Il blog che le amiche dicevano di leggere al mattino col caffè (chissà se lo faranno ancora)

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lunedì 25 febbraio 2013

No, non sono politically correct



Non sono d'accordo con la protesta in topless avvenuta fuori dal seggio dove ha votato Berlusconi.

 

Le ragazze sono state pesantemente malmenate dai poliziotti e ovviamente questo è a dir poco terribile e vergognoso. 

 

Allora, dato che non sono d'accordo comunque con la protesta fatta in quel modo, mi danno addosso dicendomi che dovrei essere sconvolta per la violenza subita dalle ragazze piuttosto che pensare alle tette nude.  Dicono che purtroppo noi donne facciamo fatica ad accettare questo tipo di proteste, non siamo abbastanza determinate e menomale che ci sono quelle che fanno per noi. Immediatamente senza riflettere nemmeno un nano secondo sui concetti che una si sforza tanto di esprimere, questi che si credono dei gran pensatori e vogliono cambiare il mondo, immaginano che in noi donne subentri quello stupido senso di competizione o di pudore che quando vorranno capire che in molte l'abbiamo superato, quel pudore così come lo intendono loro, sarà sempre troppo tardi. 

E pensare che invece ce ne sarebbero di donne pronte, ma pronte veramente, che invece si trovano davanti tali ristrettezze, sta a queste quindi far in modo che il mondo si prepari ad accoglierle. In bocca al lupo di cuore a noi allora! Alcuni scrivono un pensiero dimostrando solidarietà con le ragazze femministe che hanno protestato e si aspettano una serie di commenti in accordo con loro, tu offri un punto di vista diverso, no, vieni subito zittita e accusata. A te che vuoi andare al cuore della questione danno di quella insensibile e magari pure pro violenza. L'aspettativa sulla base del pensiero comune che nega ogni possibilità di dialogo e l'aprirsi a nuove idee. Ma a che serve star lì a dire: "eh poverette...che eroine però...ma che disgraziati schifosi quei poliziotti". Serve a perdere tempo e a continuare ad uniformarsi alla massa con il risultato che tutto rimane come è, cioè come non vogliamo. Ecco a cosa serve. Guai a non essere politically correct, che idiozia!

 

Beh sappiate che non sono bigotta e nemmeno violenta, dico però che oggi come oggi se una donna crede che solo spogliandosi può far arrivare messaggi dimostra di non saper andare avanti, quanto alla violenza è un orrore ma era logico che venisse messa in atto in questo schifo di sistema, perchè provocarla? Per poi denunciarla, che già abbiamo da denunciarla quando non la provochiamo, non ci basta? Poi tutti a casa a fare i buoni e a lamentarsi senza fare un cavolo, come quelle madri che crescono i figli a suon di urla e schiaffoni e poi si lamentano perchè diventano isterici, ribelli e violenti. Perchè noi donne per quel che ci riguarda non cresciamo la nostra società sforzandoci di trovare mezzi alternativi magari più efficaci? Non sto giustificando la violenza, ma davvero vogliamo combatterla provocandola? Perchè protestare a seno nudo davanti a un maniaco? E' una donna libera una che si mette in topless per voler dire qualcosa di importante? 


Mi dispiace, ma mostrare le tette al re del bunga bunga la trovo una cazzata e credo profondamente che invece noi tutte dovremmo essere paladine della giustizia, tutti i giorni ovunque andiamo con la nostra vita, mi sembra l'unica cosa che possiamo fare davvero tutte...e beato quel paese che non ha bisogno di eroi.

Carla
domenica 24 febbraio 2013

Riflessione...



Leggo titoli di articoli, approfondisco qua e là e via via il mio pensiero si fa sempre più chiaro, per quanto spesso la strada da percorrere non sia affatto facile.

