Il blog che le amiche dicevano di leggere al mattino col caffè (chissà se lo faranno ancora)

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giovedì 26 luglio 2018

La Freccia Maledetta

Ho scritto il mio primo libro.

Titolo: "La Freccia Maledetta"
Genere: saggio, dramma, thriller, erotico, horror, storia vera.
Prezzo: aggratis.
Consiglio: mettetevi comodi. 

Prefazione
24 luglio 2018
Stazione di Roma Termini
Binario 21
Ore 11:57
Non si sa per quale oscuro motivo il treno parte in perfetto orario. La cosa è altamente sospetta inizia quindi l'attesa, breve devo dire, qualcosa doveva pur succedere.

Capitolo 1
I bagni non funzionano e pian piano iniziano ad emanare una fragranza che tra alti e bassi capisci che ti accompagnerà per tutto il viaggio. Tra me e me maledico di non aver comprato quel profumo da quattro soldi della WYCON, che non è niente male e in più è comodo da tenere sempre con sé. Lo usa la mia assistente spruzzando in sala a più non posso per allontanare certi odori provenienti dalle precedenti lezioni di danza, a dire il vero intossica parecchio l'ambiente e mi fa tossire, ma meglio la tosse, anche convulsa, che l'olezzo degli umori pre-puberali. 
Dato che piove sempre sul bagnato, la toilette nelle peggiori condizioni è quella della carrozza in cui si rompe il condizionatore.
Non è la mia per fortuna.
Decido di affrontare il disagio che comunque pervade un po' tutto il treno e a scopo preventivo vado a farmi una birra nella carrozza denominata con non poche manie di grandezza: bistró. Qui un gruppo di hawaiani s'intrattiene bevendo e chiacchierando, in particolare uno di loro parla con un tono di voce talmente alto e profondo che un signore mi guarda e cercando complicità mi fa: "mamma mia, questo come parla, sembra la radio!" Io sorrido educatamente all'inventore di Radio Honolulu mentre piuttosto mi chiedo cosa ci facciano 6 hawaiani somiglianti molto lontanamente a Bruno Mars su un Frecciabianca. 
Non lo saprò mai.

Capitolo 2
Torno al mio posto quando appena superato Grosseto il convoglio si ferma perché devono sistemare l'aria condizionata nella sventurata carrozza 6, nel frattempo una famigliola di lingua probabilmente tedesca, decide di pranzare mangiando una quantità infinita di panini preparati sul momento con affettati freschi di taglio. Appoggiano tutto sul tavolino senza tovaglioli e senza curarsi del fatto che forse la manovra è poco igienica. Subito dopo aver formulato questo assurdo pensiero mi accorgo che l'igiene non deve essere un problema per loro dal momento che smollicano come non ci fosse un domani riducendo la parte di corridoio che riguarda i loro posti un porcile. 
Con tutto il rispetto per il porcile e i simpatici maialini che lo abitano, che poverini oltre il danno (diventare prosciutto e salame) anche la beffa (essere mangiati da crucchi cafoni). 
Per giunta se la ridono quando un pezzo di pane particolarmente grosso di tanto in tanto cade a terra. Faccio una proposta: se si chiudono i porti agli africani, si potrebbero chiudere pure le stazioni a certi nordeuropei? (Tanto per non ripetere crucchi).

Capitolo 3
La birra mi fa presto capire che non posso evitare il bagno per cinque ore così vago lungo il treno alla ricerca di quello migliore e capisco subito un'altra cosa: il detto "il più pulito c'ha la rogna" devono averlo inventato sul Frecciabianca.
Vista la situazione ne scelgo uno a caso e mi chiedo perché da piccola non mi abbiano mandato a scuola nuoto: avrei imparato a stare in apnea per più di 3 secondi. Dopo anni di danza però l'equilibrio e la muscolatura per assumere e mantenere posizioni improbabili non mi manca. Me la cavo comunque, ne esco un po' scossa ma viva.

