Il blog che le amiche dicevano di leggere al mattino col caffè (chissà se lo faranno ancora)

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mercoledì 29 agosto 2012

Silenzio stampa!


Mi è venuto un dubbio, forse mi sto comportando da maleducata.
Mi spiego: se hai un blog e sai che viene letto, che fai, entri in silenzio stampa così senza dire niente, senza un minimo di avviso?

Eccomi quindi, a riferirvi che sono in un momento in cui ho davvero tanto da dire ma che nello stesso tempo è meglio che ancora resti con la bocca cucita, non per una fuga di notizie che non mi preoccupa per niente ma per poter finalmente parlare quando le idee e soprattutto i fatti saranno più chiari.

A volte il silenzio è prudenza, riflessione, è complice di un grande cambiamento e quello sta decisamente avvenendo.

Diciamo che ho preso delle decisioni in merito a quanto esposto qui e che la dignità e il voler alzare la qualità della mia vita stanno gridando a gran voce i propri diritti, anzi stanno furiosamente spezzando le catene, stanno sradicando la presa di una colla viscida e appiccicosa lasciandomi volare in ambienti che più mi si addicono.
E' una sensazione di libertà assoluta, che seppur tra mille timori mi rende già vittoriosa!

Chi mi conosce sa, non solo quanto ami la danza, ma quanto essa sia la mia linfa vitale eppure, nemmeno questo può nulla di fronte a certe cose.

A presto...

Carla
sabato 18 agosto 2012

Pipistrelli e stelle cadenti, la lunga notte di una piccola hacker


Manomettere il sistema dello smartphone per me è stato elettrizzante quasi quanto comprarsi delle bellissime scarpe col tacco.
Non credevo che il trafficare con aggeggi informatici potesse prendermi a tal punto, eppure, nonostante vanti dei precedenti di tutto rispetto, da oggi posso dichiararmi a tutti gli effetti una smanettona!

Senza che mi dilungo coi dettagli, sappiate che è stata tostissima, è da ieri che studio cose complicatissime, in tutte le salse e su tre miliardi di siti, che m'imbatto in impicci i quali d'un tratto sembrano risolversi gettandomi subito dopo nello sconforto aprendomi le porte, anzi i portoni, per condurmi verso ulteriori sconfinati orizzonti, quasi a dirmi: eh eh eh credevi mica fosse così facile?!

Oggi a Roma la temperatura era maggiore di quella che di solito si può trovare all'inferno. Diciamo che in casa del diavolo è un autunno mite in confronto, tipo ottobrata romana per capirsi, ma io caparbia avevo l'obiettivo da raggiungere e così armata di cavetti, computer, schede di memoria e ventilatore mi sono messa sotto ugualmente. Più che altro ero smaniosa di dimostrare a tutti i costi che per avere un telefono più performante non devi necessariamente rottamarlo seminuovo lamentandoti per aver fatto un acquisto sbagliato. Comprarne quindi un altro molto più costoso, indebitandoti pure fino al collo con operatori telefonici dediti allo strozzinaggio mascherato da grande occasione. Non ti devi però nemmeno rassegnare pensando che se non te lo puoi permettere devi fare a meno di certi optional. Ma puoi andare a fondo della questione e metterti in condizione di fare quello che per impostazione obbligata non ti è permesso.
Un invito a nozze per me!

Smanetta che ti smanetta, studia e ristudia, ad un certo punto mi sembrava di scoppiare per il caldo e la fatica, mi sentivo come quelle ampolline magiche contenenti liquido colorato che le stringi in mano e col calore quello sale sempre più su fino a bollire.
Queste qui:












quelle che te le regalavano e quando a casa invitavi delle amichette per parlare di ragazzi mentre ci si strafogava di pane e nutella, si stava tutte con 'sti attrezzi in mano a stupirsi nel vederle bollire. Sembravamo devote impazzite davanti al sangue di San Gennaro.
Si rideva nel misurare i relativi bollori e io ci rimanevo sempre di schifo perchè avendo perennemente le mani gelate non ero in grado di offrire performance degne di nota. 
Eppure...
Vabbè...

Insomma, per non fare la fine dell'ampollina miracolosa e giungere con tutta me stessa all'ebollizione dovuta a Caligola (che non è un vigoroso amante ma un altro scassascatole di anticiclone) ho fatto un break nel tardo pomeriggio in cui mi sono concessa un bagno rilassante, tipo spa fai da te.