E penso che se la società fosse impostata diversamente, 
se gli individui fossero quindi liberi, 
se l'Amore non fosse ricatto affettivo, possessione, 
se non fosse un ripieno usato per colmare una carenza personale, 
se alla base ci fosse un'educazione basata sul crescere persone sicure e oneste con sé stesse, 
se la frase "i figli sono la mia unica ragione di vita" significasse che la ragione di vita deve necessariamente essere finalizzata al bene della società e non ad appesantire la simbiosi genitore-figlio che spesso invece ammala parte di essa,
se quindi significasse educarli e dar loro tutti i mezzi possibili e immaginabili perché si garantiscano, dapprima tramite noi, e poi da soli questa sacrosanta libertà, 
se si capisse che il "bene della società" va ben al di là di ciò che viene imposto da tempo,
se l’Amore fosse un diritto per tutti… 
beh oggi forse non staremmo qui a chiederci se siamo pronti per i matrimoni gay e se sia giusto o meno che questi adottino dei figli.
Forse non ci sarebbero né gay né etero ma solo persone, non esisterebbero i gay pride e i family day potrebbero essere manifestazioni accoglienti dove ogni famiglia sarebbe la benvenuta.

Le catene ce le possiamo togliere da soli, diventare complici di chi ce le serra ai polsi non è certo il regalo più bello che possiamo fare alla nostra vita. 

Quanto al credo, che ognuno professi il suo senza imporlo agli altri e che ognuno approfondisca la questione augurandosi di riscoprire sé stesso senza paura di dover rivedere totalmente il concetto di Dio che potrebbe essere decisamente diverso da ciò che da sempre si è dovuto subire.
Non apparteniamo che a noi stessi e questo è il miglior modo per donarsi agli altri. 

Carla
venerdì 22 febbraio 2013

Let's groove tonight...


Stasera un'amica mi ha catapultato negli anni '80, anzi i "mitici anni '80".
No, no, non mi sto dimenando al Piper nè mi trovo a qualche festa revival, così, semplicemente ricordavamo...
Quanto rido al pensiero di come mi agghindavo, ma tutti si agghindavano più o meno come me e quel giubbetto di jeans carico di spillette tanto criticato negli anni a seguire, non era che il top del fashion. Va bene, lo ammetto, la formazione della Roma per intero magari era un tantinello esagerata, inoltre sono sinceramente pentita per quella mia brevissima parentesi calcistica.

Devo dire che per me, ultras Roma a parte, gli anni '80 sono stati davvero mitici e in quel decennio ho combinato un bel po' di cosette sparse qua e là tra questi 10 eventi memorabili:
  1. Ho firmato il mio primo contratto di lavoro al Teatro dell'Opera per ballare in una scena del Nabucco.
  2. Ho lasciato (dopo qualche recita del Nabucco) il fidanzato geloso che non vedeva di buon occhio la mia nuova ed entusiasmante occupazione e soprattutto non gradiva il reggiseno in ferro e strass che dovevo indossare in questa mia prima esperienza professionale e ora che ci penso nemmeno lo spacco vertiginoso della lunga gonna rossa. Vabbè ma non gli stava bene niente però...
  3. Ho dato l'esame di maturità.
  4. Mi sono diplomata alla scuola di danza classica.
  5. Ho preso l'aereo per la prima volta.
  6. Mi sono fidanzata con uno fighissimo.
  7. Sono stata lasciata da uno fighissimo (vedi riga sopra. Deve avermela tirata quello di prima: il geloso).
  8. Ho ballato al Teatro Sistina (e menomale sennò non me ripiavo).
  9. Ho conosciuto la mia super amica Gabriella (e menomale sennò non me ripiavo).
  10. Varie ed eventuali che non sto a dire.
Ora siete a conoscenza del fatto che in un decennio ho avuto ben due fidanzati quindi mi sento di farvi un'ulteriore confidenza: ne ho avuto un altro prima ancora del "geloso". Tre in dieci anni, roba da orsoline crocifisse martiri di clausura ristretta. Non credo che esista questa congregazione ma rende l'idea.
Mi divertirebbe scrivere un post a base di ex ma non so se lo farò mai per evitare figuracce, infatti ne ho avuti solo sei mentre ci sono donne molto più giovani di me che ne hanno sei anche loro, con la prospettiva però di poterne collezionare un numero di gran lunga maggiore quando avranno l'età mia. Allora potrei tirare su la situazione includendo i flirts, ma poi penso che è meglio di no perchè ne ho avuti troppi, quindi farei una figuraccia lo stesso perchè si sa, l'omo con tante donne è figo mentre la donna...viviamo in un mondo retrogrado e abietto, bisogna avere pazienza, tanta pazienza e magari un po' di coraggio per fregarsene pure un po', ma mica ci paga qualcuno per l'appartenenza al club del "questo non si dice e questo non si fa sennò poi pensano che..." A questo proposito chiariamo un punto: ma si può vivere una vita in base a quello che la gente forse poi penserebbe di noi? In questo modo non fai quello che ti senti di fare e vivi in funzione di un giudizio di qualcuno che non ha nessun diritto a giudicarti, così facendo la tradizione si tramanda all'infinito e nessuno fa mai quel che gli pare o lo fa di nascosto coi sensi di colpa ... tutta questa farsa ha dell'assurdo e anche un po' del ridicolo.
Diciamolo: è una brutta cosa.

