Il blog che le amiche dicevano di leggere al mattino col caffè (chissà se lo faranno ancora)

martedì 7 agosto 2012

Insomnia



Ultimamente ho realizzato diversi sogni nel cassetto, a volte mi verrebbe quasi da dire che li abbia più o meno realizzati tutti.
Poi ci ripenso e no, troppi ne ho e troppi ne voglio avere per molto tempo ancora.
Avere sogni da realizzare è importantissimo e se un giorno dovessero finire sarebbe un bel guaio.
Vorrebbe dire che sono depressa o addirittura morta, per carità.
No, no e no!

Ma un sogno che non mi riesce di soddisfare e che ci smanio dietro di brutto da anni, anzi da annissimi, è il seguente: avere sonno la sera quando il giorno ho ballato, cioè sempre, tranne quando sto in vacanza.

Allora, se sono nella mia cittá cioé a Roma ma non lavoro perchè è estate, sono super rilassata ma la sera crollo quindi dormo, se sto fuori in vacanza al mare idem. Quando mi capita di uscire la sera durante la villeggiatura vedo la gente tutta arzilla che se ne va in giro acchittata per locali, lungomari e bancarelle mentre io faccio fatica addirittura a tenere gli occhi aperti, che diamine, ma possibile?
Non ho fatto niente tutto il giorno e poi basta con la storiella che il mare stanca, e per quelli non vale allora?
Ci sformo pure, mi sembrano tutti fichissimi e adatti a fare baldoria e io al contrario non vedo l'ora di mettermi il pigiamino di Calimero e di togliermi quel po' di trucco che mi sono messa per darmi un tono da sveglia.

Non parliamo poi se devo guidare: mi attacco al volante e lo stringo forte, mi sporgo in avanti sgranando gli occhi tipo Mister Magoo e prego il dio delle atee peccatrici che mi tenga sveglia fino a destinazione proteggendo me e i miei passeggeri da imprevisti e ubriaconi al volante.
Non potete capire che frustrazione si prova in quel frangente, cioè durante le passeggiate serali, guardando madri di famiglia che spingono passeggini su tacchi vertiginosi o altrettante signore truccatissime che se la ridono mentre tu non riesci a fare nemmeno tre passi senza sbandare, giuro, nel vero senso della parola SBAN-DA-RE.
Con le scarpe da ginnastica, per giunta.

In questi casi tra me e me intrattengo dei monologhi utili per l'autostima in cui mi piace ricordare che vita eccitante ho io!
("Che ne sapete?!" dico beffarda ai nottambuli allegrotti, sempre s'intende tra me e me).
Ah Ah Ah!
Altro che tacchi sul lungomare, che ne possono sapere loro delle luci della ribalta e dei miei tacchi stile Broadway!

Ma torniamo al paradosso che qui come al solito chissà dove sono finita, insomma se invece lavoro per ore, e non vi sto a dire mentalmente e fisicamente a che tipo di distruzione si possa arrivare facendo il mio mestiere, la sera si, sono stanca ma del sonno nemmeno l'ombra. E gli occhi non sono aperti ma spalancati e guardano virtualmente verso nuovi eccitanti orizzonti creativi che potrebbero magari trovare sfogo di mattina.
Perchè no?
No di mattina invece sono una sottospecie di zombie, ritardata pure.

Ho capito che sarà per via dell'adrenalina ma che pizza però.
Vorrei semplicemente avere sonno, mettermi a letto e addormentarmi.
E che avrò chiesto mai?

Oggi ho avuto la brillante idea di farmi tre orette di riassetto danzereccio e coreografico dopo quasi due mesi di niente e ora ...ovviamente non si dorme. Così ho finito un libro, ho spento lo smartphone, ho spento la luce, ho provato a dormire, non ci sono riuscita, ho riacceso la luce e anche lo smartphone dal quale sto bloggando, ho mangiato latte e biscotti, mi sono rilavata i denti finalmente liberi da gabbie metalliche che ancora ci godo e ho preso un nuovo libro che inizierò adesso.

Che sia una buona notte!

La speranza è l'ultima a morire.
O delude sempre?
Come dice Turandot.

Carla

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