Ho buttato nella vasca due cucchiai di miele, due di succo di limone, un po' di bagnoschiuma, ho acceso pure un paio di candele profumate e le ho sistemate per bene ai bordi davanti a me. Però dato che viste così, frontalmente e allineate facevano un effetto vagamente funebre le ho risistemate in maniera asimmetrica sugli scalini di accesso in vasca.
Che in effetti si prestano.
Molto meglio, decisamente.
Così, dinanzi a me ho lasciato libera la visuale. Questa a sua volta mi ha fatto riflettere sul fatto che non è molto bello farsi il bagno mentre fissi lo stendino a torretta, seppur chiuso e abbandonato in attesa della riapertura invernale (per niente prossima) del cantanapoli-arredamento d'interni e cioè panni stesi su torre vagante in giro per casa.
Ad allietare il momento però, al centro di quella parte di parete sempre nascosta (a meno che non ti fai un bagno) dietro lo stendino, campeggiava l'adesivo di Effy, l'efelante di Winnie the Pooh che fa il bagnetto.
(Si dice proprio efelante, non è stata una svista).
Fa sempre sorridere Effy!
Piaceva molto a mia figlia, e ancora di più a me, quindi sta lì da un bel po'.
E ce lo voglio ancora per molto tempo, quindi, guai a chi lo tocca :)

Uscita dalla vasca rilassata, profumata di miele e limone, con la pelle liscia e vellutata come pesca mi sono rimessa a smanettare con schede, ripartizioni, memorie, rom e ram (che non sono altri personaggi dei cartoni tipo Cip e Ciop) lasciando al dopo cena l'emozione dell'esito finale, quando, con discrete palpitazioni, avrei dato gli ultimi click consapevole che sarebbero potute accadere solo tre cose: la uno, la due o la tre.

La uno-sfasciavo il telefono definitivamente (o quasi) a questo punto si riteneva necessario l'intervento di smanettoni professionisti di fronte ai quali avrei fatto una magra figura, e non solo perchè ho la taglia 40.
(Mio marito è molto più che uno smanettone professionista ma l'orgoglio e il doverlo distogliere dalle sue importanti attività per sistemare i miei pasticci sono fattori che mi avrebbero resa frustrata a vita).

La due-dopo aver lavorato tanto, qualche cosa poteva non funzionare per via di qualche incompatibilità lasciando tutto come prima cioè tutto a posto e niente in ordine.
(Forse questa situazione è addirittura peggio del portare il telefono dallo sfasciacarrozze).

La tre-sarei diventata la padrona indiscussa del sistema e così... via libera, d'ora in avanti me lo giostro come mi pare e piace.

Ringraziando il cielo è andata alla grande, dedizione e pazienza hanno vinto, così, dopo qualche avvisaglia di pericolo al solo scopo di accrescere la suspence facendomi tremare, ho conquistato padronanza del sistema. Ora, a dire il vero e a giochi fatti, mi sento anche piuttosto su di giri.
Ci sono indubbiamente attività più avvincenti nella vita che ti possono far sentire un dio, come buttarsi col paracadute, fare surf su onde oceaniche gigantesche, portare una barca a vela nella tempesta e arrivare sani e salvi al porticciolo, del resto anche ballare sulle punte per rimanere negli ambiti di mia competenza, ma smanettare con successo al computer ha questo potere esaltante...mah...va a capire...

Ringrazio il cielo anche perchè mi ha appena regalato la visuale di una deliziosa stellina cadente, così mentre scrivevo qui dalla terrazza, ho alzato gli occhi e -paf- l'ho vista. Quest'anno non avevo avuto occasione di vederle e quindi sono oltremodo contenta.

Beh, è arrivato decisamente il momento di andare a dormire, sono le 4.25 a.m. e anche se si sta una favola in terrazza, il mal di schiena per le ore di coreografia dell'altro ieri si sta facendo sentire, inoltre i versetti dei pipistrelli svolazzanti mi mettono un po' d'ansia.

Miranda la smanettona

PS: Il protagonista del titolo, cioè l' hacker, è un personaggio di pura fantasia e non ha nulla a che vedere con fatti che potrebbero accadere d'ora in avanti. Non entrerò nei vostri profili facebook, nè nelle vostre caselle di posta elettronica, non leggerò le vostre mail nè mi impiccerò degli inciuci che vi riguardano. Tantomeno andrò a mettere il muso in situazioni ben più delicate che richiederebbero altro che un paio di giorni di studio e un bagno al miele.
Se qualcuno volesse però investire nel mio talento offrendomi una degna formazione e un futuro dove poter fare il bagno nelle monete come zio Paperone, sono disposta ad impegnarmi per imparare a fare tutte le cose che ho appena descritto dicendo che non le avrei fatte.

venerdì 10 agosto 2012

All'alba vincerò!


Le cose semplici della vita sono le più belle.

Tornare a casa, ammirare il cielo al tramonto quando calde tonalità esplodono tra i rami degli alberi incendiando gli archi dell'acquedotto romano di sfumature arancio, rosso e violetto fino a spegnersi nella frescura del verde parco: che spettacolo suggestivo, direi unico!

Emozionante questo mix di storia e paesaggio, esaltante rendersi conto di cosa sia capace la natura, questa meravigliosa natura di cui noi siamo parte!

Ehi, ma che ci avete creduto?

Beh lo ammetto, stavo rientrando a casa al tramonto e si, tutto quel che ho descritto qui sopra c'era davvero, ma la cosa sensazionale, che rendeva tutto più bello, stava nel portabagagli, si, finalmente loro erano lì dentro!

Come loro chi?
Le scarpe delle meraviglie!
Quelle di cui vi ho parlato con infinito amore e tanta enfasi qui.  

Non sono proprio quelle immortalate nelle foto del post di ieri però, quelle le vado a prendere domani, sempre per via del fatto che indugiare, creare aspettativa e aumentare la suspence sono fattori che rendono più eccitante il momento fatidico dell'appagamento del desiderio.