In merito al post sugli ex ci penserò su,  intanto riprendo in mano l'argomento elencandovi le 10 cose non troppo galvanizzanti che facendo parte degli usi e costumi di quegli anni hanno angustiato non poco i miei mitici '80:
  1. Le sopracciglia folte (eh, andavano...)
  2. I jeans a vita alta, spesso tirati su fino all'inverosimile e tenuti ben stretti da un cintone elastico tempestato di strass.
  3. Le calze velate molto poco elasticizzate che si smagliavano solo a guardarle.
  4. La frangia a ciuffo sparata in alto e fissata con la gelatina tenuta extra forte.
  5. Il look alla "paninaro" con i Levis 501, la cinta El Charro, le Timberland e il Monclair.
  6. L'autoradio che una volta parcheggiata la macchina veniva smontata e portata in giro sotto il braccio. L'incubo sopraggiungeva quando si andava al mare, perchè lasciandola nascosta sotto il sedile era chiaro che te l'avrebbero rubata: i ladri anni '80 sapevano benissimo dove si trovasse, tanto valeva lasciarla collegata.
  7. Le spalline nelle giacche e nelle t-shirt che tenevamo fissate (per modo di dire) sotto le bretelline del reggiseno. Eravamo sempre lì a smucinare perchè ovviamente si spostavano facendoci sembrare piuttosto deformi. Perchè si chiamano spalline anzichè spallone non l'ho capito. Erano esageratamente grosse e imbottite tanto da farci apparire come un esercito di Mazinga. Non parliamo di quando si arrivava al dunque col fidanzato, infatti non era proprio carino rimanere a tu per tu (capisci a me) con queste due alettone di gommapiuma bene in vista, quindi eravamo costrette a mettere in atto meschine strategie per sfilarle di nascosto e fare in modo che rimanessero all'interno della maglietta, il tutto mentre elargivamo goffi abbracci all'amato.
  8. Le interurbane coi gettoni che cadevano giù alla velocità della luce. Mettevano un'ansia pazzesca e puntualmente ti facevano dimenticare tutto quello che volevi dire. L'argomento sfuggente tornava subito in mente una volta caduta la comunicazione, per la gioia di chi stava in fila ai telefoni pubblici aspettando trepidante il proprio turno. Intanto, per ingannare il tempo chi era in coda si faceva i fatti tuoi alzando gli occhi al cielo e sbuffando per sollecitare il riaggancio della cornetta. Che sfigati che eravamo, per farsi i fatti degli altri bisognava uscire, ora te li fai comodamente da casa su Facebook.
  9. I completini da aerobica alla Sidne Rome (o anche alla Barbara Bouchet a.k.a. mamma di Alessandro Borghese, il cuoco capellone). Questi completini erano composti da una tutina intera in lycra bluette o verde acqua con mutanda sgambatissima da indossare sopra e rigorosamente di un colore in contrasto, tipo: tutina verde/mutanda fucsia o tutina bluette/mutanda gialla. Con gli scaldamuscoli poi si poteva star certe di essere tirate al massimo.
  10. I body intimi, bianchi, candidi e di un lucido accecante tanto che nei momenti cruciali bisognava provvedere ad un paio di occhiali da sole per il partner oppure approfittare dell'abbaglio per sfilare in quattro e quattr'otto le spalline. Avevano il pizzo sui seni, ci sembravano sexy da morire e invece...ma si dai, forse lo erano davvero, eccheccavolo sempre a criticà, chissà tra 20 anni quanto faranno ridere questi super push-up Intimissimi che abbondano nel mio cassetto. E per forza, negli anni '80 portavo la quarta, ora la seconda! Menomale che la creatività nella moda non ha limiti e le spalline le hanno semplicemente spostate infilandole nelle coppe dei reggiseni. Molto meglio direi, infatti, che ci frega di ingigantire le spalle? Onestamente, a chi importa delle spalle? Io non ho mai sentito uno dire: Ammazza, hai visto quella che spalle?! Ah si, forse quando sono andata a vedere i mondiali di nuoto!
Bene, non vi dirò del concerto dei Culture Club e dell'asciugamano che Boy George lanciò dal palco, di cui conservai un misero filo per non so quanto tempo. Me ne devo ricordare però quando critico le ragazzine invasate di Justin Bieber o degli One Direction.

