico.
Nel frattempo il marito, svegliato dal trambusto, è sceso giù in salone e si è unito all'allegra festicciola fregandosene altamente di non aver potuto sorseggiare in pace il suo caffè, tanto c'è di che fare colazione.

Ora, tirate un sospiro (di sollievo, s'intende) perchè la parte hard è terminata!

La sinossi appena citata è roba di alto spessore a confronto e, per quanto si possa obiettare, ha anche un suo perchè. Il perchè delle varie sfumature invece non lo capisco, ma sono convinta si possa analizzare.
Vediamo allora di cavarci qualcosa.
Il sesso intriga, è considerato ancora un tabù, il che lo fa essere intrigante ancora di più, lo pseudo scrittore lo sa, l'editor pure, lo sanno tutti quelli che ci devono fare business, quindi si butta giù una trama sempliciotta alla come viene viene (per rimanere fedeli al tema) e via col marketing.
Si ok, ma ...la qualità?
Che?
Ah Ah Ah!
E chi se ne frega della qualità!
Bisogna fare soldi. Punto.
Mannaggia alla miseria quanti ne hanno fatti, e non intavoliamo la discussione su quanti scrittori di talento non emergono perchè il pubblico non è preparato ad accogliere le loro opere sennò ci facciamo notte, poi non dormo e sapete già come va a finire.

Continuiamo quindi nella mia ambiziosa analisi.
A tutti piace di intrigarsi, più o meno, più più che meno, quindi anche se tra il leggere e il fare c'è di mezzo il mare...uno intanto legge, poi chi vivrà vedrà, o magari farà, chi lo sa?

A questo punto si è scatenato un vero e proprio fenomeno per cui molte donne, di varia estrazione sociale ed età, si ritengono fans impazzite dell'autore che ha sapientemente sfumato dal loro portafogli i soldi per l'acquisto di questa saga a sfondo comico-erotico.
Sento frasi pronunciate in preda all'eccitazione con le quali vengono giudicati positivamente i libri appena letti, le parole sono accompagnate da sguardi maliziosi , gli occhi di queste donne brillano di una luce nuova, una luce che illumina di fronte a loro una realtà diversa, basta coi figli, i mariti e il catechismo, qui ci si è palesato il mondo della perdizione offerto in maniera del tutto lecita sottoforma di romanzo best seller.
C'è di che approfittarne.
Se non altro aggiornando lo stato di facebook.
Basta con il vorrei ma non posso, ora grazie alle 50 sfumature si può!
Donne per cui finora l'unica trasgressione era stata immaginare di trovarsi nude al cospetto di Gabriel Garko fantasticando durante una fiction, ora si sentono finalmente pronte ad affrontare la difficile vita della bad girl.
Quella che ...mica come le altre che parlano parlano e poi quando arrivi al dunque...eh eh eh!
Il discorso cade appositamente in confusione nell'incompletezza più totale e va a sapere che combinano poi in privato le nuove pussycat dolls. C'è il vedo e non vedo che eccita, qui siamo al so e non so che le rende interessanti.
Daje donne: se esce allo scoperto!

Sia chiaro che non c'è niente di male a fantasticare guardando un film, a me pure capita.
Con Gene Kelly.

Che a essere bello è bello, ma sono strana lo so, non me lo fate pesare per favore che ho i complessi, mi giustificate però se dico che non l'ho mai fatto ma mi potrebbe succedere con Matthew Mc Conaughey?
Forse un tantinello anche con Jude Law, beh ora basta che sto diventando una pervertita dell'immaginazione senza nemmeno aver letto le sfumature, sono pure un po' daltonica, posso immaginare che ne verrebbe fuori.