Quindi NO al tutto e subito ma assolutamente SI al tutto un po' per volta, che poi con 'sto sistema ci scappa sempre qualcosa in più.
Fidatevi!






Addirittura può risultare oltremodo intrigante l'atto di portare furtivamente in casa l'oggetto della discordia. Pertanto mi capita di rientrare con fare piuttosto guardingo e una volta constatato che nessuno mi ha notata, di iniziare cautamente la manovra: mi accuccio e apro pian pianino il cassettone all'ingresso, cercando sempre di non fare troppo rumore con le buste e a quel punto (rullo di tamburi) ci spalmo dentro il nuovo paio di scarpe.
Nel vederle scomparire al suo interno mi capita di sussurrare frasi strampalate del tipo: ciao belle! Tranquille che più tardi in un attimo di calma vengo a trovarvi, così, tanto per prendere coscienza del fatto che siete mie.

Oggi dunque, mi sono decisa.
Dopo il fallimento di ieri, dovevo darmi una mossa, così, dopo aver passato un paio d'ore dal parrucchiere con l'amichetta che non vedevo da quasi due mesi, quella con cui praticamente convivo, mentre l'operazione di taglio del mio caschetto era terminata, nell'attesa che lo shatush sulla testa di lei facesse presa (è una specie di tinta progressiva che va di moda ora) tra una chiacchiera e l'altra, il pensiero correva sempre da quelle scarpette maledette. Allora ho pensato che una volta fuori di lì avrei potuto farci di nuovo un salto, ma non prima di aver dato una sbirciatina in un altro negozietto che non frequento da un po'.
E così ho fatto, lì ho provato un paio di scarpe favolose, turchesi, sempre con plateau e tacco altissimo mentre alla radio Vasco cantava "...non metti mai niente di particolare, solo per farti guardare..."
beh, se non mi guardano con queste c'è di che preoccuparsi.
Comunque niente da fare, pure con quelle ai piedi, il pensiero volava dalle altre, nell'altro centro commerciale, che guarda caso era di strada, quindi, tanto valeva.
Andarci.
E di corsa pure!

Come una forsennata corro al parcheggio, stavolta gratis, per partire verso l'unica meta possibile.
La brama mi ha distratto al punto che una volta entrata in macchina, anzichè azionare l'aria condizionata ho acceso i fari e poi anche fisiologicamente iniziavo ad avere delle strane alterazioni, quali senso di soffocamento e accelerazione della deglutizione, forse anche il cuore batteva più forte.

Arrivata a destinazione quasi di corsa, anzi senza il quasi, di corsa e basta, man mano che mi avvicinavo alla preda rallentavo, quasi a non voler mostrare quell'esagerato e ardente desiderio che mi stava consumando, non sia mai che davanti alle altre clienti-maniache mi manifestassi per...
si diciamolo pure: per quella che sono.
Cioè una come loro, anzi, una peggio di loro.
Infatti non ho visto nessuna fotografarsi i piedi con aria sognante, per non dire da ebete, e scommetto che nessuna, a notte inoltrata, stia documentando con ardore il misfatto su un blog. 
In quel momento ero solo una che senza ritegno si sarebbe, di lì a poco, avventata su quelle scatole magiche con impeto vergognoso e senza un minimo di decoroso controllo.

Eccole lì dunque, schierate, a dire il vero un po' sottosopra visto l'orario di chiusura, i numeri 35/36 da una parte e poi i 40/41 dall'altra.
Come è noto gli ultimi saldi sono a beneficio esclusivo di sole due categorie di donne:
cenerentole con piedi poco sviluppati 















e anastasie fettone!














Due modelli, tra i più belli in assoluto mi hanno irretita, così un paio sono già nel mio cassettone, l'altro come vi dicevo prima, vi giungerà domani.
Se tutto va secondo i miei piani.
E cosi sarà.

Certo, un'altra agguerrita 36 potrebbe fare prima di me, innamorarsene e portarmele via ma io cercherò di batterla sul tempo, mi alzerò presto, prenderò il mio coupon-sconto ottenuto oggi e...
domani
all'alba...
vincerò!

Miranda (Devil) Milian
giovedì 9 agosto 2012

Saran belli gli occhi neri, saran belli gli occhi blu, ma le scarpe...


Post frivolo.
Lettore avvisato mezzo salvato!
Ma il frivolo per me è parte del serio, i due elementi devono compenetrarsi per generare una vita quanto più gratificante possibile.
Fine delle scuse per giustificare il fatto che sto per parlare di scarpe.

A nove giorni dal rientro vacanziero ho passato la mattinata al centro commerciale con la scusa della spesa, tipo, arrivo al centro commerciale ore 10.03 (come testimonia il cartellino), inizio spesa al supermercato ore 13.00 circa.

In quelle tre ore di vuoto sono stata rapita dagli alieni che mi hanno catapultata in giro per vetrine. Io non volevo ma non potevo mica opporre resistenza, gli alieni quando si straniscono sono capaci di tutto, anche di farti comprare scarpe, vestiti, borse e accessori vari contro la tua volontà.
Sono terribili, tu non vuoi, dici che ne hai già tanti e che sarebbe una spesa superflua ma loro insistono e ti minacciano e tu, terrorizzata, ti ritrovi a cedere.
Tuo malgrado.