Ah, mi pare che proprio agli albori degli anni '80 ebbi l'immenso onore di conoscere personalmente Nureyev ... così da quel giorno iniziai a non accontentarmi.

Miranda (devil) Milian 

Bonus:
Mi pesa molto pubblicarla ma ...eccomi qua. Ce l'ho proprio tutte: il ciuffo sparato, le spallone, la cintona con strass, il body misto pizzo e i mitici jeans!

Ogni riferimento è puramente casuale:





martedì 12 febbraio 2013

Il punto G. Io so dove si trova, seguitemi...

Procedi dritto, a ore 12 svolta leggeremente a destra, quindi: sei arrivato a destinazione.
  1. Come stimolare il punto G?
  2. Cosa è il punto G?
  3. Dove si trova il punto G?
  4. Esiste il punto G?
Anzi, mettiamo prima il punto 4 e a seguire il 2 e il 3, poi l'1, perchè se non sai cosa sia e dove si trovi, e soprattutto se non dovesse esistere, che pretendi di stimolare?

Ho letto che ci sono addirittura corsi di cinque o anche sei lezioni in cui le coppie possono imparare a gestire 'sto benedetto punto G. E' stato divertentissimo scoprire cosa suggeriscono di fare in queste sedute (o sdraiate che siano). Pare che l'uomo abbia il compito di predisporre l'ambiente, perciò consigliano di iniziare liberandolo da eventuali ostacoli, per esempio accompagnando i bambini dalla nonna, così c'è casa libera eh eh eh!
Questa fase è detta "preparazione del viaggio", quindi se un amico gli dovesse chiedere: Parti? Ah, e dove vai? Lui può rispondere: All'avventura in un posto che non so dove si trovi, sempre che esista.
Ma tanto oggi c'è il tom tom, da qualche parte si arriverà.
Si continua con la fase del "bussare alla porta", una roba che ha a che fare con creme da spalmare e poi questa porta si deve aprire (si spera). A questo punto segue un bizzarro procedimento secondo il quale si consiglia di dirigersi a ore 12 verso una parte e a ore 6 verso l'altra. Infine, se non si rimane impicciati tra le lancette dell'orologio, c'è la fase del "togliere il velo" e quindi -zan zan- dello "svelare".

Credevo di averne viste e fatte in vita mia ma mi sbagliavo, di tutta questa tiritera ad esempio non ne sapevo nulla.

