Il blog che le amiche dicevano di leggere al mattino col caffè (chissà se lo faranno ancora)

giovedì 15 novembre 2012

Perdono perdono perdono!

Errare è umano, perdonare è divino pure

Io prima di perdonare.
Io dopo aver perdonato. Con i capelli ancora verdi, probabili residui di rabbia, ma esultante.

Devo imparare a "lasciar andare".
Il segreto sta tutto qui, lasciar andare, lasciar andare, lasciar andare...
Avere ragione non è un obiettivo da mettere davanti ad un altro, molto più importante e soprattutto benefico: la serenità.

Non è facile, per me poi nella maniera più assoluta. Il fatto è che suppongo di essere una persona ragionevole dai modi di fare encomiabili, quindi apprezzabile tanto che tutti dovrebbero essere così, come me.
Cioè, poi lo capisco che non può essere e non sarebbe nemmeno giusto, ma purtroppo ho un temperamento testardo e sono pure un po' spocchiosa!

Dato che quando ho torto lo ammetto, allora quando ho ragione ce l'ho e basta, tutti lo dovrebbero riconoscere. Così pretendo che gente malfamata e disonesta, finti amici o addirittura estranei dai comportamenti scorretti riconoscano i propri errori e mi chiedano gentilmente scusa.

Sono proprio ingenua, ma come posso credere in tanta onestà e responsabilità?
Se uno è ignorante, disonesto o cattivo è così e basta mica che arriva Santa Miranda e compie il miracolo.
La soluzione sta proprio nel prendermi la responsabilità in prima persona e la suggerisce Eldon Taylor nel suo libro "Programmazione mentale": gli altri non li posso cambiare ma io posso decidere di lasciar andare la rabbia che mi provocano, posso scegliere di perdonare.

Veniamo dunque allo scottante tema del perdono. Appena Taylor l'ha nominato già ce l'avevo pure con lui. Perdonare è proprio fuori dalla mia ottica. Se mi hai fatto un torto devi soffrire, altro che perdono. Questa sarebbe la mia ottica, praticamente un'attuale rivalutazione della legge del Taglione. Poi ragionandoci, dato che sono buona mi va bene pure che non soffri ma allora è giusto che debba soffrire io? No, e quindi veniamo al nocciolo: perdonare se stessi, perdonare gli altri e lasciare andare per raggiungere la serenità. Che non vuol dire: saltatemi addosso, sparatemi, fate di me ciò che volete tanto vi perdono, certo che no. Se qualcuno fa del male sarà pure giusto che paghi, ma bisogna liberarsi della rabbia che ci ha provocato. E' come se quella rabbia fosse il veleno che ci hanno gettato contro e noi anzichè andarci a lavare ce lo teniamo addosso. Quel gesto rimarrà e in qualche modo verrà espiato ma il veleno dal nostro corpo va lavato via, altrimenti continua ad assorbirsi creando un danno maggiore. Questa è la mia metafora (mi è uscita pure gagliarda) mentre nel libro viene riportata una frase attribuita a Buddha, la quale dice che tenersi la rabbia è come brandire in mano un tizzone da scagliare contro chi ci ha bruciato. In questo modo bruceremo noi stessi.
(Gagliarda pure quella di Buddha, bisogna dirlo).

Quello che al primo impatto sembrerebbe un gesto prettamente altruista  verso chi non merita (così come abbiamo erroneamente acquisito grazie al retaggio cattolico) ha invece quell'aspetto "egoistico" che lo rende decisamente più conveniente.
A volte il perdono deve essere da subito rivolto verso di noi quando per esempio proviamo senso di colpa o vergogna, anche in questo caso bisogna perdonare se stessi e lasciar andare.
Prima possibile.

Il libro suggerisce metodi ed esercizi, offre spiegazioni scientifiche e illustra come un programma con messaggi subliminali adeguati possa portare benefici. E qui si apre un capitolo ben più vasto. Non è mia intenzione fare un riassunto del testo ma l'argomento meriterebbe, magari con immensa presunzione ve lo accennerò in uno dei prossimi post.
Se il programma messo a punto da Eldon Taylor fosse disponibile in lingua italiana lo proverei volentieri, i messaggi subliminali agiscono a livello preconscio, sembrerebbe quindi meno faticoso ottenere un risultato, ma la mia testa mi dice che posso farcela a livello cosciente sfidandomi un po'. Ho la fissazione di rifiutare a priori qualsiasi tipo di condizionamento, anche se poi questo libro vuole aiutare proprio a liberarsene.
Insomma non lo so, ci devo pensare, tanto mi pare di capire che in italiano i suoi programmi non ci siano e non so quanto il mio inconscio capisca perfettamente l'inglese, quindi, la decisione è rimandata.

Per ora il mio mantra sarà: lasciar andare, lasciar andare, lasciar andare...via via...tutti via...che mi spremete...che chiedete...che pretendete...che volete sfruttare...che mi mettete in situazioni imbarazzanti...che generate queste deleterie sensazioni di rabbia...viaaaaa...vi perdono e vi lascio andare...che capiate o meno, problema vostro...io vi lascio andare...viaaaaaa...

Ecco, ora mi sento come la particella di sodio nella bottiglia d'acqua: c'è nessunooo?
Bene, non vi vedo, non vi sento, ve ne siete andati...anzi vi ho lasciato andare e come proverete a ritornare io vi lascerò andare di nuovo.

Intanto grazie ad Eldon Taylor da

Miranda (devil) Milian aspirante perdonatrice.


Scrivere questo post ha impresso il mio desiderio di lasciar andare, così avrà la strada spianata per realizzarsi!

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