Non mi era mai capitato di pagare cinque euro per il parcheggio. Ho annullato subito l'operazione credendo si trattasse di un errore, poi ho letto per bene il regolamento e ho scoperto che invece aveva ragione quella macchinetta infernale, l'unica funzionante di tutto il centro, quella a due km dal mio posteggio: tre ore e mezza o frazione fanno cinque euro!

Urca!

Beh però c'è da dire che non mi hanno fatto pagare le ulteriori tre ore spese per raggiungere l'unica cassa automatica funzionante, mentre nel mio portabagagli i surgelati erano messi a dura prova dai quaranta gradi di temperatura africana di passaggio per l'ennesima volta qui a Roma.

Vabbè, tutta colpa di quelle maledette scarpe che ho guardato e riguardato e poi ho fatto altre cose ma dopo aver posato delle buste in macchina, tanto per sentirmi più leggera e più agile per la prova, sono tornata da loro e le ho riguardate: tutte firmate, a metà prezzo e tutte del mio numero, il 36.
Per l'occasione mi stava bene pure il 35 così avevo pure una certa scelta a disposizione.
(Non sono una nana ma ho i piedi piccoli).
Scarpe immettibili per la vita di tutti i giorni ovviamente, a meno che non hai occasione di fare la superfiga 24h su 24.
Tacchi vertiginosi, colori eccentrici e plateau altissimo, scarpe fantastiche, di quelle che bisogna averle, così, non tanto per metterle, ma sapere di possederle ti fa sentire meglio.
Più sicura.
Più figa.
Più tosta.
Più una che osa e non come quelle che si provano scialbi sandaletti bassi e pratici, molto simpatici, davvero spiritosi, e così via con tutta un'altra serie di aggettivi adatti a giustificare lo scarso senso del fashion che emanano.
A tal proposito c'è una frase di un filmetto comico anni '60 che mi fece troppo ridere, diceva:
Gonna lunga e tacchi bassi non ispiran grandi spassi!

Ah Ah Ah!
Come dargli torto!

Insomma, tra una puntatina e l'altra nel reparto calzature, sono salita al piano superiore per distrarmi e dopo aver comprato una borsa della stessa marca delle scarpe e sempre a metà prezzo, mi è andato l'occhio su una vetrina, al centro della quale troneggiava un manichino con indosso una maglietta che riportava una scritta rosa fluo la qual diceva:

 (Cenerentola è la prova che un nuovo paio di scarpe possono cambiare la tua vita)

Sarà un segno degli dei?
Mi sono detta.

Qualcuno mi sta forse dicendo: Va' e compra quelle scarpe, sciocca di una donna, ancora non hai capito? Sono a metà prezzo, del tuo numero, dei tuoi colori preferiti, cosa fai ancora quassù ...scendi ordunque ai piani inferiori, laddove alberga il diavolo, e prendile: sono lì per te! 

Ho anche immaginato una specie di Zeus lanciafulmini mentre materializzava scarpe luminescenti direttamente dall'Olimpo, fissandomi con i suoi occhi dannatamente magnetici e nel contempo provocatori.

(Finirà 'sto caldo prima o poi, portandosi via relativi deliri e allucinazioni, si, finirà, voglio crederci).

Che bello però, a Cenerentola le nuove scarpe l'hanno cambiata davvero la vita, eccome!
Certo, sempre che ti piaccia sfracassarti di noia dentro un castello a fare niente, tant'è che in Cenerentola 2, in pochi lo sanno, si veste male come quando lavava per terra comandata a bacchetta dalla matrigna cattiva, va a fare la spesa al mercato, sta simpatica ai poveracci e fa pure pace con le sorellastre.
Magnanima, umile e in ciabatte, quindi ... no, dio delle scarpe non mi freghi, non le comprerò, ma dato che un'altra visitina in quel reparto non costa niente, dopo cinque minuti eccomi di nuovo lì, davanti a quegli attrezzi infernali.
Precisamente questi:

Ma perchè questo tentennare?
Questo prova e riprova, sali e scendi?
Diciamo che un po' fa parte del gioco, crea suspence, rende l'atto dello shopping più trasgressivo.
Lo faccio o non lo faccio?
Insomma fa proibito, quindi, desiderabile.
E questa è la spiegazione che rende più affascinante il mio indugiare, la realtà però è anche un'altra, quella poco avvincente e decisamente terra terra, cioè che a metà prezzo di un prezzo alto sono comunque costose, poi inizi a pensare che vuoi essere saggia e se sai che non le metterai quasi mai è come se costassero di più, poi non è tanto il potersele permettere o meno, il fatto è che poi comunque non potrei permettermi l'autista che mi ci scarrozzi in giro.

Maledettissime!
Non erano nemmeno tanto scomode, anzi, ma un conto è alzarsi dalla poltroncina del reparto scarpe e raggiungere  lo specchio posto a un paio di metri e un conto è camminarci nel senso proprio di... camminarci.