Capitolo 4 (18+)
Dopo varie disavventure una coppia spagnola che è emigrata dalla carrozza con il condizionatore rotto e che viaggiava rassegnata su posti separati diversi da quelli prenotati, ha un colpo di fortuna: l'estranea vicina di posto di lui va (disgraziatamente) in bagno così per qualche minuto possono riunirsi. Cavolo se hanno saputo approfittare dell'occasione: una sull'altro vai di mega limonata (nel senso di pomiciata, non la lemonsoda) con tanto di ciucciate di labbra sonore rumorose. A modo loro hanno fatto merenda o meglio la "comida" per dirla in lingua originale, mancavano solo paella, sangria... e una stanza al piano di sopra per completare l'opera. Olé.
Quando tutto sembrava filare liscio, a parte il ritardo e la fragranza eau de bidè che aleggiava mascherata da normalità, parte l'annuncio con il quale si richiede l'intervento di un medico. Altro quarto d'ora fermi e speriamo nulla di grave, sicuramente un malore dovuto ad intolleranza ai profumi esotici. 

Capitolo 5
Si riparte ma quando approdiamo tra la meraviglia delle Cinque Terre ci si ferma di nuovo ma non all'aperto dove quel panorama poteva essere la cura di tutti i mali, bensì dentro una delle interminabili gallerie liguri. Avrei voluto incontrare di nuovo gli hawaiani per dirgli che loro hanno quelle sette isole magnifiche ma là fuori noi abbiamo quelle cinque terre bellissime (due in più, due in meno)... però abbiamo anche il Frecciabianca. 
No, meglio non incontrare gli hawaiani. 
La storia volge al termine. 
Con tre quarti d'ora di ritardo, la nausea e un calo di pressione giungo a destinazione in questa città che per me è una delle più belle al mondo perché è quella di mio padre dove si sono sposati i miei e dove ho passato tutte le estati della mia infanzia: Chiavari.
Nonostante non ci venga spesso, qui mi sento a casa. 
Mi sento anche amata perché il fidanzato che aveva già accompagnato la sorella alla stazione di un paesino limitrofo, la quale poverina attendeva un treno  che viaggiava con appena 120 minuti di ritardo, è venuto anche a prendere me, arrivando in anticipo e aspettando il ritardo.
Era un po' stranito a dire il vero e no, non ci siamo incontrati correndo l'una verso l'altro al rallenty per finirla "alla spagnola", no, niente baci a ciuccio. A me tremavano le gambe (non per l'emozione ma per la pressione a terra) e lui mi ha fatto notare che c'ho messo troppo ad uscire fuori dalla stazione. In realtà ero uscita subito ma dalla parte opposta e con le gambe tremolanti mi ci è voluto un po' a percorrere tutta la strada a ritroso.

Conclusioni 
Spero di non dover più viaggiare su un treno puzzolente ma so già che non potrà accadere; mi auguro con tutto il cuore che la coppia spagnola trascorra un'indimenticabile vacanza in Italia soprattutto mai più separata, juntos para siempre! Desidero inoltre che i crucchi al loro rientro trovino la casa invasa da gigantesche formiche e che la notizia sull'andamento dei treni italiani non venga trasmessa su Radio Honolulu dal gemello eterozigote di Bruno Mars. 
A questo punto posso dire che tutto è bene quel che finisce bene specialmente se con un caffè shakerato seduta in carrugio

Ringraziamenti 
Grazie per aver viaggiato sui nostri treni (anche perchè un'alternativa non c'è).
"Ci scusiamo per il disagio!"
E si sa che a chi ti chiede umilmente scusa...si perdona tutto.

PS: Nonostante abbia una fervida immaginazione, qualsiasi riferimento a persone o cose nella vicenda narrata è puramente casuale reale!



Chiavari - Via Martiri della Liberazione aka Carrugio



giovedì 7 aprile 2016

Welcome back Miranda!

Dopo poco più di un anno mi riaffaccio timidamente in questo amatissimo blog, o almeno ci provo a farlo timidamente, tanto poi andrà a finire con la mia solita irruenza.
Quanto l'ho amato non si può nemmeno immaginare e quanto mi è mancato non ne parliamo proprio.
Quante cose sono successe in un anno... ma non mancherò di accennarvi qualcosa di tanto in tanto, o meglio, di poco in poco visto che non ho intenzione di assentarmi di nuovo troppo a lungo!
Che ne dite se parto subito con un post randomico di quelli "a episodi" altrimenti detti fricantò? Ci spappolo dentro un po' di roba a caso così entro subito nel vivo e non sto troppo a rammaricarmi per non essere stata qui in questi ultimi tempi.
Dunque:

