La maestra ti ha spiegato come sceglierle e come cucire i nastrini ma soprattutto ti ha preparato a dovere perchè una volta indossate quelle scarpette, tu possa salirci e muovere i primi passi correttamente.
Sono davvero le scarpe più belle che ci siano.Adoro quelle fashion col tacco, colorate, nere, con fibbiette, cinturini, borchiette ma...il fascino emanato dalle scarpette da punta non ha pari.
Quando sono nuove sono lucidissime e luminose, quando sono consumate portano i segni di un lavoro duro ma bellissimo.
Diventano parte di te, non le senti più nonostante spesso e volentieri le vesciche che provocano sono dolorosissime. Capita di osservarle una volta tolte e vedendo quei segni lasciati dalle ferite non puoi credere che fino a poco fa ti ci destreggiavi abilmente.
Le ballerine classiche sembrano farfalle eppure devono sopportare faticosissimi sforzi senza darlo a vedere e spesso dietro i loro sorrisi ci sono le vesciche che pulsano, ma che come per incanto sotto i riflettori si anestetizzano.
Quando vedo le mie allieve della danza jazz venire alla lezione di classico con il sorriso sulle labbra e una gran voglia di sfidarsi sugli aspetti più complessi, credo che gran parte del mio scopo di maestra l'abbia raggiunto proprio lì, in quei volti talmente affascinati da un'arte così meravigliosa da non pensare minimamente alla fatica e al dolore.
Da bambina le scarpette da punta sono oggetto di fantasie emozionanti, da allieva un sogno divenuto realtà, man mano diventano sempre più uno strumento di lavoro e ancora più in là parte del tuo essere una danzatrice professionista.
Si consumano facilmente, devono essere sempre ammorbidite al punto giusto, ci vuole grande cura quindi per quelle da usare in scena ma anche per preservare al massimo con strategie e accorgimenti, quelle per la lezione o le prove.
Mi piacerebbe ora aggiungere una mirandata, ma forse non è il caso, vorrei lasciare questo post così come è, immerso nella poesia di queste magiche scarpette, magari potrei raccontarvi della ballerina che per prima danzò un intero balletto sulle punte, cioè Maria Taglioni nel 1832 in La Sylphide, ma poi se non ci metto quel tocco di Miranda non mi sento io...ebbene...eccovi l'aneddoto.
Tempo addietro ho avuto modo di assistere ad una scena pietosa, la protagonista era una tizia tutta silicone e abiti attillati la quale implorava l'estetista di risistemarle l'unghia dell'alluce che era rimasta malamente spezzata in un incidente domestico.
La ferita era profonda e l'estetista saggiamente si è rifiutata di metterci mano, la tipa a questo punto ha sclerato di brutto, era disperata perchè avrebbe dovuto aspettare qualche giorno e nell'attesa portare un cerotto. Il problema non era il dolore per l'infiammazione, che avrebbe addirittura voluto peggiorare con l'applicazione del gel, ma l'effetto anti estetico del cerotto sull'alluce che fuorisciva dallo zatterone (comunque già raccapricciante di suo).
Un cerotto sull'alluce?
Una tragedia!
E' importante sottolineare, a difesa della tizia sclerata, che anche lei col fisico ci lavora, quindi capirete che mentre per una ballerina avere i piedi incerottati sia la norma, per una che svolge, in vesti modernissime, il lavoro più antico del mondo non va bene per niente.
Ho provato ad incoraggiarla facendola riflettere, del resto un cerotto sul piede per tre giorni non è la fine del mondo, ma mi si è rivoltata contro al pari di una belva, ho temuto che le scoppiassero le labbra e quindi di essere spazzata via non solo dalla sua furia ma anche dai pezzi di plastica che mi sarebbero piovuti addosso a raffica (ne aveva tanti ovunque) mi sono spaventata moltissimo, quindi ho capito che probabilmente se una donna di oltre 40 anni (che -ahimè-è pure madre) non può tollerare un cerotto sul piede, ci deve essere un motivo. Così mi son fatta gli affari miei pensando sorridente ai miei inestetismi da piede che tollero fin troppo volentieri.
Non lavoro più quotidianamente sulle punte da un po' quindi questi problemini sono sicuramente più lievi ma l'altro giorno, dopo averci fatto qualche passo mi sono provocata una bella vescichetta, beh è successo che poi me la guardavo quasi con soddisfazione...avrei preferito non averla certo, ma è la naturale conseguenza di una cosa talmente bella da cambiare totalmente il punto di vista del senso estetico, come i calli all'interno delle mani dovuti agli anni di sbarra, lì dove portavi il solito anellino cui eri tanto affezionata da non toglierlo mai.
Ora non pensate che siamo delle befanette bitorzolute, ma di sicuro qualche segno del nostro duro lavoro, più o meno, lo portiamo tutte, da ragazzina indossare i sandali o andare al mare con i piedi scoperti era piuttosto imbarazzante ma adesso un cerotto sul piede non mi crea nessun disagio.
Sarò mica matta?
Miranda (devil) Milian
Ecco come nasce una scarpetta da punta
Be First to Post Comment !
Che bello...io amo le punte!!!!!!
Un giorno spero proprio di poterle indossare...sarei disposta a sopportare tutto quel male ai piedi.
I sogni son desideri...ma quanto vorrei che il mio diventasse realtà!!!
Immagino tu sia Chiara, vero? :)
Si!!!!!
Scusa ho dimenticato d mettere il nome!!!
Vabbè tanto ormai mi hai scoperta...
Beh, io credo proprio che ti potrai togliere questa soddisfazione!
baci
146Ed ora il mio dolce sogno si è realizzato...grazie mille dolcissima Maestrina, credo che non ti ringrazierò mai abbastanza...sei la migliore!!!!
Non sai quanto mi hai resa felice...si è realizzato il sogno di un cuore innamorato di bambina che danzava e danzerà per sempre sulle ali di un sogno...grazie mille.
Carissima Chiaretta!
Sei dolcissima a ringraziarmi, sicuramente ti ho guidata fino a questo punto ma il tuo impegno e la tua dedizione hanno fatto tutto il resto, quindi ringrazia anche te stessa :)
Baci
la Maestrina <3
Posta un commento