Ah, quello specchio!
Deve averne viste delle belle.
Se ne sta lì zitto zitto mentre tu ti ci piazzi subito davanti, se ti va bene, sennò devi aspettare che qualcuna prima di te si tolga presto dalle scatole e appena sei in pole position, in una frazione di secondo -paf- ti riflette con le scarpe delle meraviglie ai piedi mentre immagini la prima volta che le indosserai.
Fugace momento questo, in cui ti si paleseranno dinanzi una o più delle seguenti situazioni-opzioni:

1-qualcuno che te le guarderà con invidia (spesso trattasi di donne facenti parte della categoria vorrei ma non posso).

2-Qualcuno che le guarderà maliziosamente (uomini che pensano a una cosa sola, cioè nè più nè meno a quello cui stai pensando tu che l'hai indossate col chiaro intento di suscitare tal pensiero).

3-Lo sguardo di tua figlia che prima ancora che pronunci la frase: "Belle! Me le presti?" verrà fulminata dalla tua di frase, che suonerà più o meno così: "Scordatelo!"

4-Poi c'è  l'amica complice che approverà, ti sosterrà e ti elogerà nemmeno avessi deciso di partire con i tuoi risparmi alla volta di nobili cause tipo tutti uniti contro l'abbattimento delle sequoie, salva un albero, salva una vita!

5-Infine vedrai anche tuo marito nell'atto di scuotere la testa pronunciando, con gli occhi al cielo, la seguente affermanzione: "Quelle scarpe sono sbagliate e ti rovineranno la schiena!"

Uffa il solito guastafeste.
Ma non potevi appannarti specchio del cavolo?

Non dimentichiamoci però che a tutto c'è rimedio quindi, basta immaginare le situzioni-opzioni in un ordine diverso, facile no?
Diciamo che è bene partire dal punto 5, ovviamente, e lasciare per ultimi il punto 1 che fa molto stronza che guarda beffarda dall'alto e il punto 2 in cui la stronza dimostra di sapere il fatto suo e di avere gli uomini in pugno.
Non dispiacetevi per le altre, il cuore di stronza sta tutto lì: ce l'ho solo io. punto.
La compassione non è contemplata.

Ora non so come sia passata a dare consigli non richiesti ma dato che ci siamo, se non vi ci sentite, così stronze (scusate l'ennesima parola esplicita, vi avverto ne seguiranno altre) ricordatevi che c'è sempre chi pensa a voi, come ad esempio gli autori di questi preziosi libri:

Forte eh!
E' pure la versione aggiornata, che non lo sapevate che le stronze si evolvono?
Se bisogna diventare stronze, e sia.
Ma attenzione, purchè aggiornate alla versione più recente, sennò si sballa il sistema operativo e va tutto a puttane!
Ma tanto è proprio là che vogliono andare a parare, o no?

Lo ammetto, quel libro in foto è mio, l'ho comprato tempo fa, così per ridere, voglio vedere di che tratta precisamente, scoprire se l'autrice la pensa come me e soprattutto verificare alla fine chi tra le due sia più aggiornata.


Ma c'è anche questo:

e poi torniamo a quel che dicevo pure io, e cioè che:

Vabbè, ora che abbiamo tutti gli strumenti per diventare delle irresistibili dominatrici, giungo alle conclusioni.
Stamattina è andata a finire che dopo aver rimirato le scarpe più belle che potessi vedere senza acquistarle, ho comprato una camicia per mio marito mentre per me, borsa a parte, un libro di Cecelia Ahern, uno smalto rosa-lilla da Kiko a € 2,50 e queste:


poi la sfigata sarebbe Cenerentola!

Miranda (Devil) Milian
mercoledì 8 agosto 2012

Fa caldo, sono fuori allenamento e ballo la dancehall: chiamate un esorcista!


Dico io se con tutti gli anni di studio di tutto e di più mi dovevo ammattire con 'sti stili nuovi, ma mi piacciono troppo, sono molto cool e se vuoi usare certe musiche beh...lo stile giusto è quello.
C'è poco da fare!

Insomma lo scopo del mese, che è diventato quello della settimana è affinare la tecnica della dancehall, magari tralasciando quelle parti acrobatiche che nemmeno mi piacciono e rendono tutto pure abbastanza volgarotto.
Come sempre i miei miti coreografi americani come Hi-Hat e Tanisha Scott nelle loro coreogafie per i video e i concerti delle star hip hop e R&B adottano questo stile ma facendolo diventare la naturale evoluzione delle streets dance come l' hip hop che ormai comprende anche queste cose.
E che balletti riescono a tirar fuori...spettacolari!
Così tra movimenti conosciuti, spesso derivanti addirittura dal vecchio funky e qualche pas de bourrè ci scappano questi passetti sfiziosissimi che rendono tutto più figo.

Non sia mai che io non insegua i miei miti, quindi, prima di metterci del mio, la base la devo apprendere dalla fonte e deve essere precisamente quella...assolutamente, sennò che maestrina aMMericana sarei?

Dunque che cos'è la dancehall?
Potrei postare un video e chi s'è visto s'è visto!
Ma no!
Troppo facile.