Primo episodio.
Le serie TV

Finalmente ho iniziato a seguire le serie TV. Non potete immaginare quanto io abbia da sempre invidiato quelli che si facevano maratone e scorpacciate di serie, li ammiravo estasiata mentre parlavano tra loro, mentre si capivano tra loro, per me era peggio di seguire un discorso in arabo, ora invece parlo arabo anch'io!!!
...نذهب على مع القصة
Scommetto che vi siete sbagliati e avete iniziato a leggere da sinistra a destra, beh allora ecco perchè non avete capito niente!!!
Scherzi a parte, insomma sto al settimo cielo, che tra l'altro è il titolo di una serie che subivo quando le figlie erano ragazzine e che non vedrò mai perchè non mi interessa l'argomento, roba di pastori protestanti con una decina di figli a testa e...ora che ci penso il pastore dai capelli neri aveva una tresca con una sua ex molto provocante ma la moglie, santa donna, lo perdona. Forse questa serie non sarebbe poi così noiosa! Me lo segno: rivalutare eventualmente Settimo cielo.
In questo periodo ne sto seguendo un paio, una delle due si intitola Once upon a time ovvero C'era una volta. I protagonisti sono i personaggi delle favole più note, sospesi in questo caso tra realtà e fantasia, tra tempi remoti e attuali e tra l'altro, come spesso accade, ho dovuto scoprire che un'idea che credevo fosse mia, quindi inedita e originale fino all'osso era stata invece già realizzata in questa serie e cioè la relazione clandestina tra la matrigna di Biancaneve e il cacciatore!
In realtà la mia favola distorta della candida principessa è ancor più elaborata e tempo fa la esposi proprio in questo blog. Odio farmi pubblicità e ci tengo sempre a distinguermi come "irriducibile fessa" che non fa niente per aumentare followers e visualizzazioni tuttavia se volete leggere la fiaba di Pulp Biancaneve cliccate pure qui però mi raccomando non leggetela ai bambini per la buonanotte!


Secondo episodio.
Summer 2015

L'estate scorsa sono stata in vacanza in un posto e quando dico di che posto si tratta, tutti, e dico tutti nessuno escluso, esclamano: in Albaniaaaa? E come mai?
L'espressione mentre colpiti esclamano la suddetta frase è più o meno questa:


E comunque si, avete capito bene, sono stata in vacanza in Albania!
Il mare è bellissimo e sono stata benissimo per motivi estranei al luogo ma per tutto il resto oltre a esserci mastercard (forse), l'espressione sgomenta "in Albaniaaaa?" ci sta tutta.

Riassunto dell'Albania in 5 punti:

