Il blog che le amiche dicevano di leggere al mattino col caffè (chissà se lo faranno ancora)

mercoledì 2 maggio 2012

Charlie's Angels & Co. tutti i lavori che avrei voluto fare


Lista dei lavori che ho desiderato fare nella mia vita e che ho anche (ahimè) tentato di fare:

Da piccolina.
Volevo fare l'assistente alla poltrona presso un dentista perchè era il lavoro di mia madre: giravo per casa rimestando nevrotica dentro colorate ciotole, fingendo di impastare modelli destinati a diventare smaglianti dentiere; più in là iniziai ad informarmi seriamente su quale fosse l'iter da seguire per essere ammesse ad una scuola di formazione per investigatrici private.
Di quelle fighe però, diciamo delle investigatrici tipo top models ma che all'occorrenza sferrano calci degni di Van Damme e sparano con una mira infallibile.
Ero una fan sfegatata delle Charlie's Angels e credevo che essere un'avvenente detective in grado di destreggiarsi in attività tanto diverse come ballare, giocare a hockey, lanciarsi col paracadute o sfilare in passerella, potesse essere la cosa più straordinaria da realizzare nella vita. 
Erano bellissime, sexy, argute e capaci di infiltrarsi nelle situazioni più rischiose, seducendo tutti, ma proprio tutti gli uomini che incontravano. Spesso è vero le volevano uccidere per salvarsi la pelle, ma prima...un pensierino ce lo facevano sempre!
Il mio mito era sicuramente Jill, ossia la splendida Farraw Fawcett, ma aveva un terribile difetto: era molto bionda e io volevo immedesimarmi in qualcuna che fosse più simile possibile a me, così ripiegai con un lieve accenno di frustrazione su Kelly, la mora interpretata da Jaclyn Smith.
(Anche se a detta del barbiere di mio padre era carina pure Sabrina: lo disse con tono talmente ammiccante che mi convinse a non sottovalutare il fascino androgino di Kate Jackson).

In seguito iniziò a farsi strada un'idea più concreta, mio padre faceva il ballerino in televisione e nei teatri lirici ma comunque io non ne avevo mai voluto sapere di seguire le sue orme. Poi un giorno, a forza di starmene seduta in un angolino a vedere le prove dei balletti, uscì fuori la verità: volevo fare la ballerina!
Non sapevo come fare perchè papà me l'aveva già chiesto tre miliardi di volte se volessi studiare danza, ma io rispondevo sempre di no, così  aveva smesso di propormelo. Tutti i suoi colleghi mi domandavano teneramente: e tu? Studi danza? Farai la ballerina come noi?
Io acidissima rispondevo sempre di "no" aggiungendo simpaticamente che la danza NON mi piaceva!
Invece si che mi piaceva e ora mi vergognavo tantissimo a chiedere di fare una cosa che avevo sempre rifiutato, allora adottai una strategia: a Verona mi confidai con una ballerina del corpo di ballo dell'Arena e le chiesi se poteva dire a papà di ripropormi di andare a scuola di danza così stavolta avrei risposto di si, e così fu!
Fu anche dura da mandar giù, quando piena di aspettative finalmente ero pronta a rispondere "si" alla domanda: studi danza? Ma iniziarono invece a chiedermi: studi musica?
Ma comeee? E dire che ostentavo una prima posizione ineccepibile!


Da più grandicella quando ormai ero una ballerina più o meno formata, nonostante la passione smisurata per la danza, continuai a farneticare su cosa volessi fare da grande, così poco più che diciottenne,  preso per la prima volta l'aereo e galvanizzata dall'emozione del decollo pensai che avrei voluto fare la hostess.
Prendo tutto da sempre molto sul serio, anche queste chiare manifestazioni di idiozia pura, quindi tornata dalla vacanza inviai un paio di foto all'Alitalia e feci domanda per il concorso.
Mi chiamarono.
Prima selezione, passata.
Seconda, bollata!
Qualcuno mi disse che era per via che non ero raccomandata, ma secondo me anche perchè al colloquio in inglese, capitai in coppia con una che faceva tutta l'inglesina precisetta, perfetta per un tea a corte in quel di Buckingham Palace mentre io non facevo altro che ripeterle: You are crazy! Aggiungendo qua e là qualche americanata. Ancora non conoscevo il linguaggio hip hop, altrimenti avrei sicuramente arricchito il tutto gesticolando e pronunciando qualche motherfuck di troppo!


