Il blog che le amiche dicevano di leggere al mattino col caffè (chissà se lo faranno ancora)

sabato 13 ottobre 2012

Il baule dei ricordi


Talvolta mi ritrovo a pensare a cose che non ho più e che vorrei tanto riavere tra le mani.
Le prime cinque che mi vengono in mente sono queste:

1-Il mio diario segreto col lucchetto.













Perchè mi piacerebbe ricordare meglio cosa fossero per me i segreti, come da dodicenne vivessi la mia intimità e che progetti avessi.
Amerei leggere i miei sfoghi di quando a danza non era andata come volevo, di quando ero delusa dai miei risultati e allora mi ripromettevo di impegnarmi ancora di più. Vorrei quindi poter vedere attraverso quelle parole la dodicenne determinata che ero. Troppe volte ho pensato di essere stata una bambina debole, ma non era affatto così e quella tenacia, che credevo essere una più recente conquista, in realtà la porto con me da molto tempo. Forse dall'infanzia visto che a un anno guarii da una malattia letale. Merito del pediatra ovvio, ma io probabilmente ero una pupa tosta e cazzuta, proprio come quando ora ballo hip hop!

2-Il diario di scuola del quinto.













Quanto vorrei rileggere le frasi strampalate che scrivevo qua e là per sottolineare frammenti della mia vita da neo maggiorenne, mi piacerebbe ricordarla alla luce della complicità con le amiche. Ricordo infatti che ci scrivevamo messaggi nei rispettivi diari e che ci divertivamo come matte a fare le trasgressive. Forse era piuttosto normale sentirsi così, ma io e le mie due complici eravamo eversive di brutto rispetto alle compagne. A dimostrazione di ciò, ricordo le nostre fughe durante la ricreazione che avvenivano eludendo la sorveglianza della suora in portineria. Andavamo a prendere il cappuccino al bar o a vedere le vetrine del negozio di scarpe all'angolo ammazzandoci dalle risate.
In direzione non capivano mai chi fossero le autrici delle bravate, per fortuna, sennò una bella sospensione non ce la toglieva nessuno, comunque si accorsero di queste evasioni temporanee e misero un cancello blindato che non potevamo aprire da sole.
Così eravamo costrette a fuggire passando per il corridoio della scuola materna con conseguente allungamento di tempi.
Oggi forse fa sorridere, ma prima uscire durante l'orario scolastico senza permesso era inconcepibile anche se si era maggiorenni.
Dio solo sa (per modo di dire) che cosa c'era scritto in quel diario che non ho più.
Ricordo esattamente il momento in cui dovevo decidere se buttarlo via o meno, scelsi così di fare spazio e di non dare importanza agli oggetti.
Che peccato. Gli attaccamenti non saranno importanti per il benessere della persona ma mi piacerebbe troppo riaverlo con me.
Ragazze non buttate mai i vostri diari, so' pezzi di vita!
Però se dovesse capitare, pazienza, c'è di peggio da sopportare.
Insomma in qualsiasi caso keep calm, come si dice tanto ora.

3-Le mie prime scarpette da punta.











Le vorrei riavere solo per ricordo e perchè le prime sono il simbolo di un traguardo ma anche dell'inizio di una nuova avvincente lunga avventura.

4-Il mangiadischi arancione che regalò Mina a papà.











Lo rivorrei perchè oltre ad essere un bell'oggetto (decisamente vintage) ci ascoltavo le favole da bambina e tutti i miei primi dischi, da Maga Maghella alla sinfonia n.40 di Mozart arrangiata da schifo che piaceva tanto a mia nonna.
Scusa nonnina Carlotta, ma non si poteva proprio sentire!
La favola che più mi divertiva era "Il soldatino di piombo" dove a un certo punto si sentiva la risata del diavolo, la adoravo e rimettevo sempre il 45 giri da capo per riascoltarla continuamente. Era uno strazio perchè la risata stava all'ultimo e bisognava aspettare tutta la storia, non potendo mandare avanti.
La risata diabolica esercitava un fascino irresistibile su di me.
Mi provocava invece una certa depressione la favola delle due candele, una ricca e una povera, la prima sperava di andare ad illuminare il salone delle feste (invece le andava buca) mentre la seconda, che era solo un misero moccolotto, si prendeva le sue soddisfazioni emettendo una luce fioca durante la cena di una famiglia povera ma felice. Ricordo benissimo la musichetta che accompagnava il mesto racconto e anche il suono dello strumento che straziava il cuore e pure l'anima.
Beh, c'è da dire che la risata del diavolo era inquietante ma almeno mi dava una scossa emotiva rispetto a 'ste candele lagnose!
Deve essere per questo che mi piaceva tanto.

5-La veretta di brillanti che mi regalò mia madre.











Un mio ex me l'ha fatta sparire e non era un mago. Il perchè la rivorrei non occorre starlo a spiegare.

Rivorrei questi oggetti eppure non sono una persona nostalgica, mi piace anzi ricordare il passato alla luce di ciò che sono oggi e continuo a buttare via roba che non uso per liberare casa e far fluire energia positiva.
Non sono una seguace del fengshui vero e proprio, anche perchè a casa mia ci vorrebbe un miracolo per realizzarlo, ma una cosa è certa, vivere nell'ordine, non maniacale ma pratico, migliora la qualità della vita.

A volte penso che vorrei avere una soffitta come quella dei film romantici americani, dove poter andare  a trascorrere interi pomeriggi (o nottate nel mio caso) ad aprire scatole e bauli pieni di ricordi.
E' una necessità che riesco a soddisfare quando vado a casa da mamma, cioè la mia casa natale, dove mi sfogo aprendo armadi e cassetti per smistare fotografie, lettere, biglietti, piccoli oggetti e ricordi vari.
Tuttavia la soffitta sarebbe certamente più affascinante e avrebbe il vantaggio di poter custodire tutte le cose che voglio tenere con me in maniera adeguata.

Ecco, se avessi una bella soffitta-laboratorio con il baule dei ricordi dove passare anche il mio tempo con gli aggeggi di oggi sarebbe il top.
Dunque, la vorrei attrezzatissima con casse amplificate, computer, riflettori, sbarra (di danza), specchi, cavalletti e videocamere, andrebbe insonorizzata così da poter montare coreografie anche di notte con la musica ad alto volume e per sdrammatizzare, visto l'alone di romanticismo che regnerebbe nella zona oggetti legati a ricordi e sensazioni, facciamo che il baule dovrebbe essere di Louis Vuitton, così... solo per sfizio e senso del fashion.
Che poi a dire il vero preferisco il classico baule verde, papà ne aveva costruito uno bellissimo e  lo portava con sè nelle lunghe tournèe, ma ora ce l'ha mia sorella così, una volta realizzata la soffitta, mi accontenterò del modello Vuitton fatto venire apposta da Parigi.

 Miranda (devil) Milian
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