Torniamo al tema del post e cioè il business dietro questi fenomeni letterari, che poi di letterario hanno ben poco.
Si può dire, usando un detto più che appropriato, che prendono due piccioni con una fava: da una parte con argomenti semplici e di sicuro effetto hanno il mercato assicurato, dall'altra contribuiscono ampiamente al lavaggio del cervello messo in atto sulla popolazione per fare in modo di controllare le masse, renderle uniformate e quindi più inclini ad una certa arrendevolezza molto utile per chi vuole il potere.
I due aspetti in realtà sono la stessa cosa ma ora non mi sento di dire che questi libri siano stati scritti apposta per lobotomizzare le masse, come un programma della De Filippi per intenderci, che invece è studiato a tavolino proprio a tale scopo, dico che forse ne viene incoraggiata la pubblicazione a livello di investimento perchè aiuta molto in quel senso, mentre un'opera che tratti qualsiasi argomento, compreso il sesso, ma in maniera interessante aprirebbe le menti e allora so' guai, va ostacolata.

C'è da dire che io sono parecchio limitata circa l'uso che si può fare di certe letture e di questo me ne accorsi già  una volta nella sala d'attesa del dentista, quando tra varie riviste scientifiche incappai in quella per uomini, quella che parla di benessere e moda  maschile con relativi consigli su come alimentare il fuoco della passione in una relazione stabile.
Pure a me, come per le lettrici delle sfumature, in quell'occasione, si aprì un mondo.
Così lessi che un'ottima strategia per accrescere il desiderio potrebbe essere la lettura dei libri erotici.
Si ma, quando? Come? Dove? Con chi?
Semplice: la sera a letto, il legittimo compagno dovrebbe aprire un libro, meglio se di racconti per non avere il problema di chiedersi quando interrompere la lettura. C'era scritto: "...leggi ad alta voce, lei ti starà ad ascoltare".
Allora, prima di tutto, ma chi ve l'ha detto? Si dà per scontato che la scema della situazione se ne stia lì ad ascoltare idiozie, anzichè pensare seriamente di aver sposato uno con problemi gravi, da risolvere pure con una certa urgenza.
Misogini del cavolo.
Poi continuava "...se saprai ispirarla lei passerà all'azione".
Questo è poco ma sicuro, infatti l'idea di chiamare uno psichiatra a questo punto si sarà ben concretizzata nella sua mente, altrimenti quale altra azione sarebbe possibile? In effetti una ancora ce ne sarebbe: strappargli il libro dalle mani e dargli fuoco. Ecco forse si potrebbe dire che questa è un'ottima strategia per alimentare il fuoco, e basta però, la passione non c'entra niente.

Non che ora voglia giustificarlo, ma l'autore delle sfumature forse pensava di essere utile in una situazione di questo tipo?
Il fatto è che non si tratta di racconti bensì di una saga composta da tre libri e non volendo quindi interrompere l'interessante lettura (come consigliano) si rischia poi di non arrivare mai all'azione (come la intendono loro) quindi no, non credo, l'interesse dell'autore rimane sempre e solo quello di far soldi offrendo un pessimo prodotto senza far nemmeno troppa fatica, tanto poi se ne parla talmente tanto che la gente compra per quello, non perchè lo desidera veramente e qui torniamo al controllo delle masse.

Per riassumere possiamo dire che la trilogia in questione è caratterizzata dai seguenti elementi:
-linguaggio povero, anzi poverissimo;
-metafore ridicole: sentirsi come uscita dalla centrifuga della lavatrice per aver raggiunto ben due volte il culmine del piacere. Ma dai, a chi verrebbe in mente un simile paragone?
-nomi di parti del corpo ripetute mille volte per frase al fine di rendersi spudorati ed espliciti dimostrando invece scarsa conoscenza circa l'uso dei sinonimi;
-scene di sesso descritte al dettaglio in maniera grossolana, anche perchè, parliamoci chiaro, se non hai stile e fantasia, detta così nuda e cruda cosa altro può essere se non grossolana una scena di sesso descritta al dettaglio?