Conclusa la mia avventura di hostess tra le nuvole, mentre volgeva al termine la carriera liceale, mi trovavo impegnata in qualche lavoretto al Teatro dell'Opera. Qui era mio solito fare la buffona di corte e mi divertiva scimmiottare le cantanti liriche. Trovavo spassoso canticchiare...ma se mi toccano dove è il mio debole ecc ecc da Il Barbiere di Siviglia, così un signorotto, corista del teatro, iniziò a propormi ripetutamente delle lezioni di canto "a casa sua", diceva che secondo lui ero proprio portata.
Uhh eccome! Immaginate come ero portata!
A casa sua col cavolo che ci andai, impiegai un po' di tempo però poi capii che tipo di lezioni m'avrebbe voluto dare. Tuttavia mi aveva un po' illusa, così mi recai da una maestra professionista per sentire se non fosse stato il caso di tentare.
Non ci posso credere che l'abbia fatto davvero.
Ma quante scemenze si fanno nella vita?
Non che sia una scemenza voler fare la cantante lirica, ma che lo volessi diventare io...e su che basi poi?
Mah...
Comunque la maestra esperta mi disse senza un minimo di tatto che ero afona e quindi me lo potevo scordare di cantare.
Fine della carriera da cantante lirica, ma ho le prove che iniziò quella come ballerina lirica!


Si, c'è scritto proprio ballerina lirica!
E si, mi chiamo Carla Maria :(
Era d'uso appioppare obbligatoriamente il Maria appresso ad un nome che poteva benissimo stare da solo, mia madre ancora se ne scusa e io l'ho perdonata!
Il mio primo lavoro in assoluto fu la "ballerina lirica" in un Nabucco a Caracalla, avevo 18 anni e dopo aver soccorso feriti, raccolto morti ed aver sostato in piedi per due Va pensiero a recita (chiedevano sempre il bis) come premio nell'ultimo atto, danzavo vestita simil odalisca con un reggiseno di ferro e strass, una gonna lunga rossa con gli spacchi inguinali e una piuma lunghissima, rossa pure questa, in testa. Mi pavoneggiavo molto e oggi mi danno l'anima perchè non ho più nemmeno una foto.

Mentre ero già una ballerina professionista mi balenò in mente che avrei voluto fare la ballerina al Moulin Rouge. Girava voce che per sperare almeno in una chance bisognava avere i seni che come misura entrassero perfettamente in una coppa da champagne, così decisi di sottopormi ad un provino da sola: aprii la vetrinetta, presi una coppa da champagne del servizio buono di cristallo e provai ad infilarci una tetta.
Non posso credere di aver fatto davvero anche questo.
Comunque andò male, visto che me ne usciva una buona parte di fuori e forse col mio banale metro e sessantotto ero pure bassa per quegli standard.
Quindi niente Moulin Rouge.

Qua e là ho avuto anche il periodo in cui volevo fare la professoressa di lettere e la psicologa, e sempre per il fatto che prendo tutto sul serio, sono stata iscritta ad entrambe le facoltà. Vanto nel secondo caso anche uno statino con la media del 30 ma...la danza ebbe di nuovo la meglio e come tutti sapete è andata a finire che ho fatto l'unica cosa che veramente potevo fare, avendoci dedicato tutta me stessa da sempre: la ballerina!

Sapete tutti quanto sia soddisfatta, sebbene qui in Italia debba continuamente lottare per affermare ciò in cui credo e per tenermi ben lontana dal target di cui spesso non condivido obiettivi e modi di fare, tuttavia continuo a nutrire ambizioni, per esempio da grande vorrei fare la direttrice-proprietaria di vari resort sparsi in tutto il mondo, sarei costretta a viaggiare spesso per supervisionare chi lavora per me e passerei parecchio tempo in bikini e pareo con un grosso cappello in testa e un drink in mano.
Sviluppando una forte passione per gli affari penso che ce la potrei fare!

Carla
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