1. Mare e posti bellissimi, e questo l'avevo detto, soprattutto Ksàmil dove si può nuotare fronte Corfù tra un'isoletta e l'altra.
2. Hotel da rifinire, nel senso proprio del termine tipo: cabina doccia senza cabina; asciugacapelli questo sconosciuto; rubinetti montati al contrario; finestre senza tende forse per guardoni in cerca di allettanti avventure; davvero si possono evitare quattro piani di scale con un coso meccanico che va su e giù? Niente reception; colazione a base di peperoni, pomodori e niente altro; spiaggia annessa all'hotel non attrezzata e sporca; accessori bagno spaccati che inducono l'avventore a sviluppare un certo aplomb per non capitolare di scatto a destra e a manca mentre esegue pratiche che se ti dice bene sono quotidiane; playlist di accompagnamento musicale ai pasti scarsa e monotona a base di ritmi latino-americani di pessima qualità.
Punti a favore: la vista dalla piscina e il mega pacco di carta igienica all'ingresso da cui poter attingere senza riserve 24h su 24.
3. Strade da finire, nel senso che si interrompe d'improvviso una superstrada quasi sul mare e per riprenderla in seguito bisogna passare per la montagna, girarci intorno dieci volte col girotondo albanese, quello che ti fa passare per Girocasta, quindi fai un salto, fanne un altro, fai la giravolta, falla un'altra volta, tutti giù per terra (a imprecare probabilmente), da qui si consiglia di chiedere indicazioni ai passanti montanari che in albanese ti dicono che è vicinissimo e facilissimo, di conseguenza ho imparato a parlare albanese: vicinissimo significa che ci vogliono dalle sei alle otto ore se vai a 200 all'ora (che su strada dissestata è alquanto improbabile) e facilissimo significa che dopo dieci ore (ce ne vogliono almeno un paio in più) arrivi minimo col mal di testa perchè oltre ad averci messo un botto non ti capaciti di che giro di Peppe hai dovuto fare, da qui un'altra intuizione: Peppe era albanese!
Veniamo ora alla vita notturna:
4. Casinò piccolini e scarsi  ma intanto io c'ho vinto 8000 lek (50,00€ circa) alle slot machine e già mi sentivo una super esperta pronta a sbancare il Bellagio in quel di Las Vegas. Bisogna pur fare la gavetta da qualche parte!
5. Ristoranti male organizzati dove nell'attesa puoi passare il tempo litigando con buzzurri turisti -ahimè- italiani, che dopo aver mostrato il peggio di sè asseriscono di non voler parlare con te in quanto donna perchè lì, al paese loro, i maschi parlano coi maschi e le femmine con le femmine, in quel caso specifico quindi avrei dovuto interloquire con la moglie del tizio e dire: "Signora scusi, potrebbe dire a suo marito che è un burino-cafone-maschilista?" Invece mi sono permessa di infrangere le regole del paese suo (dove comunque ce l'ho mandato) e gliel'ho detto in faccia che è un cafone, tenendo alta la bandiera delle pari opportunità.
Nonostante tutto il mio natante lo tengo ormeggiato qui in Albania!



Terzo e ultimo episodio.
Il nuovo template

Ho aggiornato la grafica del blog e stavolta l'ho cambiata smanettando coi codici dopo aver acquistato questo nuovo template, l'ho fatto per fare una cosa ordinata e carina al fine di rendere più gradevole la lettura, l'ho fatto per voi capito? Sentitevi in colpa come minimo se non passate di qua almeno una volta al mese!

A prestoooo!!!

sabato 24 agosto 2013

Una schiappa di skipper

Buongiorno carissimi!
È da un po' che non so mai come iniziare un post, così oggi me ne sono uscita con questo scontatissimo "buongiorno carissimi" che però è sempre cordiale, non vi pare?

Dunque sto al mare e sto cercando in tutti i modi di resistere all'acquisto di una rivista gossippara, è grande infatti la tentazione di conoscere la "verità" sulla crisi...nooo...non quella lì economica del paese...le banche, il mercato e blablabla ma quella seria cioè della Tatangelo col Gigi D'Alessio. Con tutta la buona volontà non ce la farei proprio ad avere la conferma di un fatto molto triste e cioè che l'amore eterno non esiste.

Vorrei capire poi se nell'era di internet sia proprio necessario spendere soldi per comprare un giornaletto scemo per poter vedere due tette. Sul web quanto a nudità femminili trovi di tutto e di più tanto che quel di più secondo me molte donne manco sanno di avercelo...e qui ancora che propinano starlette in copertina spaparanzate con ste bocce di fuori sugli yachts...capito scemuniti? Che si e no se vi siete potuti permettere Ostia o simili quest'anno?
E vi comprate sta roba coi soldi sudati. 

Capirai poi, il caro vecchio topless che anche il nome sa ormai di antico.
Io in topless non mi ci metto ma non per bigottismo è solo che l'idea di un bikini incompleto mi fa venire l'orticaria. A dire il vero ho anche un po' timore che col sole mi si raggrinziscano le tette  e vorrei evitare di dover chiedere aiuto al chirurgo estetico. Non capirò niente ma preferisco tenermi quelle made in mamma e papà.

Che altro dire...ah si, sto in una spiaggia molto carina che non si riempie delle solite persone senza stile dedite esclusivamente al cibo e all'arte di rompere l'anima ai figli sgridandoli per ogni stupidaggine. Questi poveri ragazzini, che al mare diventano i capri espiatori di genitori repressi e timorosi, non vedono l'ora di tornare tra i banchi di scuola augurandosi il tempo pieno ma il college fuori sede sarebbe ancora meglio.
Qui invece è pieno di ragazzotti che windsurfano e di gente che esce col catamarano così, dato che ho molta fantasia, mi immagino mentre imparo l'arte della vela e divento una skipper molto sicura del fatto suo. Mi piacerebbe assai ma ormai credo sia tardi e per me la parola skipper sarà sempre e solo legata a quella ragazzina bionda con la frangetta che non ho mai capito in che modo tuttavia so per certo che è imparentata con Barbie.

