Il blog che le amiche dicevano di leggere al mattino col caffè (chissà se lo faranno ancora)

venerdì 13 aprile 2012

Dear Jane


Certe cose si sanno, ma poi leggi o ripensi ad un libro che descrive quella società, vedi un particolare film e si riaccende l'ira focosa.
Almeno la mia, verso questa di società e verso molte mie simili che la popolano e purtroppo la rappresentano.

Ai tempi di Jane Austen le donne ricamavano, cucinavano, erano dedite esclusivamente ad attività legate alla casa e alla famiglia. Se ne stavano lì ad aspettar proposte di cui, a parer delle famiglie, dovevano andar fiere, non potevano sposare chi amavano, lavorare era sconveniente e quasi peccaminoso, le più colte erano mal giudicate, tutto combinato, deciso a tavolino, gente che si arrogava il diritto di sapere cosa fosse meglio per loro, in nome del decoro le fanciulle da marito non potevano parlare da sole con un uomo che non fosse un familiare o un legittimo pretendente. Dalla donna, o meglio dal futuro marito, spesso non amato, dipendeva la serenità economica della sua famiglia, così, presa dai sensi di colpa il più delle volte era costretta a cedere e le madri, che avevano sofferto della stessa situazione, la imponevano alle figlie.
Era così e basta.
Però le giovinette si appassionavano alla lettura, coltivavano spesso desideri di emancipazione, soffrivano per le ingiustizie.
Oggi si appassionano alla tv spazzatura dove sono rappresentate miseramente, deteriorano le loro fresche menti, che andrebbero plasmate tramite ben altre attività, inibendole sui social network, subiscono ignare le ingiustizie e in molte sperano di far carriera dimostrando il niente e mostrando il tutto. Cosa questa, che mai come ora sta dimostrando i suoi frutti in termini economici.
E pensare che in questi tempi le donne avrebbero potuto finalmente far valere le loro qualità intellettive senza rinunciare ad una femminilità disinvolta ed emancipata.
Che peccato!

Ho notato un altro aspetto che riguarda il concetto secondo il quale sposarsi e avere quindi uno che ti abbia chiesto in moglie, sia auspicabile per essere considerate nella società. Condizione ancora ben radicata. Tuttora sono numerose le donne disposte a sacrificarsi una vita pur di avere un uomo accanto (o di farsi vedere con un uomo accanto) si sviliscono ma quasi mai se ne accorgono, e quante volte, troppe, il loro uomo si dimostra immeritevole così a sua volta insicuro e subdolo, trova la famosa America sposando una donna che non aspettava altro di diventare la sua ombra.
La cosa che proprio non mi piace è che frequentemente, per scarsa autostima e retaggio culturale, le donne accettano più facilmente un matrimonio poco convincente piuttosto che osare una vita indipendente, che in un futuro magari più lontano, comunque, non escluderebbe una relazione sentimentale anche seria e duratura.
E pensare che oggi ci stanno di nuovo togliendo tutto e noi dovremmo a gran voce  riconquistarci tutti i diritti  e acquisirne pure di nuovi, conducendo in prima fila una lotta senza pari.

Mi viene da dire che chi ha il pane non ha i denti, forse un po' ordinaria come conclusione, ma davanti alla saggezza dei vecchi proverbi e vista l'ora (00:40) mi ci congedo a cuor leggero.

Carla
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Rory ha detto...

Amo amo amo la Jane Austen :)

Miranda ha detto...

Siii io pure :)

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