Al termine dell'articolo c'è scritto che, come si è potuto notare, il tutto è estremamente facile da eseguire (chissà cosa è la difficoltà per questi qui) e si ricorda ai lettori che il rituale va terminato con un saluto che la coppia si dovrà scambiare reciprocamente.
Non spiegano però come si fa. 
Ipotizzo:
-Beh ciao e alla prossima! (Vale per  entrambi)
-Ok, beh...allora, mi richiami domani, così ripassiamo? (Lei)
-Arrivederci e grazie! (Lui)
-Mi chiedevo, ora che ho trovato il tuo, se hai qualche amica che non sa dove sia il suo e ha bisogno di una mano, volevo dire che... insomma tienimi presente e...beh ciao eh! (i Lui dotati di infinita quanto ammirevole schiettezza).

In realtà hanno ragione, è tutto molto facile, ma facile davvero e non servono lezioni.
Dunque vorrei, senza presunzione alcuna, dare le mie risposte ai quesiti relativi all'argomento.

Come prima cosa si, il punto G esiste. Piace molto e a molte donne, a quelle che più di altre amano un certo modo di porsi. Esso crea indubbiamente una notevole eccitazione e anche se alcune devono faticare per raggiungere l'obiettivo, si dicono poi appagate e affermano convinte che ne è valsa la pena.
Chi riesce a trarre soddisfazione col punto G spesso fa rosicare le amiche, inoltre avere accanto un uomo generoso, che sa capirti nel tuo più profondo essere femmina ed è disposto ad offrire i mezzi necessari, può aiutare.
Per quanto riguarda la location, ognuna può averne uno in un posto facilmente raggiungibile. Questi posti sono nati proprio per appagare le esigenze delle donne, spesso smaniose e incontentabili tanto che se si soddisfano una volta con la scusa del togliersi uno sfizio, dopo ne vogliono ancora e ancora.
Non basta mai.
Quello è un ambiente che inizi piano piano, ma poi...ti si apre un mondo e ce n'è di roba...uh se ce n'è.
Ora non vorrei sembrarvi troppo esplicita ma credo che un'immagine del punto G, sia la cosa migliore per dipanare ogni dubbio, dunque cliccate qui sotto se volete avere un'idea chiara di cosa sia ma fatelo se siete adulti, perchè lungi da me mettere in testa tali cose a chi non ha ancora la maturità per intraprendere certe attività. Già i giovanissimi subiscono continuamente lavaggi del cervello, poveri genitori, di questi tempi mettici pure 'sta preoccupazione ...non è cosa.


Scommetto che lo avevate già visto o comunque un'infarinatura ce l'avevate di sicuro.
Come stimolarlo è facilissimo, basta andare a Piazza di Spagna se siete a Roma o in qualsiasi altra via/piazza in giro per il mondo dove si trovi e soffermarsi davanti la vetrina. Basta un attimo e la stimolazione può raggiungere livelli tali da produrre quel meccanismo diabolico che vi farà muovere automaticamente le gambe in direzione della porta del negozio e la mano verso il griffatissimo pomello della stessa. A questo punto il bel giovanotto elegante e muscoloso dai tratti afro-americani o la magrissima signorina che non si scompone nemmeno con una cannonata, vi verranno amabilmente incontro e faranno tutto il resto. A voi non rimarrà che aprire il portafoglio, che è bene non sia di Carpisa o simili, altrimenti suggerisco di smanettare in tasca senza far vedere bene da dove provengano carte di credito o contanti. Badate a non far cadere in terra buoni sconto e tessere raccolta punti dei supermercati.
Commesso il misfatto si uscirà dal negozio con quel senso di colpa capace di accrescere l'effetto trasgressione che fa parte del gioco e che presto lascerà spazio ad una serie infinita di scuse, tipo: lavoro tutto il giorno, lavo, stiro, cucino, accudisco la famiglia, sono stanca, sto giù di morale, faccio sempre tutto per tutti, che c'è di male? Ho fatto proprio bene invece! 