Proverò a spiegarlo.
Mmm...dunque, prendiamo un grosso frullatore o meglio un gigantesco shaker e mettiamoci dentro una lapdancer (senza scarpe magari, che poi nel mescolare il tutto con veemenza mi va a ferire a morte qualcuno con quelle zeppone tacco 15), una danzatrice del ventre, una ballerina afro, una hip-hopper e spruzziamoci dentro una bella dose di reggae jam.

Ora shakeriamo il tutto molto ma molto bene perchè i rischi sono i seguenti:
-che esca una tipa prevalentemente lapdancer e allora non va bene, dopo anni di studio e la tiritera sulle tecniche nuove mi vai a sminuire con le sinuose movenze da spogliarellista, con tutto il rispetto (magari a saperle fa) ma è riduttivo;
-che esca qualcosa troppo hip hop old style, e non va bene neppure questo, sembrerà la solita solfa e il nuovo va a farsi benedire in un attimo;
-che si crei una figura troppo tecnica e allora poi sembri una che si vuole emancipare ma non sa stare lontana da Matt Mattox e dal suo all that jazz, ok la base, ma a volte bisogna come si dice imparare l'arte e metterla da parte.

Insomma in questi casi, va ributtato tutto dentro e bisogna continuare a shakerare per bene finchè il composto non sarà omogeneo e avrà dato forma a questo stile che ha un po' di tutto ma in una veste totalmente diversa ed entusiasmante, insomma molto yeah, ovvero la dancehall.
Interessante proprio come esperienza fisica, credetemi.

Ieri ho preso il borsone, lo shaker, le mie nuove scarpe che spaccano,
eccole qui:
sono andata in sala, ho interpretato la parte di tutti gli ingredienti e ho iniziato a shakerare, quando mi sentivo pronta e sbattuta al punto giusto e quindi credevo di vedere finalmente una coreografa very cool in perfetto stile dancehall...ahimè...tutto quello che mi sembrava di aver appreso è evaporato allo specchio.
Non è uscita nè una lapdancer (che poteva pure avere dei punti a favore), nè una hip-hopper old style tantomeno nessuna delle altre ibride figure elencate sopra ma si è materializzato un essere che non avevo contemplato nei miei progetti e cioè una nevrotica indemoniata bisognosa di esorcista.

Vi assicuro che ondeggiare il bacino in perfetta sincronia col gioco di piedi che serve a compiere il movimento ruotando su se stesse, mentre fai rotazione dell'anca e apro e chiudo con le ginocchia abbinando una corretta attività del busto e delle braccia è una cosa allucinante, per forza ne esce una diavoleria e le diavolerie sono di competenza dell'esorcista.
Tutto fila quindi.
Ah ovviamente bisogna inserire questi passi e passettini nei tempi musicali giusti vincendo il mal di schiena e l'acido lattico dovuto alla mancanza di allenamento, limiti questi che anche se non si vede ti fanno arrancare correndo appresso alle note e facendoti sembrare quella musica sempre più veloce e dispettosa.

Alla fine ho capito tutto quello che c'era da capire ma vi risparmio il filmato che documenterebbe a meraviglia il mio folle pomeriggio, tra oggi e domani completo l'opera e...chissà...

Intanto ora che mi sono sforzata di spiegare con la parola scritta, che è ciò che caratterizza un blog, un video fico ve lo lascio pure.
Anzi due!
Prima "Where have you been" official che merita, ma poi anche quello del making of, dove vedere che anche Rihanna c'ha i capelli bruttarelli e arruffati in sala prove...come dire, non cambia niente e lei rimane una strafiga pazzesca, ma un po' rincuora!

"Where have you been"
official video

"Where have you been"
Reharse
Beh in effetti...sembrano un po' indemoniati pure loro eh?! Da notare la coreografa col cappellino dell'Italia!!!   Con uno di questi ballerini c'ho fatto lezione, attingere alla fonte diretta è fondamentale per me! 
Per approfondire e chiarire giusto un pochettino: la dancehall non è propriamente una novità, è una derivazione del reggae e nasce in Jamaica alla fine degli anni '70, tuttavia molte star come Rihanna, Black Eyed Peas e Sean Paul, per citarne alcuni, l' hanno portata a livelli internazionali sulla scia del successo che riscuotono in tutto il mondo con le loro canzoni e i loro shows.  Da qui le derivazioni degli stili di danza e le contaminazioni con l'hip hop.    Carla 
martedì 7 agosto 2012

Insomnia



Ultimamente ho realizzato diversi sogni nel cassetto, a volte mi verrebbe quasi da dire che li abbia più o meno realizzati tutti.
Poi ci ripenso e no, troppi ne ho e troppi ne voglio avere per molto tempo ancora.
Avere sogni da realizzare è importantissimo e se un giorno dovessero finire sarebbe un bel guaio.
Vorrebbe dire che sono depressa o addirittura morta, per carità.
No, no e no!

Ma un sogno che non mi riesce di soddisfare e che ci smanio dietro di brutto da anni, anzi da annissimi, è il seguente: avere sonno la sera quando il giorno ho ballato, cioè sempre, tranne quando sto in vacanza.