Signori venghino alla fiera del sesso rustico, 50 spuntature: una sagra, altro che saga!
Quanto all'erotismo, forse è meglio un Harmony o Beautiful, tutto fuorchè uno schiavista rammollito che si accoppia con una giovincella pettinata coi codini la quale terminato l'amplesso si sente così:
Mi scuso per quest'immagine di sesso esplicito, necessaria per rendere l'idea!

Miranda (devil) Milian

Note: le recensioni divertenti le ho lette sui blog larockeuse e petituna di Veronica e Chiara.
E' grazie a La Rockeuse se pur snobbando la trilogia sono a conoscenza dell'orgasmo multiplo detto "er centrifuga".
martedì 2 ottobre 2012

Intervista alla maestrina

Set cinematografico di Lei e l'altra. Io, cioè la coreografa, e una ballerina ci intervistiamo per gioco, in realtà stiamo collaborando alla riuscita del ciak prestandoci per le prove d'inquadratura. Soprattutto per farci fare le foto da fanatiche! Che poi, tornano utili.



Dedicato a Chiara e Sara, le mie due piccole-grandi ballerine-lettrici che mi hanno voluto porgere alcune domande, ma dedicato anche a tutti quelli che muoiono dalla voglia di sapere chi siano i miei cantanti, ballerini o colori preferiti.
Ebbene, che la vostra curiosità si plachi: è arrivato il momento in cui vi svelerò tutto!

Diamo inizio all'intervista:

Qual è il tuo cantante preferito?
Domanda difficilissima, non credo di poterne definire uno o una in particolare.
Sono diversi anche perchè amo generi diversi.
Proverò a dare una risposta decisa però. Dunque la mia cantante preferita è Whitney Houston mentre il mio cantante preferito è...indovinate un po'?
Siii, è Michael Jackson.

Lei perchè ha una voce meravigliosa, di quelle che appagano e fanno sognare, impeccabile.
Lui ha una voce dolcissima che sembra un angelo quando canta le ballate (le canzoni lente per capirsi) ma grintosa, a dir poco, quando si scatena con pezzi alla Bad.
Purtroppo tutt'e due sono morti prematuramente, ma non riesco ad usare un verbo al passato. Quando le persone lasciano un segno così forte attraverso la loro arte, non possono essere morte, le loro voci dal vivo non potrà sentirle più nessuno ma ci hanno dato tanto e noi possiamo beneficiare di quest'eredità ogni volta che lo vogliamo. 

Come avrete notato mi piace molto montare coreografie sulla particolarissima voce di Rihanna, più che altro per come sono strutturate le sue canzoni. Ora, detto tra noi, non so quanto questa sia reale e quanto costruita ad arte in studio. Spesso questi artisti diventano star pop ed RNB in breve tempo, vengono spremuti come limoni tanto da far uscire due cd l'anno spesso elaborati durante estenuanti tour mondiali. Insomma mesi e mesi di concerti quasi tutte le sere in giro per il mondo, poi tornano in albergo e li mettono sotto a registrare, sono macchinette per fare soldi più che cantanti e la voce secondo me è la prima cosa che li abbandona, tanto poi hanno mezzi spaziali per riassestarla. Tuttavia, il genere "ballereccio" di queste star ci piace, i loro concerti fanno molta leva proprio su coreografie e ballerini e a noi ci sta un gran bene!
Giusto?

Qual è il tuo colore preferito?
Il rosa!

E la canzone preferita?
Come poterne citare solo una?
E' impossibile, diciamo che quella che dirò sarà solo una tra tante...vediamo un po'...ma si, Man in the mirror di Michael Jackson.

Ballerino e ballerina preferiti?
Ne dirò tre per toccare almeno un po' i vari generi.