La fantasia mi porta anche ad immaginare quella cosa ricorrente (mi capita ogni anno) mentre faccio il bagno e mi butto con
la testa sott'acqua. La scena è molto breve e sempre la stessa, in quattro e quattr'otto qualche forza misteriosa mi trattiene lì sotto facendomi diventare una creatura marina o semimarina come ad esempio una sirena. Se ciò accadesse potrei vivere sempre nel mare visto che mi piace tanto ma dovrei prima  vedere se poi ci sarebbe modo di mantenermi i capelli lisci che con tutto quel sale e l'umidità mica lo so. Dovrei pure cercare di non commettere quell'errore tipico di tutte le sirene: arenarmi su qualche spiaggia. Accadrebbe inevitabilmente che il tizio dei miei sogni si troverebbe proprio lì ad aspettarmi, nobile e bello come il sole pronto a farmi perdere la testa e a farmi desiderare immediatamente un paio di gambe che possano consentire di vivere insieme felici e contenti il resto della  vita sulla terra ferma.
Sarebbe una vera fregatura!

Miranda (devil) Milian

sabato 4 agosto 2012

Giovani routard a cinque stelle


Mi stavo chiedendo dove siano finiti quei giovani squattrinati (e non) che se ne andavano in vacanza sorridenti, con lo zaino in spalla e tanto spirito d'avventura in cerca di un campeggio.

Vero che non ce ne stanno più in giro?

Io ero schizzinosa, avevo paura degli insetti e l'idea di bagni e docce in comune mi terrorizzava quindi non l'ho mai fatto. Se non avevo abbastanza soldi  rinunciavo alla vacanza e amen. Anche perchè i miei non mi hanno fatto mancare nulla, con loro ho visitato sempre luoghi magnifici ma non mi hanno mai messo i soldi in mano spedendomi in Sardegna.

La situazione dei giovani oggi, è inutile che lo sto a ripetere io, è davvero preoccupante, ovvio che sto dalla loro parte, ma possibile che proprio in un periodo come questo fanno a gara a chi fa la vacanza più esotica?
E la sfoggiano pure, sentendosi realizzati!

Sono molto dura lo so, il mio punto di vista può non essere condiviso ma i giovani rivoluzionari li preferisco a quelli che si concedono il passo più lungo della gamba e che pur cercando lavoro prenotano con largo anticipo una vacanza costosa e non rimborsabile.
Ma non vanno in conflitto le due cose?

Li sento rammaricarsi, lamentarsi, li vedo affaticarsi alla ricerca di uno straccio di lavoro che quando lo trovano è precario e sottopagato, li vedo rinunciare a normalissime cose per via degli scarsi guadagni, quando non nulli, e poi... vanno in vacanza in hotel, nei resort e spesso anche in inverno si concedono i week end nelle spa. Io se a vent'anni fossi incappata in posti del genere trovandomi immersa nella brodaglia umana di terme e piscinazze varie sarei caduta in depressione, altro che relax.
Poi mi toccava fare gli straordinari per pagarmi lo psichiatra.
Eppure non ne ho risentito, credo, o forse sono nevrotica proprio per questa remota carenza?
Va  a sapere :)

Forse è tutto collegato: degrado socio-culturale, personalità basate sull'importanza dell'apparenza, famiglie incasinate, mancanza di lavoro, quindi di soldi, e così la naturale conseguenza che potrebbe essere una gran voglia di lotta e di rivalsa spesso si riduce ad una gran confusione di valori.

Ma se piangi perchè non hai soldi, come fai ad avere l'iPhone e a fare una vacanza in categoria extra lusso?
Come fai a rallegrarti affermando soddisfatto che la Apple è seria e ti cambia il telefono se si rompe, quando dovresti essere incazzato nero perchè produce un aggeggio da quasi 1000 euro, tu fai i sacrifici per comprarlo e poi con molta probabilità ti si rompe e devi sobbarcarti pure la scocciatura di andarlo a cambiare.
Ma se per quella cifra mi dai un telefono difettoso come minimo vieni tu a casa mia quando fa comodo a me e mi porti quello nuovo e funzionante su un vassoio d'argento.
Anche silverplate al limite può andare!
Il vassoio.

