Il blog che le amiche dicevano di leggere al mattino col caffè (chissà se lo faranno ancora)

lunedì 29 ottobre 2012

Rovine


Ieri è accaduto un fatto che mi ha sconvolta.
Decanto spesso la bellezza del Parco degli Acquedotti di Roma, vicino l'Appia Antica. Ogni volta che ci vado e accade spesso, pur non avendo visto il mondo intero penso che per forza quello deve essere uno dei posti più belli in senso assoluto. Passeggiare, correre, fermarsi a leggere o semplicemente guardarsi intorno, qualsiasi cosa si voglia fare lì diventa bellissima, certo qualsiasi cosa è un modo di dire e tra queste escluderei di sicuro un omicidio.
Quello che è avvenuto ieri in pieno giorno lì, in quel posto meraviglioso.

Ero andata al parco verso le tre per una passeggiata con mia figlia e appena oltrepassato il primo arco ho avvertito già un'atmosfera strana. C'era poca gente, man mano che ci avventuravamo verso l'interno sentivo che forse era il caso di tornare indietro, a un certo punto ho provato addirittura spavento nel guardare oltre un muretto, mi sembrava proprio un luogo tetro che ispirava brutti presagi, pur nella sua solita bellezza, pure se solo il giorno prima ci avevo visto una coppia di sposi farsi le foto in abito da cerimonia, alle quattro meno venti ho pensato che era meglio andare via.

Tornata a casa e acceso il computer, ho trovato l'articolo che informava circa il ritrovamento di un cadavere nel parco degli acquedotti alle quattro e mezza, proprio lì dove avevo guardato l'orologio una mezzoretta prima e dove avevo avvertito forte l'istinto di andarmene.
Mi si è gelato il sangue.
La vittima era un nordafricano, ucciso con colpi d'arma da fuoco e pare che tra assassino e complici ci siano di mezzo tre uomini di cui un padre e un figlio minorenne.

Al di là del mio presagio, che mi pare di capire dai miei approfondimenti è spiegabilissimo nel senso che siamo noi a dare un limite alla nostra facoltà di percepire il mondo, ma in realtà siamo capaci di andare ben oltre anche se non ce ne accorgiamo, è veramente terribile non poter fare una passeggiata in pieno giorno in un luogo del genere perchè si rischia di trovarsi in mezzo ad una sparatoria e per noi donne c'è sempre quell'altro rischio dietro l'angolo, quello che più mi faceva venir voglia di scappare ieri da lì.

A me già stavano disturbando le scritte sulle rovine dell'Acquedotto e mi chiedevo come si possa fare per salvaguardare i nostri beni archeologici che tutto il mondo ammira e ci invidia dagli atti vandalici che li deturpano, come si può fare per prevenire i frequenti crolli, poi, sei quasi testimone di un fatto cruento che avviene proprio lì accanto.
Rovine su rovine. Preziose le prime quanto ignobili le seconde e di fronte ad un omicidio ovviamente decade tutta l'indignazione per le sgradevoli scritte con la vernice spray.

La sicurezza a Roma non esiste, siamo sempre più sottoposti a pericoli di ogni genere, mentre nelle sedi opportune i delinquenti al governo discutono su come proteggersi dai processi e continuare a beneficiare di assurdi privilegi. Inoltre qui vantiamo un sindaco con precedenti per atti violenti che si è fatto pure otto mesi di carcere ma che ha conquistato il Campidoglio grazie ad una vittoria facile contro un candidato concorrente troppo improbabile.
Bel quadretto.

Carla




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Apple ha detto...

sapevo già che il parco degli acquedotti fosse un postaccio la sera: notizie di gente che ci va a fare di tutto e di più quando cala il buio non mi erano nuove (vedi: siringhe ritrovate qua e là, più di una volta), ma addirittura cadaveri, non me lo aspettavo. mi vengono i brividi!
non so proprio più che pensare.

Miranda ha detto...

Come in un film...ma purtroppo pura realtà.
Agghiacciante.

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