Non so perchè (anzi lo so) ma per associazione quella G mi rimanda sempre tra le vetrine di Gucci dove c'è di che godere, quanto all'altra G forse sarebbe meglio procedere con naturalezza, senza navigatori e orologi.
La natura è molto accogliente se ci si offre ad essa abbandonando i tabù e le altre corazze che passivamente lasciamo ci vengano imposti da secoli.

Miranda (devil) Milian

domenica 10 febbraio 2013

All'amor non si comanda, dicevano

Hanno accoppato compare Cupido

E' quasi San Valentino e se non ve ne foste accorti, ci pensano le vetrine di un paese messo in ginocchio dalla crisi a ricordarvelo con particolare entusiasmo.

Dunque, ci sono occhiali da sole con scritto Ti Amo, borse dell'acqua calda con scritto I'm your fire, la solita lingerie sexy con annessi accessori per sesso estremo, che pare si faccia solo a capodanno e a San Valentino (ecco perchè so' tutti nervosi, due volte l'anno è decisamente poco, poveri ormoni) poi  qui, avrete modo di ammirare gli originalissimi guanti per coppie. Ma dico io, se fa freddo e sia lui che lei indossano i propri guanti a che serve quell'accrocco in più?
Ma poi che vergogna andare in giro combinati così.
Saranno per quelli che più che amarsi amano l'ostentazione.
Lei: "Ehi guardatemi sono fidanzata, mi sono sistemata, qualcuno mi ama, valgo qualcosa perchè il tizio con le mani imbavagliate alle mie sta con me e non con un'altra, proprio con me, capito?"
Lui: "Questa è la mia ragazza, sta solo con me e non la dà a nessun altro, ok? Anzi, speriamo che dopo averla accontentata con l'assurda passeggiata agguantati mano nella mano me la dia per davvero, si perchè sappiate che non c'è un altro motivo al mondo che mi abbia indotto a rendermi ridicolo con chiunque mi abbia visto oggi. Sono un uomo, diamine!"

E dopo il delirio della coppia molto unita, torniamo ai gadget. Ci sono ancora cuscini e tazze da personalizzare con le foto di quel last minute fico a Sharm o del matrimonio (aiuto, paura io) nonchè le palle, quelle con la neve che fiocca, sempre con l'immagine personalizzata della coppia al suo interno. Però al posto della neve ci sono i cuoricini che fluttuano e la palla non è proprio una palla ma un cuore, in effetti la palla era più azzeccata, perchè davanti a cose del genere uno mica dice: che cuori!
Ho visto pure, in cartoleria, una crema al cioccolato da spalmarsi addosso di dubbia qualità, le mutandine fatte di caramelle e qualche altra rimanenza, risalente a chissà quale evento, da riciclare per i valentini di bocca buona. Rabbrividisco al sol pensiero ma rido immaginando la seratina: lui avvelenato per aver slinguazzato il pessimo surrogato di cioccolata e lei con l'orticaria, tutt'e due dritti al pronto soccorso.
Un 14 febbraio memorabile!

Ma il pezzo forte è senza dubbio il gadget biblico: i dieci comandamenti dell'amore.


Per quanto non abbia simpatia nemmeno per quelle originali, se fossi Mosè gliele darei in testa le tavole, sia a chi l'ha prodotte e pure a chi se le compra.
Ma poi non si diceva all'amor non si comanda?

Insomma, un sentimento supremo rappresentato da una miriade di oggetti per lo più realizzati con materiale tossico sfruttando la manodopera, il tutto per dire ti amo a una che se non le regali niente poi ci rimane male e si lamenta con le amiche.
Che obrobrio! (Si dice così? Che parola strana da scrivere).
Io mi lamenterei con le amiche se ricevessi un simil dono e l'indomani festeggerei immediatamente San Faustino, protettore di coloro che a questo punto vivono una condizione rivalutatissima: i singles.