1-Michail Baryšnikov, è stato un mito per la danza classica, è vivo s'intende ma per via dell'età non fa più balletti classici di repertorio.
2-Bryan Tanaka, è attualmente ballerino e coreografo per Rihanna, Beyoncè, Jennifer Lopez.
3-Sylvie Guillem, etoile francese, ora fa più che altro contemporaneo perchè ha superato da un po' i 40 anni, nel classico era fin troppo perfetta, ha due gambe pazzesche ed è anche bellissima.
Posso dirne un altro? 
Gene Kelly! Il fantastico interprete di Singin' in the rain.

Una persona che stimi moltissimo?
Sono due: mia mamma e mio papà!

Qual è il tuo balletto preferito? (classico, moderno e hip hop)
Classico: Romeo e Giulietta, musica di Sergej Prokofiev, coreografia di John Cranko.
Per il Modern-Jazz vi dirò un musical e cioè Chicago.
Per Hip Hop vi citerò la coreografia del video Smooth Criminal di Michael Jackson. Lo stile di danza hip hop è molto vasto, ma questo genere, inutile dirlo di eccellente qualità, ha caratterizzato gli albori di quello che oggi viene usato dai professionisti del settore: un mix tra le streets dance e la tecnica della modern dance.

Ora vi racconto una cosa, Romeo e Giulietta è costituito da un prologo, tre atti e un epilogo. Da ragazzina ero capace di ascoltarlo tutto per intero col mio walkman anche per tre volte di seguito. Era una mania. Quella musica fa sognare e mi perdevo completamente.
Il walkman è un aggeggio "antico" che si usava con le cassette al posto dell'attuale iPod per ascoltare musica ovunque ti trovassi.
Eccolo qui:













Da ballerina mi è capitato di partecipare una volta sola alla messa in scena di questo balletto, una particina irrisoria con i costumi pure brutti (grigi, di panno pesante da popolana) e per quanto avrei gradito un costume più luccicoso e un ruolo da nobile...ma si, chi se ne importa: stavo sul palcoscenico  ed era ciò che contava!
C'è da dire che Romeo e Giulietta non è considerato un balletto propriamente classico perchè troppo recente (1935), anche se di fatto poi lo è, se non altro come tecnica tanto che le punte e tutto il resto sono lì al posto loro. Comunque se devo sceglierne uno più fedelmente classico, direi che il mio preferito allora è senza dubbio Il Lago dei Cigni.

Ecco qua.
Dalla Maestrina è tutto.
Un bacione alle piccole ballerine-lettrici-intervistatrici e anche a tutti gli altri.

Maestrina Ballerina

Ed ora ecco una serie di approfondimenti

Ci vorrà un po' di tempo, ma quando ne avrete, 
 fate un salto qua e...
approfondite! 
 
Whitney Houston "One moment in time"
memorabile interpretazione live, fa venire i brividi.
Ascoltate...


Sylvie Guillem
bravissima...


 Sylvie Guillem
anche bellissima...


Michail Baryšnikov nella variazione di "Le Corsaire".
Eccezionale! Guardate che evoluzioni...


Michael Jackson "Smooth Criminal"
la strameraviglia...


Richard Cragun e Marcia Haydèe
in
"Romeo e Giulietta"
(scena del balcone)
Musica Sergej Prokofiev
Coreografia John Cranko
guardate che poesia...

Beyoncè "Love on top"
Bryan Tanaka è quello che all'inizio ha la canottiera azzurra!

Il fantastico Gene Kelly in
"Singin' in the rain"
è da urlooooo...
 Piaciuti?
Beh, immagino proprio di si!
Cavolo, vederli tutti insieme che effetto!
E' bello amare tanti generi così diversi eppure così vicini tanto che sono tutti dentro me!
*Baci*



lunedì 1 ottobre 2012

Generazioni ed emozioni

Mio papà
Arena di Verona
"Aida"

Io
Auditorium Parco della Musica
"Un paio d'ali"

Mia figlia Claudia
Roma, Teatro Viganò
"Remember the time"

Mia figlia Roberta
Roma, Teatro Viganò 
"Remember the time"

Emozionante!
Che altro dire?

Carla
La Maestrina Ballerina

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