Il blog che le amiche dicevano di leggere al mattino col caffè (chissà se lo faranno ancora)

lunedì 11 aprile 2011

Confessioni di una bambina, il mio approccio consapevole con la chiesa

A circa 10 anni, età in cui si fà la prima comunione, dovevo andarmi a confessare, premetto che la parola confessione mi dà i brividi primo perchè trovo assurdo questo codice di comportamento secondo cui qualcuno si arroga il diritto di fare da intermediario sfruttando le debolezze umane, secondo perchè men che mai un bambino può aver commesso un fatto talmente grave cosiddetto peccato da confessare. Comunque se ci si lamentava ti dicevano che tutti siamo peccatori ed è peccato anche solo avere la presunzione di credere di non esserlo, quindi c'era poco da fare, bisognava inventarsi qualcosa da dire a perfetti sconosciuti davanti ad una grata ambigua con inquietante effetto vedo non vedo, per di più in una posizione scomodissima a simboleggiare la subordinazione:  genuflessi. 
Non sapendo a cosa aggrapparmi, scorrendo i dieci comandamenti con la certezza che in qualcosa dovevo pur aver trasgredito, rimango colpita da una strana ed equivoca frase: 
"non commettere atti impuri". Subito emetto un sospiro e penso a quando con la mia amica Giovanna avevo giocato con le Barbie e spogliandole toccavamo quelle sisette dritte ridendo e facendo finta di essere i loro fidanzati (eravamo sprovviste di Ken e Big Jim) quindi ebbi la malaugurata idea di iniziare la confessione così: "Credo di aver commesso atti impuri". Durante questa estenuante confessione il prete anziano poteva tranquillizzarmi, magari poteva dirmi di non farlo più, se proprio ci teneva, invece mi fece il terzo grado: "Ma ti tocchi? Ma l'hai mai fatto? Li leggi i giornaletti pornografici? Non sai cosa sono?" No, non lo sapevo ma ci pensò lui a spiegarmi bene cosa fossero e soprattutto come si potessero usare quando si è nell'età delle scoperte! Mamma mia, sono uscita da quel confessionale affaticatissima e ovviamente turbata, ma avevo imparato a soli 10 anni tre cose nuove: 
1.cosa fosse la pornografia 
2.ci si poteva toccare da soli, 
a fini piacevoli e non solo per lavarsi 
3. (la più decisiva) andare in chiesa non era poi così importante, soprattutto non era sicuro e probabilmente era una truffa come un'altra. 
Che comportamento perverso e bizzarro: mettermi al corrente di cose che non conoscevo e successivamente informarmi che se le avessi praticate, sarei andata dritta all'inferno! Di Barbie invece il vecchio sacerdote non s'interessò per niente, anzi nel ripetere che era solo un gioco per ridere,  mi ammoniva dicendo di non pensare alla bamboletta in questione e tornava piuttosto alle sue argomentazioni. Non raccontai nulla a mia madre per timore o vergogna, ma tenni a mente quell'episodio per valutare decisioni future. La religione cattolica non mi ha mai convinto, questo è stato il mio inizio e dopo approfondimenti e riflessioni di una vita penso che sia solo un antico mito che oggi grazie alla conoscenza evoluta non ha più ragione di esistere, poi con la chiesa è diventato un enorme macchingegno politico senza scrupoli e a scopo di lucro dove possono anche sopravvivere figure umili, in buona fede e benevole che dedicano la vita al bene del prossimo ma non è certo questa la vera faccia nè soprattutto il vero scopo di chi, in questa casta fatta di ricchezza e gerarchie, è al potere. 
Carla

Per le riflessioni e per sentire altre campane, consiglio i seguenti libri:
"Dio non è grande - Come la religione avvelena ogni cosa" (Cristopher Hitchens)

"Il libro che la tua chiesa non ti farebbe mai leggere" 

"L'illusione di Dio" (Richard Dawkins)
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