Il blog che le amiche dicevano di leggere al mattino col caffè (chissà se lo faranno ancora)

giovedì 26 aprile 2012

Fricantò alla Carlà

Come gli altri credono che io stia





Come vorrei stare

Come realmente sto

Sono ancora sotto chock: ieri alcune persone hanno scritto che se si fossero liberati dell'attuale allenatore della Roma (un certo Luis che fa perdere una partita si e l'altra pure) la giornata del 25 aprile avrebbe allora acquistato un senso!
Non scherzavano.

Hanno pure tesserini da professionisti dell'informazione, stiamo a capì? Io a questi li manderei a zappare la terra sia il 25 aprile che il 1° maggio, invece approfittano pure per allegre scampagnate e gite festaiole.

Vabbè è dura liberarsi di certa gente, ma almeno virtualmente lo si può fare...blanda consolazione, però...

Io invece ieri mi sono liberata del sonno arretrato passando la giornata dal letto al divano e dal divano al letto, a volte è piacevole ma ieri è stato deprimente, i sensi di colpa mi hanno divorata, non ho avuto nemmeno la forza di andarmene un po' su in terrazza, ho dormito e guardato films per tutta la giornata e mi sono fatta venire un'infiammazione al braccio destro per aver trafficato al computer in una posizione terribile. Nei momenti in cui ero sveglia e non guardavo films ho filosofeggiato, solo mentalmente (per la fortuna di chi era con me) su varie cose interessanti e anche molto generiche come il senso della vita, la differenza tra come mi sento ora e quando avevo 20 anni, per esempio: ma dopo una festa finita tardi, il giorno dopo stavo così come sto oggi? (Cioè morta sul divano col mal di testa).
Ho dato la risposta sbagliata e ho detto di si!

Poi ho argomentato, sempre mentalmente, su quanto vorrei fare tante cose nel tempo libero ma su quanto però non ne abbia la forza e nemmeno la voglia, ho immaginato la mia vita senza tutto quello che ho e poi ho ripensato alla fatica fatta per essermi conquistata tutto quello che ho e ho pensato che comunque sono stata proprio brava, ma il pensiero ricorrente era 'sta benedetta differenza tra ora e quando avevo 20 anni, forse perchè l'altra sera alla festa indossavo un vestitino praticamente uguale a quello che avevo alla cena del mio compleanno dei  precisi e tondi tondi 20 anni. Che nervi, ricordo perfettamente quella giornata: io che fremevo perchè dovevo andare a cena a casa del fidanzato e mio padre che invece mi aveva costretta a passare il pomeriggio dal commercialista, me ne stavo lì seduta sulla poltrona di pelle scura nell'angusta sala d'attesa con la morte nel cuore, imbronciata e infuriata vestita di pizzo nero, col rossetto rosso e i lunghi capelli ribelli che ricadevano davanti ad un'invidiabile (e invidiata) quarta di seno e quel che è peggio senza nemmeno uno straccio di telefonino che avrebbe almeno allietato i tristi momenti compensando la separazione pomeridiana con qualche messaggino. Buon per lui, dio solo sa quanto avrei rotto e strarotto e mi sarei giocata pure l'imminente cena che non è saltata grazie appunto all'inesistenza dei cellulari!

Beh comunque, dopo questa giornata di total relax non mi sento affatto meglio, il troppo riposo mi stressa e devo reagire assolutamente, da settimane passo le mattinate arruffata dentro casa con un look alla Mafalda e mi pesa anche vestirmi per uscire, sono tutta casa e sala di danza dove come per magia mi trasformo in un' elegante farfalla, a detta dei miei fans. Si c'ho i fans e mi fermano pure per strada in zona Appio-Tuscolano e limitrofe, mi offrono caffè ai chioschi dei vicini centri commerciali e si complimentano con me ai bagni della mega palestra, luogo dove le donne s'incontrano fugacemente e così mentre ti scambi quel sorrisetto di complicità, a dimostrare lo stupore per la coincidenza (ci scappava a tutt'e due nello stesso istante) capita che mi si dica: Complimenti: fai dei balletti bellissimi!!!
Ao' so' soddisfazioni e anche l'andare a fare la pipì può elevarsi ad un momento di gloria!

A tal proposito vorrei precisare che se sono bravina è per il fatto che ballare e fare coreografie è proprio il mio lavoro, che non vuol dire lo so, però nel mio caso significa qualcosa, e alla domanda che talvolta mi è stata posta: Ma tu, oltre a ballare, lavori? La risposta dolce e tranquilla di qualche anno fa si è trasformata in una specie di sfuriata dove mi sento nel pieno diritto di spiegare i principi basilari circa il perchè la danza sarebbe da considerarsi un lavoro a tutti gli effetti.

Conscia del fatto che questo post è un fricantò* di roba prodotto da una testa piuttosto provata e speranzosa in una vostra comprensione (mi rivolgo ai blog fans, si c'ho i fans pure qua) mi congedo e mi concedo una passeggiata al Parco degli Acquedotti per riprendermi anche dall'incubo di aver sognato un mio ex, non quello dei 20 anni (avrei potuto almeno essere corente con le recenti riflessioni) ma quello dei 30, vale a dire quello che mi auguro con tutto il cuore (e auguratevelo pure voi se mi volete un minimo di bene) di non incontrare MAI più in tutta la mia vita, a meno che non si fosse deciso a restituirmi i soldi di cui si appropriò in maniera del tutto indebita.
Ma forse tra i soldi e il non vederlo, preferisco la seconda.
Mi concederò anche una puntatina al negozio di danza e al magazzino delle casalinghe represse per comprare le sedie del balletto sexy, come vedete oltre a ballare e a ideare le coreografie, vado pure a comprare il materiale, più lavoro di così...

Buona giornata
Carla

* fricantò lo diceva mia nonna, non so bene cosa voglia dire, forse è una parola dialettale o forse è semplicemente una parola inventata, comunque immaginatevi una padella dove ci si butta dentro un po' di tutto!
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