Allora, se sono nella mia cittá cioé a Roma ma non lavoro perchè è estate, sono super rilassata ma la sera crollo quindi dormo, se sto fuori in vacanza al mare idem. Quando mi capita di uscire la sera durante la villeggiatura vedo la gente tutta arzilla che se ne va in giro acchittata per locali, lungomari e bancarelle mentre io faccio fatica addirittura a tenere gli occhi aperti, che diamine, ma possibile?
Non ho fatto niente tutto il giorno e poi basta con la storiella che il mare stanca, e per quelli non vale allora?
Ci sformo pure, mi sembrano tutti fichissimi e adatti a fare baldoria e io al contrario non vedo l'ora di mettermi il pigiamino di Calimero e di togliermi quel po' di trucco che mi sono messa per darmi un tono da sveglia.

Non parliamo poi se devo guidare: mi attacco al volante e lo stringo forte, mi sporgo in avanti sgranando gli occhi tipo Mister Magoo e prego il dio delle atee peccatrici che mi tenga sveglia fino a destinazione proteggendo me e i miei passeggeri da imprevisti e ubriaconi al volante.
Non potete capire che frustrazione si prova in quel frangente, cioè durante le passeggiate serali, guardando madri di famiglia che spingono passeggini su tacchi vertiginosi o altrettante signore truccatissime che se la ridono mentre tu non riesci a fare nemmeno tre passi senza sbandare, giuro, nel vero senso della parola SBAN-DA-RE.
Con le scarpe da ginnastica, per giunta.

In questi casi tra me e me intrattengo dei monologhi utili per l'autostima in cui mi piace ricordare che vita eccitante ho io!
("Che ne sapete?!" dico beffarda ai nottambuli allegrotti, sempre s'intende tra me e me).
Ah Ah Ah!
Altro che tacchi sul lungomare, che ne possono sapere loro delle luci della ribalta e dei miei tacchi stile Broadway!

Ma torniamo al paradosso che qui come al solito chissà dove sono finita, insomma se invece lavoro per ore, e non vi sto a dire mentalmente e fisicamente a che tipo di distruzione si possa arrivare facendo il mio mestiere, la sera si, sono stanca ma del sonno nemmeno l'ombra. E gli occhi non sono aperti ma spalancati e guardano virtualmente verso nuovi eccitanti orizzonti creativi che potrebbero magari trovare sfogo di mattina.
Perchè no?
No di mattina invece sono una sottospecie di zombie, ritardata pure.

Ho capito che sarà per via dell'adrenalina ma che pizza però.
Vorrei semplicemente avere sonno, mettermi a letto e addormentarmi.
E che avrò chiesto mai?

Oggi ho avuto la brillante idea di farmi tre orette di riassetto danzereccio e coreografico dopo quasi due mesi di niente e ora ...ovviamente non si dorme. Così ho finito un libro, ho spento lo smartphone, ho spento la luce, ho provato a dormire, non ci sono riuscita, ho riacceso la luce e anche lo smartphone dal quale sto bloggando, ho mangiato latte e biscotti, mi sono rilavata i denti finalmente liberi da gabbie metalliche che ancora ci godo e ho preso un nuovo libro che inizierò adesso.

Che sia una buona notte!

La speranza è l'ultima a morire.
O delude sempre?
Come dice Turandot.

Carla

sabato 4 agosto 2012

Giovani routard a cinque stelle


Mi stavo chiedendo dove siano finiti quei giovani squattrinati (e non) che se ne andavano in vacanza sorridenti, con lo zaino in spalla e tanto spirito d'avventura in cerca di un campeggio.

Vero che non ce ne stanno più in giro?

Io ero schizzinosa, avevo paura degli insetti e l'idea di bagni e docce in comune mi terrorizzava quindi non l'ho mai fatto. Se non avevo abbastanza soldi  rinunciavo alla vacanza e amen. Anche perchè i miei non mi hanno fatto mancare nulla, con loro ho visitato sempre luoghi magnifici ma non mi hanno mai messo i soldi in mano spedendomi in Sardegna.

La situazione dei giovani oggi, è inutile che lo sto a ripetere io, è davvero preoccupante, ovvio che sto dalla loro parte, ma possibile che proprio in un periodo come questo fanno a gara a chi fa la vacanza più esotica?
E la sfoggiano pure, sentendosi realizzati!

Sono molto dura lo so, il mio punto di vista può non essere condiviso ma i giovani rivoluzionari li preferisco a quelli che si concedono il passo più lungo della gamba e che pur cercando lavoro prenotano con largo anticipo una vacanza costosa e non rimborsabile.
Ma non vanno in conflitto le due cose?

Li sento rammaricarsi, lamentarsi, li vedo affaticarsi alla ricerca di uno straccio di lavoro che quando lo trovano è precario e sottopagato, li vedo rinunciare a normalissime cose per via degli scarsi guadagni, quando non nulli, e poi... vanno in vacanza in hotel, nei resort e spesso anche in inverno si concedono i week end nelle spa. Io se a vent'anni fossi incappata in posti del genere trovandomi immersa nella brodaglia umana di terme e piscinazze varie sarei caduta in depressione, altro che relax.
Poi mi toccava fare gli straordinari per pagarmi lo psichiatra.
Eppure non ne ho risentito, credo, o forse sono nevrotica proprio per questa remota carenza?
Va  a sapere :)

Forse è tutto collegato: degrado socio-culturale, personalità basate sull'importanza dell'apparenza, famiglie incasinate, mancanza di lavoro, quindi di soldi, e così la naturale conseguenza che potrebbe essere una gran voglia di lotta e di rivalsa spesso si riduce ad una gran confusione di valori.