Così spesso senti frasi del genere:
Che fico hai visto... me l'hanno cambiato!
E te credo, vedi un po'.
Ah ma l'ho preso a rate con l'abbonamento! 
Il che non equivale ad averlo preso gratis ma anzi a pagarlo di più e come se non bastasse sei pure vincolato ad un operatore che non puoi cambiare finchè non hai finito di pagare, cioè quando già è uscito il modello successivo e il tuo non ha più mercato.

Non mi piace generalizzare e nemmeno fare la facilona, ma ne vedo intorno a me di atteggiamenti simili, in sostanza, noto tanti giovani che preferiscono giocare ai ricchi con la complicità dei genitori anzichè imparare ad alzare la testa con dignità e senza vergogna, davanti alle difficoltà che incontrano, e sforzarsi di tirare fuori più grinta possibile per diventare loro un bel martello e schiacciare a livello di incudine chi l'ha ridotti così.
 
Carla
sabato 7 luglio 2012

Diamanti e papere


In vacanza faccio delle scoperte sensazionali. Il più delle volte leggendo titoli di riviste esposte in spiaggia in quei pannelli adibiti a edicole. Lo ammetto, a volte ne compro alcune, quelle che mi sembrano le meno peggio e che spero non facciano parte dell'impero berlusconi.
Dunque, grazie a questi acquisti  sono venuta a conoscenza di diversi fatti. Per esempio che Emma Watson (lo so che non sapete chi è quindi ve lo dico io, è la Hermione di Harry Potter) ha fatto tingere il cagnolino di rosa (roba che nemmeno Paris Hilton sarebbe mai arrivata a tanto) o che Ibraimovich si è comprato un'isoletta svedese per andare a sparare a cinghiali e cervi (ma povere bestie).
Poi ho avuto la triste conferma che tra Johnny Depp e Vanessa Paradis è davvero finita e ora dovranno combattere con la spartizione dei beni.
E che sará mai?
Che ci vuole a dividersi pezzi di isole alle Bahamas e annesse spiagge chiamate con i nomi dei figli?
Che ne so, lui potrebbe prendersi la spiaggia col nome del maschio e lei quella della femmina o viceversa.
Insomma una soluzione si trova.

E che dire della coppia Briatore-Gregoraci?
Come ho visto la rivista con loro due in copertina ho pensato:
buone notizie da casa Briatore?
Evvai, vuoi vedere che hanno iniziato a pagare le tasse?
No, mi sbagliavo.
Ebbene, aspettano il secondo bebè, lui condurrá un talent show per aspiranti imprenditori inoltre pare non abbia nessuna intenzione di lasciare il Billionaire!
Beh...se non sono buone notizie queste!
In tempi di crisi è bello sapere che un padre di famiglia ha il lavoro garantito.
Mi auguro che al nascituro non accada la disgrazia che ha dovuto subire il primogenito. Dio solo sa quanto ha sofferto (così disse la mamma) quando al padre gli sequestrarono lo yacht.
Pare che non abbia dormito per giorni, lontano dal suo lettino galleggiante.
A proposito, ma se il primo figlio si chiama Nathan Falco, il secondo che nome avrà?
Non so, Douglas Corvo o John Aquila Reale?

Ma è dopo quest'iniezione di informazioni interessantissime, quando ero ormai esausta, che è arrivata la ciliegina sulla torta:
Jennifer Lopez, notoriamente dotata di un lato B extra lusso, se l'è assicurato per 27 milioni di dollari!
Ora, una ballerina si assicura le gambe che si possono rompere così come un pianista si assicura le mani ma a un sedere cosa può succedere?
Dunque, vediamo, ci sono: magari al mare si siede su uno scoglio e -tracchete- sbuca un granchio che glielo pizzica. Oppure si potrebbe riempire di bolle dopo aver usato una nuova crema anti qualcosa.
Ma anche se fosse?
Bene, il notizione deve ancora arrivare però.
Questo lato B delle meraviglie oltre ad essere assicurato per una cifra astronomica vanta un accessorio che la sua padrona porta sempre con sé durante il tour: un copriwater con pietre preziose incastonate tra cui, pare, anche un diamante.
Praticamente questa va al bagno e si siede sui brillanti.
Diamonds are a girl's best friends cantava Marylin.
I diamanti sono i migliori amici delle ragazze.
E che amici!
Molto intimi direi.
Beh, sempre meglio essere amici del lato B di J. Lo che di Maria De Filippi tutta intera!
E io che credevo di essere molto glamour avendo trovato una tavoletta per il bagno trasparente con le paperelle gialle.


