Il blog che le amiche dicevano di leggere al mattino col caffè (chissà se lo faranno ancora)

domenica 21 ottobre 2012

TG: la fiction più seguita


Non sopporto più i telegiornali, veramente è da un po' che non li sopporto.
Più o meno tutti.
Non sopporto il modo di fare informazione che poi informazione non è.
Non sopporto questa frase, una tra tante: "...l'omicida a detta dei vicini è un ragazzo tranquillo che ama il basket, ma ieri è impazzito e ha scaricato la sua furia uccidendo la povera ragazza colpendola a morte e lasciandola in una pozza di sangue".

Spesso aggiungono che non si conoscono i motivi del gesto, non si conosce l'entità del disturbo di cui soffre il violento, sempre che un disturbo in particolare ce l'abbia e a volte magari ce l'ha pure.
Era tranquillo, normale, amabile, buono ma poi...boh ...è impazzito...
Perchè non diciamo però che la società è malata, che i ragazzi (futuri adulti non ce lo scordiamo) sono vittime di un sistema che li manipola da quando sono nati, che li rende automi, che li rende insicuri e violenti all'occorrenza, è molto logica questa conseguenza, non è così strano che s'impazzisca, non è strano per niente.

Non tutte le famiglie sono in grado di compensare con il loro operato a questa piaga sociale della manipolazione, non giudico ma è così, vittime sono i morti uccisi e anche chi uccide perchè non ha imparato l'arte di vivere pertanto non dà valore alla vita, nemmeno alla sua.

Non esistono "ex gelosi", semmai esistono ragazzi con una scala di valori completamente sballata, ragazzi diseducati e addestrati per non credere in sè stessi al punto da annientare vite, qualora l'altrui comportamento alimenti le loro insicurezze e i loro punti deboli.

Le interviste ai vicini, ai parenti che piangono ai funerali, l'enfasi nel descrivere la pozza di sangue.
E' stata colpita a morte, non basta? No, la pozza di sangue fa audience, i pianti disperati pure.
Il sangue alimenta la naturale morbosità e lasciatemelo dire piace a molti, il gusto del macabro, la notizia pompata (come se ci fosse bisogno di pompare una morte), qualche malato che poi si eccita e imita.
Che schifo.
E hanno il coraggio di chiamarla informazione quando non è che un modo come un altro per contribuire pesantemente alla diseducazione, necessaria per la continua formazione di automi programmati.
E non parliamo degli special su noti reati, presentati con trailer degni di una pellicola hollywoodiana.
Lì si tocca davvero il fondo.

Le parole stanno perdendo sempre più il loro significato quindi la lingua, identità di un paese, è sconosciuta a molti, si usano vocaboli in maniera impropria e si offre un prodotto, per esempio l'informazione in una maniera che lo trasforma invece nel suo esatto contrario.
La confusione è totale, la conseguenza è una grave alterazione delle relazioni tra individui, responsabili a questo punto dell'imbarbarimento della società.
Mi pare che, purtroppo, ciò sia evidente.

Carla
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