Ma se piangi perchè non hai soldi, come fai ad avere l'iPhone e a fare una vacanza in categoria extra lusso?
Come fai a rallegrarti affermando soddisfatto che la Apple è seria e ti cambia il telefono se si rompe, quando dovresti essere incazzato nero perchè produce un aggeggio da quasi 1000 euro, tu fai i sacrifici per comprarlo e poi con molta probabilità ti si rompe e devi sobbarcarti pure la scocciatura di andarlo a cambiare.
Ma se per quella cifra mi dai un telefono difettoso come minimo vieni tu a casa mia quando fa comodo a me e mi porti quello nuovo e funzionante su un vassoio d'argento.
Anche silverplate al limite può andare!
Il vassoio.

Così spesso senti frasi del genere:
Che fico hai visto... me l'hanno cambiato!
E te credo, vedi un po'.
Ah ma l'ho preso a rate con l'abbonamento! 
Il che non equivale ad averlo preso gratis ma anzi a pagarlo di più e come se non bastasse sei pure vincolato ad un operatore che non puoi cambiare finchè non hai finito di pagare, cioè quando già è uscito il modello successivo e il tuo non ha più mercato.

Non mi piace generalizzare e nemmeno fare la facilona, ma ne vedo intorno a me di atteggiamenti simili, in sostanza, noto tanti giovani che preferiscono giocare ai ricchi con la complicità dei genitori anzichè imparare ad alzare la testa con dignità e senza vergogna, davanti alle difficoltà che incontrano, e sforzarsi di tirare fuori più grinta possibile per diventare loro un bel martello e schiacciare a livello di incudine chi l'ha ridotti così.
 
Carla
giovedì 2 agosto 2012

Medaglia d'oro al valore della Donna


Poco fa sono uscita un attimo per comprare la frutta,
era l'ora più calda,
sento una vocetta,
mi volto e vedo la postina,
molto probabilmente precaria e in sostituzione del solito addetto che gira nel quartiere.
Era seduta all'ombra, sul muretto con un fascio di lettere in mano e un carrello con altrettante buste di lettere, parlava al telefono e implorava i figli chiedendo di non litigare, con voce dolcissima e parole delicate diceva di non litigare altrimenti lei non sarebbe riuscita a lavorare serena.

Io questa tipa non la conosco ma lì per lì ho percepito tante cose tra cui l'amore, la dedizione, il sacrificio, la fortuna di avere un lavoro.
Magari non c'entra niente fare paragoni ma senza nulla togliere a chi ricopre un ruolo di spicco nella società (in maniera onesta) queste donne sono veramente "eroine" o "regine" (per usare un termine tanto in voga) anche se fanno solo ciò che sentono giusto. Non atlete divette e spocchione, non prostitute parlamentari e starlette televisive che guadagnano troppo a scapito di queste altre donne comuni, queste donne vere che pagano con enormi sacrifici anche per i loro lussi.

Su quelle riviste cretine tipo Chi, Verissimo e compagnia bella perchè non parlano anche di queste Donne invece di raccontarci con chi va a letto Balotelli, che la Gregoraci è incinta o che Belen insulta la cameriera ...sarebbe sicuramente più "verissimo".

Grazie al cielo, spesso, le donne sono molto diverse da quelle proposte dalle suddette riviste, e non solo fisicamente, questo dovrebbero capire le tante che si dannano davanti alle immagini di corpi perfetti in bikini adagiati su costosi natanti di imprenditori o calciatori. 

Ma poi che tiratura avrebbe un giornale simile in un popolo di lobotomizzati? Lontano dall'inutilissimo e deleterio gossip ma vicino alle donne che si ammazzano per dare ai figli un futuro migliore?

Meglio sognare con le vite patinate degli evasori fiscali e delle belle impossibili (in realtà possibilissime in base al reddito, rigorosamente stellare del viscido di turno) che dipingere un quadro reale per capire a fondo e fare qualcosa quindi in piena consapevolezza.

Per usare una metafora in linea col periodo, che medaglia d'oro meritano queste donne? Le donne che ringraziano il cielo di essere state chiamate per un lavoretto, anche se temporaneo, e che nel contempo hanno il cuore stritolato per via dei figli piccoli a casa da gestire a distanza.

Le medaglie d'oro sportive vanno ai migliori nella loro disciplina. Punto.
Chi fa meglio la vince (errori di giuria  a parte). Nella vita di tutti i giorni spesso invece chi fa meglio la perde continuamente contribuendo a farla vincere sempre agli stessi che non fanno niente, se non fregarti, per conquistarla.

Anche le madri comuni, non famose, non plurimedagliate quando non lavorano (ma anche quando lavorano) sono le mamme dei loro figli e magari preparano qualcosa di meglio di un kinder per merenda!

Carla

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