Miranda Devil Milian
mercoledì 4 luglio 2012

Holiday

La vacanza è appena iniziata e siamo alle solite:
nonostante non veda l'ora di passare del tempo nella mia dimensione ideale, vestita solo di bikini, pareo e ciabattine, a leggere libri su libri, ad avere il mare sempre davanti agli occhi così da poterlo guardare per ore, mi prende la sensazione di non volermi staccare dalle mie abitudini e dalle mie cose e così:
soffro perchè penso che mi mancherà casa mia, perchè si divide la sacra famiglia (che poi non è sacra ma di fatto, ma non per questo meno sacra), addirittura penso che mi mancherà la tartarughina di mia figlia che non me la sono filata mai più di tanto, poi sono molto gelosa della lavatrice e della cucina e...morale della favola l'idea di perdere lo scettro di regina della casa e lasciarlo in mano a chi resta mi rende un pochino suscettibile.
Del resto so già che nelle quattro settimane marinare accadrà quanto segue:
Prima settimana: sono esaltata, euforica, non mi sento a mio agio ma fingo di esserlo, talvolta mi capita di non vedere l'ora di tornare a casa mia, faccio continuamente progetti ad alta voce per disgrazia di quella mia figlia che passerà con me tutto il tempo, se c'è qualcosa che non dovesse andare ripeterò fino alla morte come ho intenzione di agire per stravolgere la situazione in positivo mentre quando tutto filerà liscio mi lascerò andare in centinaia di esclamazioni per esprimere quanto si stia d'incanto. A riguardo, sono capace di usare una serie infinita di sinonimi pur di dire dieci miliardi di volte la stessa cosa senza dare nell'occhio, ma puntualmente l'occhio di chi mi sta accanto se ne accorge e l'orecchio pure. Voglio essere sincera, spesso non mi preoccupo dei sinonimi e ripeto tranquillamente la stessa frase con le stesse identiche parole. Poi lascio cadere l'argomento per non essere troppo assillante e quando chi è con me crede di poter cantare vittoria, eccola lì che ricomincio!
Seconda settimana: mi sono ambientata, ho abbandonato gli attaccamenti cittadini, mi destreggio ovunque come fossi a casa mia: mi sento finalmente in vacanza ed è a questo punto che tanto perchè non m'illuda di spassarmela troppo mi verrà il ciclo!
Terza settimana: mi sembra di aver vissuto sempre lì, non me ne frega più niente della lavatrice tantomeno della cucina, sto una pacchia e vorrei che non finisse mai. Faccio progetti su come poter vivere  in città con le stesse modalità e lo stesso spirito della villeggiatura.
Puntualmente ci credo, che ciò possa accadere, ma puntualmente al rientro gli atteggiamenti smentiscono il tutto lasciandomi sola davanti alla triste e cruda realtà: è finita!
(E a Roma non puoi uscire in ciabatte perchè ció che al mare è cool in città è da caciottare).
Quarta settimana: passo tutti i giorni a cercare di non pensare di pensare che è l'ultima e quando arriva l'ultimo giorno mi sento la morte nel cuore e continuo a ripetermi che ...tanto lo sapevo ... il tempo sarebbe volato e così come è iniziata ora è finita.
Pensiero questo, di una tristezza infinita.
Me ne faccio una ragione e sogno una bacchetta magica che disfi le valigie, ne lavi il contenuto e lo riponga negli appositi armadi o cassetti così da alleviare ogni sofferenza, ma poi riutilizzare la mia amata lavatrice e i miei fili per stendere mentre ammiro la vista panoramica della città più bella del mondo mi fa pensare: daje su che va bene!
Si fa per dire e tanto per dare un lieto fine!
Carla

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