E voi che fate a San Valentino? Riceverete/regalerete roba simile o amate a tal punto che ne farete a meno?

Miranda (devil) Milian


mercoledì 6 febbraio 2013

Pulp Biancaneve


I viaggi mentali che faccio per lavoro sono inclusi di jet lag e in questo periodo ho gli orari particolarmente sballati, e non solo quelli.
Scritta ieri sera sul tardissimo, doveva essere la favola per la buona notte che è diventata ormai del buongiorno... anche un po' in ritardo.

Una storia che parte dal bianco per giungere alle sfumature noir fino a toccare quelle rosse, insomma tinte hot decisamente lontane dalle squallide tendenze grigie che van tanto di moda adesso.
Non so dirvi come mi sia venuta in mente ma ecco a voi Pulp Biancaneve.

C'era una volta una matrigna (tanto per cambiare) di nome Grimilde.
Ella era una regina ed era bellissima, divorata altresì dalla brama di essere la più bella.
Per via di questa brama aveva un fedele amico, uno specchio, detto appunto "delle mie brame" al quale domandava spesso chi fosse la più bella del reame. Perchè nelle fiabe la rima deve necessariamente ricondurre ad un tormentone che Ganggnam style è niente a confronto.

Il povero specchio (che non ne poteva più di questa sciacquetta repressa) rispondeva sempre con le medesime parole rivelando che Grimilde, pur essendo molto avvenente, non riusciva a battere la figliastra Biancaneve, che lo era ancor di più.
A questa risposta la regina rosicava che non potete nemmeno immaginare, lei, con quel viso accattivante, la bocca sensuale, un portamento da indossatrice, mora con gli occhi verdi, doveva sopportare di essere da meno di una brunetta con gli occhi castani che calzava delle orribili pantofole. In realtà di qual colore fossero i capelli di Grimilde non lo sapeva nessuno perchè indossava sempre la corona sopra il camauro che le copriva tutta la testa.
(Il camauro è una specie di passamontagna che lascia occhi e bocca scoperti, io lo so perchè ho lavorato al Teatro dell'Opera e insieme a qualche altra chicca fashion dei tempi andati, l'ho pure indossato).

Grimilde, divorata dalla rabbia e dall'odio nei riguardi della principessa Biancaneve, chiamò il cacciatore e gli ordinò di ucciderla.

Dovete sapere che la regina aveva una tresca col cacciatore. Tutto il giorno  rinchiusa nel castello senza un cavolo da fare, la noia se la portava via, così  quell'omaccione rude e barbuto che le gironzolava intorno divenne presto l'oggetto dei suoi sogni proibiti.
Hai capito la fredda Grimilde? Che a detta del cacciatore, tanto fredda poi non era.
Ella si dimostrava infatti molto abile nel....vabbè non è il caso di scendere nel dettaglio vi basti sapere che era capace di sciogliersi come neve al sole nell'assecondare ogni desiderio del suo fervido amante di fronte al quale da regina si trasformava addirittura in umile schiava.
Costui rimase molto turbato dalla richiesta della bella sovrana, uccidere la principessa, un tale orribile crimine che avrebbe macchiato per sempre la sua anima, inoltre ci restò male perchè sentendosi richiamare nella stanza reale aveva immaginato tutt'altro. Deluso dovette spegnere l'ardente desiderio e munirsi di pugnale ma assaporando la ricompensa, si avviò determinato nella radura.

Biancaneve tardò una mezzoretta perchè quel giorno davano il doppio episodio di Gossip Girl ma giunse come di consueto nel bosco per raccogliere fiori e parlare con gli uccellini. E' noto che ella soffriva della sindrome di San Francesco. Stava giust'appunto riconsegnando un passerotto a mamma volatile quando le si palesò dinanzi il sicario col pugnale puntato, lei (essendo sprovvista di spray al peperoncino) estrasse velocemente la pistola nascosta sotto il candido mantello e sparò dritto al petto dello sventurato cacciatore.
Oltre il danno (l'essere andato in bianco) pure la beffa (l'essere stato ammazzato) che forse, e dico forse, è ancor più grave.

La principessa viveva una disastrata situazione familiare, a stretto contatto con una matrigna gelosa e pazza tanto da parlare con uno specchio, no, non doveva essere per niente facile. Tutto ciò le aveva procurato delle turbe psichiche, così dopo essersi lasciata andare in una sadica risata, incurante dell'omicidio appena commesso, tornò a canticchiare allegramente con gli animaletti.

Intanto al castello Grimilde venne a conoscenza di quanto accaduto nel bosco. Infuriata perchè Biancaneve oltre ad essere più bella le aveva pure ucciso l'amante, scese nei sotterranei dove si celava il suo macabro laboratorio e dove conservava misture, pozioni, brodaglie varie nonchè sostanze stupefacenti (da qui il nome di Biancaneve).
Ivi preparò una miscela per trasformare il proprio aspetto e ingannare la rivale che avrebbe ucciso di suo pugno. Con l'autostima sotto i piedi non se la sentì di diventare la strega brutta vecchia nasona e scelse l'opzione strega gnocca da sballo, così con sandali tacco 12 Jimmy Choo, ombrello nero (perchè il tempo non prometteva niente di buono) e mela rossa avvelenata si recò al B&B "Dai 7 nani" dove per pochi soldi Groupon offriva alloggio alla fuggitiva. (C'è crisi pure nelle favole).

Biancaneve era affamata perchè giunse a colazione terminata, quando ormai i turisti si erano spazzolati tutto prima di partire per un'escursione nel bosco, così, senza pensarci due volte, imprudente, accettò il frutto dalla bella sconosciuta. In realtà l'aveva scambiata per una escort ingaggiata da Groupon per i clienti che avevano scelto l'offerta Golden All Inclusive. Dove l'All Inclusive includeva proprio tutto e dove il cacciatore spendeva i suoi risparmi quando alla regina girava storto.
Ma -ahimè- Golden era semplicemente il marchio posticcio che la strega aveva incollato sulla mela per fregare meglio Biancaneve.
La principessa la addentò, come da copione.
Al primo morso, il veleno le fu fatale.
La povera Biancaneve espiò subito la sua colpa e cadde a terra morta.
Purtroppo nessun principe venne a baciarla e mai più si svegliò.
Nemmeno i 7 nani piansero al suo capezzale perchè, essendo nani, erano alle Cayman a depositare i guadagni della loro redditizia attività turistica.

E il lieto fine?
Presto fatto:
Grimilde adesso era la più bella del reame, l'unica in assoluto, il principe divenne presto il suo amante, così con il toy-boy  se ne andava in giro per il regno scimmiottando Madonna.
Aprì nei sotterranei un centro estetico chiamato "La più bella del reame" (nome piuttosto banale se vogliamo) che non tardò a diventare il più frequentato dalle star di tutto il mondo.
Grazie a pozioni e sortilegi, il botox così come la chirurgia plastica divennero blandi rimedi caduti in disuso. La regina comprò il B&B dei nani che andarono in pensione dopo aver sposato giovani donne tanto smaniose di denaro quanto capaci di chiudere un occhio sull'avvenenza dei loro compagni, trasformò il bosco in un centro commerciale con ampio parcheggio, cinema, palestra e sala giochi.

La regina Grimilde visse per sempre felice e contenta e sempre più bella.

Morale della favola.
Biancaneve: chi la fa l'aspetti oppure chi di spada ferisce di spada perisce.
Grimilde: ha avuto solo culo perchè Biancaneve è stata più svelta.
I 7 nani: perchè sfacchinare in miniera quando si può fare business approfittando della dimora caratteristica immersa nella natura?
Il cacciatore: attenti con la storia dei trombamici e guardatevi dalle matrigne psicotiche.
Lo specchio: sempre meglio farsi i fatti propri.

Buona notte, buon giorno o buon pomeriggio da
Miranda (devil) Milian Burton Tarantino


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